“Vogliamo fare del passaggio delle strade ex statali dall’Anas alla Provincia l’occasione per migliorare la qualità dei servizi e fare della viabilità non solo una voce di spesa ma anche una importantissima risorsa per lo sviluppo del territorio”. Con queste parole il presidente della Provincia Michele Gesualdi e l’assessore provinciale alla viabilità, Mirna Migliorini, hanno spiegato questa mattina ai giornalisti la filosofia con la quale la Provincia di Firenze guarda alla sua nuova competenza, concretamente assunta il 1° ottobre, sull’esercizio della maggior parte delle strade ex Anas. Sono 493 i chilometri di ex-statali dei quali la Provincia deve ora occuparsi, una bella aggiunta ai 946 chilometri di provinciali di cui l’ente già si occupava (310 dei quali nel Circondario Empolese) e soprattutto una gran mole di lavoro, proporzionale ai flussi di traffico assai elevati sostenuti da queste arterie, fra le quali spiccano la Firenze-Pisa-Livorno, con tutti i suoi problemi, o per lunghezza la 2 Cassia, la 429 della Val d’Elsa, la 65 della Futa, la 302 Faentina.
Fra le ex statali solo il raccordo autostradale Firenze-Siena e la 67 resteranno all’Anas. La Provincia gestisce ora tutte queste strade ma è proprietaria solo di una parte di esse, per 135 chilometri. Gli altri 358 chilometri restano nel demanio regionale, FI-PI-LI compresa. In merito a questo importante e problematico asse, per il quale la Regione ha espresso l’esigenza di una gestione affidata ad una sola Provincia e che passerà di mano dall’Anas il 31 marzo 2002, la Provincia di Firenze ha dato la sua disponibilità a farsene carico per la totalità del percorso. “Il fatto è - ha ricordato questa massima l’assessore Migliorini - che il complesso di strade che ci è stato consegnato, in un clima di scarsa collaborazione da parte dell’Anas che non ci ha certo agevolato, ha sofferto del disinteresse crescente dell’azienda, ed è sotto gli occhi di tutti gli automobilisti il cattivo stato di salute della viabilità ex statale, frutto di una scarsa capacità di programmare i lavori e di una scarsa consapevolezza del ruolo che le infrastrutture viarie giocano nello sviluppo del Paese”. Il Ministero dell’Economia non ha ancora emanato il decreto di trasferimento alle Province delle risorse finanziarie che devono accompagnare il trasferimento delle strade.
Qualche preoccupazione, espressa oggi dal presidente Gesualdi, anche per la Finanziaria 2002, che minaccia di tagliare i fondi necessari agli enti locali per far funzionare il decentramento e di bloccare le nuove assunzioni.L’ipotesi di gestione su cui la Provincia lavora per raggiungere l’obiettivo di strade migliori è quella di dividere il territorio provinciale in due aree più o meno equivalenti per superficie e flussi di traffico, concentrando su una le proprie risorse umane ed affidando la manutenzione dell’altra nella forma del “global service”. In ogni caso, il personale provinciale e quello trasferito dall’Anas, che è solo una parte di quello che l’azienda impiegava, non sono sufficienti, ed entro il febbraio del 2002 si procederà ad indire nuovi concorsi e ad assumere 5 ingegneri, 8 geometri, un funzionario tecnico e due funzionari amministrativi.
Del tutto innovativa la previsione di un regolamento per la gestione delle strade ex statali, che punta in particolare a due grandi obiettivi: garantire la sicurezza alla circolazione e tutelare il paesaggio. Per la prima - oltre a prevedere l’introduzione di servizi di informazione al cittadino – è in progetto l’introduzione di elementi di innovazione, come l’impiego di vernici antinebbia nella segnaletica orizzontale, ed in genere una grande attenzione sarà prestata alle esigenze di pedoni, ciclisti, bambini. Per il paesaggio, si vuole cambiare da passivo ad attivo il ruolo dell’ente gestore delle strade.
Ciò vuol dire intervenire realizzando piazzole attrezzate per la sosta dei turisti e non limitarsi a dare concessioni per i cartelloni pubblicitari ma gestire la pubblicità stradale tenendo conto delle collocazioni e dei flussi di traffico, e conseguentemente diversificando comportamenti e tariffe, oltre che individuando preventivamente gli ambiti territoriali nei quali la esposizione di pubblicità deve essere vietata o limitata a garanzia del paesaggio della sicurezza.(mr)