firenze- E' un "nemico" che puntualmente si ripresenta ogni estate e che talvolta, come l'anno scorso, è particolarmente agguerrito. La Toscana però si dimostra sempre più attrezzata per farvi fronte e anche per i prossimi mesi non mancano le novità importanti, che dovrebbero garantirle un'ulteriore salto di qualità.
Per l'emergenza incendi, insomma, sono incominciate le settimane e i mesi di maggior pericolo, quelli che inevitabilmente obbligheranno alla maggiore mobilitazione degli uomini e dei mezzi.
Per la Regione Toscana, un'altra stagione di grande impegno, forte dell'esperienza maturata in questi anni ma soprattutto di un ulteriore sforzo nel rafforzamento e la riqualificazione delle attività di prevenzione e pronto intervento. "Un impegno obbligato - spiega l'assessore all'agricoltura e ale foreste Tito Barbini - perché la Toscana vanta la più ampia superficie di bosco in Italia, una ricchezza straordinaria sia per i suoi aspetti economici che ambientali, e penso solo a quanto sono preziosi questi polmoni verdi per catturare anidride carbonica e per combattere i gas serra di cui tanto si parla.
E' un patrimonio che sta a noi salvaguardare e valorizzare, consapevoli che siamo indubbiamente una regione a rischio, ma anche che lottare contro gli incendi significa tutelare i valori ambientali, culturali e storici del nostro territorio. Anno dopo anno abbiamo consolidato un'esperienza organizzativa alla quale le altre regioni guardano come un modello. E sono convinto che i risultati premino i nostri sforzi".
Tutto questo, aggiunge l'assessore, sulla base di due principi cardine: l'integrazione delle forze e l'utilizzo delle risorse destinate al settore in modo tale che nessun soggetto possa ricevere benefici dal verificarsi di incendi boschivi.
Gli interventi, infatti, sono effettuati con maestranze forestali assunte con contratti a tempo indeterminato. Non sono effettuati appalti o affidamenti a strutture esterne e i volontari convenzionati non ricevono rimborsi personali ma solo contributi alle associazioni di appartenenza.
Gli ultimi mesi, poi, sono stati decisamente ricchi di iniziative da parte della Regione Toscana per prepararsi in modo ottimale alle prossime emergenze sul fronte degli incendi. In particolare, questi sono stati i risultati raggiunti.
La revisione della legge e del regolamento forestale, con importanti novità sul piano della prevenzione per quanto riguarda proprio gli incendi.
In questo modo è stato fissato il periodo a rischio - ogni anno dal primo luglio al 31 agosto, con possibilità di variazioni da parte delle singole province - e sono state individuate le aree a rischio particolarmente elevato (il territorio boscato di 96 comuni), in cui eventuali trasgressioni ai divieti di accensione dei fuochi potranno comportare sanzioni da un minimo di 1.003 a un massimo di 10.330 euro. La normativa regionale comprende anche i vincoli per le aree bruciate, finalizzati ad evitare azioni dolose.
E' vietata l'edificabilità per 10 anni (un vincolo che la normativa regionale ha già introdotto nel 1975), il pascolo per 10 anni, per determinate condizioni l'attività venatoria. L'approvazione del nuovo piano operativo regionale antincendi boschivi 2004-2006,in cui sono state definite le competenze e le azioni della Regione, degli enti locali, dei soggetti convenzionati (Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco, associazioni di volontariato). La Regione, in particolare, ha compiti di programmazione e ripartizione dei finanziamenti, nonché di gestione dei mezzi aerei, della rete radio e dell'acquisto dei mezzi.
Le Province, le Comunità montane ed i Comuni che gestiscono il patrimonio agricolo forestale regionale hanno 600 operai forestali per servizi di prevenzione e repressione, dispongono di autobotti e mezzi leggeri, realizzano sul territorio opere di prevenzione (viali parafuoco, invasi, torrette di avvistamento, basi elicotteri ecc), nonché gli interventi di salvaguardia e ricostituzione delle superfici bruciate. Il Corpo forestale gestisce i Centri operativi provinciali, collabora alla sala operativa e, generalmente, dirige le operazioni di spegnimento, i Vigili del fuoco collaborano all’attivita’ AIB sul territorio e alla sala operativa.
C'è poi il ruolo insostituibile del volontariato che in Toscana può contare su 3 mila volontari, di cui 1.500 idonei alla repressione attiva degli incendi, organizzati in 7 associazioni.
L'istituzione e l'attivazione della sala operativa unificata antincendi regionale. E' in questa “stanza dei bottoni" dove sarà coordinata l’attivita’ decisionale in merito alla attivazione delle squadre, degli elicotteri regionali e, ove necessario, alle richieste di supporto dei mezzi aerei nazionali, che trova sua piena concretizzazione il principio dell'integrazione.
Istituita in questi mesi, sarà questa la prima estate di funzionamento della sala (in sigla Soup). Vi lavorerà, congiuntamente, personale della Regione, del Corpo forestale, dei Vigili del fuoco e del volontariato. Sarà aperta 24 ore su 24, con la collaborazione di tutte le strutture coinvolte e con un numero di persone impiegate massimo nei periodi a rischio elevato.
I mezzi
In questa cornice nell'estate 2004 la Toscana potrà contare su una forza di intervento che dispone di 10 elicotteri per la repressione, di 2 elicotteri per il coordinamento e l'avvistamento, di 978 mezzi terrestri e di 3690 uomini operativi.
