FIRENZE- Oltre 40 relatori provenienti da tutto il mondo, più di duecento interventi previsti, sei conferenze tematico-geografiche e poi tavole rotonde, dibattiti, seminari, mostre. E cinque città – Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Prato – a fare da scenario, dal 26 al 28 settembre. Sono questi alcuni dei numeri più significativi della quarta edizione di “ToscanaMondo”, l’appuntamento triennale organizzato dalla Regione che fa il punto sulle attività di cooperazione internazionale che vedono protagonisti enti locali, Ong, associazioni, scuole, università della Toscana e che quest’anno è dedicato al tema “Governi locali e società civile per costruire pace, democrazia, sviluppo”.
Primo impegno in agenda è la tavola rotonda sul tema “Le Ong toscane promuovono il dialogo nord-sud tra le comunità”, che, organizzata dal Comune di Firenze, si terrà giovedì 26 settembre, alle ore 17, a Palazzo Vivarelli Colonna.
Venerdì 27 via alle sessioni tematiche, divise per aree geografiche.
Ad Arezzo – presso il Palazzo della Provincia – si parlerà di “Europa centro e sud-orientale: rafforzare società civile e governi locali”, con relazioni di Mauro Ginanneschi, presidente dell’Apet, Roberto Rosati, assessore del Comune di Prato, Murray McCullogh, capo ufficio stampa dell’Ue a Mostar, Giuseppe Cirinei, rappresentante delle Ong toscane. Tra gli ospiti stranieri, Ivan Jakovcic, presidente della Regione Istria (Croazia), Aristotel Cancescu, presidente della Contea di Brasov (Romania), Diana Kastrati, del Forum indipendente delle donne albanesi.
A Lucca – sede dell’incontro è il Palazzo della Provincia – si svolgerà invece la sessione dedicata a “America Latina: processi partecipativi e di sviluppo”. Sono previsti gli interventi introduttivi di Carla Guidi, assessore regionale all’organizzazione, Alfonso Moro, di Radiofrance International, Luis Gomez Echeverri, del Programma Onu di sviluppo per Cuba, e Fabio Lorenzi, rappresentante delle Ong toscane. Tra gli altri contributi in programma, quelli di Ernesto Medina Sandino, rettore dell’Università del Nicaragua, Elido Perez, sindaco di Salcedo (Rep.
Dominicana), Josè Goni, ambasciatore del Cile in Italia, Vittorio Bugli, sindaco di Empoli. Nell’ambito della sessione, si svolgeranno inoltre seminari specifici su “Argentina, le comunità toscane e la cooperazione”, “Cuba: bilancio e prospettive della cooperazione decentrata”, “La cooperazione toscana con il Chiapas”. “Mediterraneo: partecipazione, diritti, democrazia per lo sviluppo locale” è il tema della conferenza che si terrà a Pisa, presso l’auditorium del Centro “Maccarrone”.
Le relazioni saranno tenute dall’assessore regionale alla comunicazione, Chiara Boni, e dal presidente regionale dell’Arci, Vincenzo Striano, con interventi e comunicazioni di Karoui Sshabi, deputato tunisino, George Abu Zulof, direttore di Defence for Childrem International (Palestina), Nitsa Shelef, Comune di Haifa, e Mustafà Natshe, della Hebron. Due le conferenze che si terranno a Prato, a Palazzo Novellucci. La mattina obiettivo sull’Asia, con la conferenza sullo “Sviluppo urbano sostenibile” – relazioni e interventi, tra gli altri, di Maria Omodeo, del Cospe, e Xiadong Zheng, Municipalità di Wenzhou (Cina) – e il seminario su “Afghanistan, la Toscana per la ricostruzione sociale e umana” – tra i partecipanti, “Gaati”, di Rawa (Associazione delle donne afghane) recentemente insignita del Premio Viareggio, Mara Baronti, presidente della Commissione pari opportunità della Regione, Barbara Carrai, della Scuola superiore S.Anna di Pisa.
Nel pomeriggio si parlerà invece di “Africa: sostenere lo sviluppo delle comunità locali”, con relazioni e interventi, tra gli altri, di Enrico Cecchetti, vicepresidente del Consiglio regionale toscano, Mauro Pedalino, Ministero Affari esteri, Mathieu Diouf (Senegal), Rossella Miccio, Emergency, Fabio Simonetti, Caritas di Lucca.
La seduta conclusiva dei lavori si svolgerà sabato 28 a Firenze, nel salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio. Nella mattinata, il presidente della Regione, Claudio Martini, il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, il padre guardiano della Basilica della Natività di Betlemme, Ibrahim Faltas, e amministratori locali dell’area discuteranno sul ruolo dei governi locali nel Mediterraneo.
