FIRENZE- Barriere antirumore per le autostrade realizzate in massello e parchi giochi in pino domestico; arredi per aree di sosta e casottini per orti domestici che fanno a meno di lamiere e plastica; e ancora stalle e rimesse per attrezzi agricoli, scuderie e casette per emergenze abitative, tutte prodotte con il legno dei boschi della nostra regione. Sono solo alcuni dei progetti - illustrati questa mattina in una conferenza stampa a Palazzo Bastogi - grazie ai quali la Toscana si sta accreditando come un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e innovazione nell'uso del legno e nella valorizzazione dei suoi boschi (oltre un milione di ettari, circa il 47 dell'intera superficie regionale, la più ampia di tutte le regioni italiane).
Un impegno che per il governo regionale è di particolare rilievo, come sottolinea l'assessore all'agricoltura e alle foreste Tito Barbini: "E' un obiettivo di valorizzazione che affonda in una precisa consapevolezza, ovvero che la migliore salvaguardia dei nostri boschi passa attraverso la promozione di nuove opportunità di reddito e di occupazione, si parli della riscoperta di attività economiche tradizionali come dell'individuazione di nuove. L'uso del legno, poi, ha grandi significati ambientali, perché il legno rappresenta una delle poche materie prime rinnovabili nel senso più stretto del termine.
Penso poi a quale significato possa avere la diffusione di costruzioni in legno, a basso impatto ambientale e ben inserite paesaggisticamente, rispetto agli scempi che potranno passare con il condono edilizio voluto dal governo. Per questo voglio rivolgere anche un appello alle amministrazioni locali perché, anche con esplicite previsioni nei loro strumenti urbanistici, incentivino ed agevolino l'uso del legname per scopi costruttivi e paesaggistici". Ma la valorizzazione del legno toscano ha un'importante significato anche dal punto di vista economico.
Basti pensare che in Toscana, nel settore legato all'utilizzazione e prima trasformazione del legno, operano oltre 5.300 aziende, con 10.570 addetti. Se poi si aggiungono i mobilifici, quindi l'intera filiera legno-arredo, arriviamo ad oltre 13 mila aziende con più di 43 mila impiegati (il 4,6 per cento degli occupati toscani nell'industria, commercio e servizi). E' insomma una realtà rilevante, ma che in gran parte dipende dall'esterno: infatti, a fronte di un fabbisogno di oltre 3 milioni di metri cubi, la produzione forestale toscana copre solo il 30 per cento della quantità e il 20 per cento del valore.
Incrementare e valorizzare la produzione del legname di pregio, peraltro, non contrasta con i principi della sostenibilità. "Aumentare il prelievo di legname - spiega infatti Barbini - non significa sfruttare o peggio impoverire i nostri boschi. La selvicoltura classica ci dice che per non diminuire la risorsa è necessario che i tagli non superino l'incremento medio delle foreste. Attualmente in Toscana i prelievi sono attestati al 30 per cento di quel limite". (pc)