Tutti con adeguato livello di preparazione, in considerazione del grande rilievo che la Regione assegna all'addestramento. Nel comune di Monticano (Siena) è stata istituita una specifica scuola, che ha già formato 4 mila operatori. La scuola è in fase di ristrutturazione e presto sarà inaugurata la nuova sede.
Un servizio sempre più tempestivo ed efficace che, in virtù dei suoi risultati, si sta sempre di più imponendo come un modello anche per altre regioni. E' questo, in sintesi, il giudizio che l'assessore all'agricoltura e alle foreste Tito Barbini formula sull'organizzazione antincendi boschivi della Toscana.
"Un servizio - spiega l'assessore - che sempre di più si sta caratterizzando per la sua capacità di prevenzione e di intervento in tempi rapidi, tanto che anche in stagioni particolarmente critiche come l'estate 2003 siamo riusciti a reggere complessivamente la situazione. E chissà quali danni avremmo dovuto lamentare al nostro patrimonio forestale senza l'esperienza maturata e consolidata in questi anni. Queste non sono parole, ma risultati rispetto ai quali i dati parlano chiaro". In questo senso la principale misura dell'efficacia non sta tanto nel numero più o meno contenuto degli incidenti - che dipendono da tante condizioni difficilmente controllabili - quanto dai danni registrati per ogni evento.
Così se nel 2003 sono stati ben 1.200 gli incendi in Toscana, una cifra più che quadruplicata rispetto al 2002, e di gran lunga superiore a quella di tutti i 10 anni prima (in precedenza la punta massima si era registrata nel 1997, con "solo" 619 incendi), la superficie boscata percorsa dal fuoco è stata di 3 ettari ad evento contro i 5,49 ettari del 1997 e addirittura i 6,38 del 1998. Sono tendenze che risaltano ancora di più considerando una scala decennale. Nel 1974-1983 gli incendi in Toscana sono stati 6.882, la superfice totale investita è stata di 74.846 ettari, la superficie boscata per incendio è stata di 7,58 ettari; nel decennio 1984-1993 gli incendi sono stati 7.205, la superficie totale 49.302, la superficie per incendio è stata di 4,46 ettari; nel 1994-2003 gli incendi sono stati 4.988, la superficie totale 25.495 ettari, la superficie media 3,68.
Siamo passati dai 20-25 mila ettari annui bruciati l'anno negli anni Settanta agli attuali 1.500 - 2 mila ettari.
"Insomma - commenta Barbini - da quando la Regione Toscana, a partire dagli anni Settanta, ha provveduto ad istituire un proprio servizio antincendi boschivi, molta strada è stata fatta per creare sul territorio un efficace organizzazione in grado di contrastare e ridurre gli effetti più devastanti del fenomeno degli incendi. E questo è stato riconosciuto dal Dipartimento della Protezione civile e da tutti i soggetti che operano a livello nazionale"
Anche il confronto con i dati nazionali è indicativo del soddisfacente livello raggiunto dal servizio antincendi.
Con riferimento all'ultimo decennio, infatti, in Italia si sono verificati 87.999 incendi di cui 4.382 in Toscana, che rappresenta quindi come numero di incendi circa il 5.5 per cento del totale nazionale. La superficie investita dal fuoco corrisponde invece al 2,8 per cento di quella bruciata a livello nazionale.
La superficie bruciata media per evento negli ultimi anni in Italia è di 4,75 ettari, contro i 3.77 ettari della Toscana.
Nel decennio 1994-2003 il 52 per cento degli incendi in Toscana ha interessato una superfice inferiore all'ettaro, il 33 per cento una superficie tra uno e 5 ettari e solo il 15 per cento una superficie superiore ai 5 ettari.
Il 76 per cento degli incendi sono stati spenti entro le prime 6 ore.
Il ricordo degli incendi della scorsa estate è ancora vivo. E oltre ai ricordi, sono i dati a fare dell'estate 2003 la peggiore da molti anni a questa parte per il numero di incendi, in mesi che furono pesantemente segnati dalle altissime temperature e dalla siccità persistente. Una situazione che si tradusse in un numero elevatissimo di incendi e soprattutto in una forte concentrazione di gravi eventi nell'arco di pochissimi giorni, soprattutto dal 5 al 10 agosto.
In particolare 6 grossi eventi in 6 giorni si tradussero in una superficie bruciata di circa 1.700 ettari, che da sola rappresenta circa il 45 per cento dell'intera superficie percorsa dalle fiamme in Toscana in tutto il 2003.
Nel complesso, comunque, l'attività delle strutture impegnate nella lotta contro gli incendi è riuscita a contenere i danni anche in una stagione così difficile. La superficie media totale per incendio regionale è comunque rimasta al di sotto di quella nazionale.
"L’andamento climatico del 2004 fino ad ora e’ stato senz’altro meno sfavorevole e ci auguriamo di non dover andare incontro a situazioni così estreme come quelle dell'anno scorso - spiega l'assessore all'agricoltura e alle foreste - Ma certo quanto successo l'anno scorso ci deve far riflettere, anche alla luce della tendenza al cambiamento climatico di cui gli scienziati ci parlano da anni. Questo per noi significherà attrezzarsi per estati sempre più calde e quindi sempre di più a rischio di gravi incendi.
Bisognerà insomma investire ancora di più in prevenzione, ma anche su altre misure, per esempio su una politica di uso e valorizzazione dei piccoli invasi sia per finalità irrigue sia per disporre di riserve d'acqua negli interventi cotnro gli incendi".