Poi, dopo un’altra sessione su Ong e governi locali – con la presenza tra gli altri di Alessandro Serafini, responsabile della cooperazione decentrata per il Ministero Affari esteri -, le conclusioni e la presentazione della Dichiarazione di “ToscanaMondo” affidate all’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Riccardo Conti. Nel pomeriggio, infine, l’ultimo atto dell’edizione 2002 di “ToscanaMondo” con il dibattito, sempre nel salone de’ Cinquecento, “Il villaggio globale: il dialogo tra territori e nei territori.
La nuova frontiera della cooperazione decentrata”.
Un terzo del mondo ha rapporti con la Toscana, con i suoi Comuni e le sue Province, con le sue comunità montane, con le sue scuole ed università, con gli ospedali, le Asl e con le associazioni che operano sul suo territorio. Sono infatti 68 i paesi con cui la Toscana coopera. E 68 paesi, su 190 che sono i membri dell’Onu, non sono certo pochi: è la misura della solidarietà messa in campo dalla nostra regione.
La parte del leone la fa l’Africa non mediterranea: la Toscana coopera con 21 paesi.
Ma sono 16 le nazioni anche in America Latina, 11 nell’Europa centro-orientale, 9 in Asia, 6 nell’Europa sud-orientale e 5 tra il Meditteraneo ed il Medio Oriente.
Per la cooperazione la Toscana ha impiegato risorse nel 2002 pari a 4.833.515 euro: 2.474.915 sono fondi regionali, 1 milione e 269 mila euro vengono da altri soggetti toscani, mentre 1 milione e 89.600 euro sono soldi di agenzie dell’Onu e dell’Unione europea gestiti dalla Regione.
Nel 2001 i progetti cofinanziati dalla Regione direttamente attraverso i fondi per la cooperazione sono stati 11, altri 19 nel 2002.
Ma sono solo una parte: un’altra quarantina sono inseriti in piani integrati e sostenuti, anche dalla Regione, attraverso diversi canali finanziari. Mentre il numero di quelli avviati nel 2002 raggiunge ormai il numero di cento. La Toscana collabora e coopera sul fronte sanitario, per mantenere aperti e funzionanti gli ospedali in zone martoriate dalla guerra o per formare i medici di questi ed altri paesi, perché senza formazione questi progetti non avrebbero futuro. La Toscana accoglie ogni anno nei propri ospedali fino a 300 bambini, vittime di guerra ma anche affetti da gravi patologie che, dove sono nati, non potrebbero altrimenti essere curate.
Negli stessi paesi la Toscana invia medicinali, apparecchiature dismesse alla proprie Asl ma ancora funzionanti.
Ci sono poi programmi che nascono da problematiche ambientali: dalla Bielorussia ogni anno giungono in Toscana bambini che soggiornano per qualche settimana nella nostra regione per fortificare il loro sistema immunitario, a rischio dopo l’esplosione nel 1986 di un reattore nucleare la cui nube radioattiva attraversò l’intera Europa. Dal 1992 i bambini ospitati sono già stati oltre 6.000.
Ci sono attività di formazione professionale – tra i tanti corsi, dal Mar Morto alle Ande, ve ne sono alcuni per meccanici, elettricisti ed orto-viticoltori, per addetti nei settori della zootecnica o della lavorazione del latte – ci sono ‘gemellaggi’ che nascono da scambi economici e commerciali, aiuti per sviluppare i porti o costituire una banca del grano, per migliorare le condizioni igienico-sanitarie dei villaggi o creare nuove imprese ed imprenditori, il sostegno per la valorizzazione, a fini turistici, del patrimonio culturale di una certa area, rapporti a volte semplicemente culturali.
C’è anche l’impegno a favore del microcredito – la Regione ha firmato nel 2000 un accordo con Banca Etica per il suo sviluppo nell’area dei Balcani e successivamente in Africa e negli altri paesi del sud del mondo – ci sono le campagne sui diritti umani, economici, sociali e politici, i progetti di cooperazione allo sviluppo per sostenere le donne o portare l’acqua potabile, corsi per i dirigenti della pubblica amministrazione, aiuti alle scuole e agli orfanotrofi, l’impegno infine in Israele e in Palestina.
Una rete fittissima di rapporti, programmi e gemellaggi lega infatti la Toscana alla terra Santa, fin dal 1992. Obiettivo comune: costruire ponti di dialogo e di amicizia tra civiltà.
Talvolta la cooperazione allo sviluppo apre la strada alla cooperazione economica e culturale. Talora avviene il contrario. Ma sono due facce di un’unica politica di pace, che per la Toscana rappresenta un asse strategico e non qualcosa di residuale o marginale.