FIRENZE- L'avvio dei lavori per la Variante di Valico non può essere accettata senza che siano preventivamente predisposti rigorosi strumenti di tutela ambientale, facendo tesoro dell'esperienza maturata con i cantieri dell'Alta Velocità. Questo quanto l'assessore all'ambiente della Regione Toscana ha voluto sottolineare in una lettera inviata al ministro dell'ambiente, Altero Matteoli, e al ministro delle infrastrutture e trasporti, Pietro Lunardi. "Con l'apertura dei cantieri della Variante di Valico e tenuto conto dei problemi che continuano a manifestarsi con i lavori dell'Alta Velocità nello stesso ambito territoriale - spiega Franci - diventa molto difficile immaginare un avvio dei lavori senza essere riusciti davvero a far tesoro, in modo credibile, dell'esperienza dei cantieri dell'Alta Velocità ai fini della necessaria tutela dell'ambiente e del territorio e della correttezza dei rapporti che devono essere tenuti con i cittadini".
In particolare Franci solleva la questione degli Osservatori che in Toscana sono stati istituiti in relazione a diversi progetti infrastrutturali: "organismi che, nati singolarmente ed in tempi diversi, presentano ognuno una loro specificità, per modalità istitutive, per problematiche ambientali, per responsabilità di coordinamento o per funzioni assegnate".
In questo contesto l'assessore sollecita una rapida predisposizione delle norme che, tenendo conto delle esperienze di questi anni, possano "orientare in modo più efficace" gli strumenti di tutela ambientale per le opere infrastrutturali in corso di realizzazione e da realizzare, a partire dalla definizione delle modalità di organizzazione e funzionamento proprio degli Osservatori ambientali.
Tutto questo, ricorda ancora l'assessore, anche in considerazione delle altre grandi opere infrastrutturali che nei prossimi anni interesseranno la Toscana e che presupporrano l'istituzione di Osservatori finalizzati alle verifiche in relazione alle pronunce di compatibilità ambientale nonché al monitoraggio dei problemi ambientali nelle fasi di realizzazione e di primo esercizio delle opere.
È saltato l’incontro che il ministro Lunardi aveva sollecitato al presidente Lio Scheggi sul tema del Corridoio Tirrenico.
Nei giorni scorsi, infatti, il ministro aveva fatto sapere a Scheggi, tramite il direttore generale dell’Unione Province d’Italia, che lo avrebbe volentieri incontrato al convegno nazionale organizzato dall’Upi a Terni sulle infrastrutture dell’Italia Centrale. Ieri Scheggi c’era, Lunardi no. O meglio è arrivato puntuale, ha ascoltato due interventi, ha fatto il suo, se ne è andato prima che il presidente della Provincia di Grosseto e altri amministratori presenti prendessero la parole.
Impegni istituzionali lo riportavano a Roma.
Nessun colloquio con Scheggi, dunque, né un attenzione particolare proprio a quel Corridoio Tirrenico per il quale lui stesso aveva sollecitato l’incontro.
Nel suo intervento, piuttosto generico, il ministro ha rinnovato il proclama, elencando tutte le opere strategiche sul territorio nazionale, peraltro già ampiamente note; ha fatto un appello alla “sussidiarietà verticale” invitando gli enti locali alla collaborazione e al dialogo, ma non ha parlato né di Aurelia, né tantomeno della Due Mari, nonostante che il tema del Corridoio Tirrenico fosse stato sollevato dal presidente dell’Unione Regionale delle Province Toscane, Claudio Frontera, che Lunardi ha fatto in tempo a sentire prima di scappare a Roma.
Per il resto richiami ai principi di progettualità, efficienza, concretezza.
“Peccato – ha dichiarato il presidente Scheggi - che, parlando dell’aspetto sostanziale, i soldi per realizzare i progetti, si sia limitato a enumerare cifre generiche senza dire dove, come e quando verranno effettivamente reperite”.