«E’ senza dubbio un fatto di grandissima rilevanza che il Sindaco abbia commissionato ad un gruppo di lavoro scientifico un piano strategico metropolitano, perché si inizia finalmente ad affrontare, ad ampio respiro, il futuro di Firenze». Lo ha dichiarato il capogruppo dei Verdi Alessio Papini. «Ciò premesso - ha aggiunto - è difficile non notare alcune contraddizioni e carenze nell’impianto del documento. Molte delle premesse sembrano datate alla luce delle scelte fatte in questa legislatura.
In particolare la teoria secondo cui i residenti a Firenze dovrebbero diminuire ulteriormente viene confutata dalle migliaia di alloggi già progettati e, in molti casi, in via di costruzione a Novoli, nell’area Leopolda, alle Murate, a San Lorenzo a Greve, nell’ex Gondrand e nell’ex SIME. Con questa mutazione delle premesse viene anche a cadere la necessità affermata di traslocare funzioni da Firenze ad altri comuni dell’area metropolitana». Secondo il capogruppo dei Verdi «è piuttosto contraddittorio che si affermi nelle premesse come il sistema congressuale fiorentino sia particolarmente di successo, salvo proporre nelle linee d’intervento di modificarlo radicalmente spostando le funzioni congressuali in altro comune.
In realtà è proprio la compresenza di funzioni congressuali con la stazione centrale e con il valore aggiunto monumentale del centro storico a spiegare il successo della formula fiorentina. All’interno del piano strategico andrebbe ridiscusso l’uso delle aree presso i nodi ferroviari valutando anche l’ipotesi di destinare alcuni edifici per stoccare merci a breve termine. L’area fiorentina – ha rilevato Papini - necessita anche dell’individuazione di un’area, possibilmente industriale dismessa, da destinare ad aziende ad altissima tecnologia informatica, bioinformatica e farmaceutica avanzata: quindi con moderne cablature e collegamenti al sistema universitario.
Fra le infrastrutture, con sforzo non eccessivo, sarebbe poi possibile inserire un “Piano Metropolitano della Mobilità Ciclabile” che preveda ad esempio un collegamento ciclabile lungo la direttrice Firenze-Perfetti Ricasoli-Sesto-Calenzano-Prato. Del tutto dimenticata è l’agricoltura - ha proseguito il capogruppo dei Verdi - solo nel Comune di Firenze, il più urbanizzato, il 30% della superficie è agricola mentre negli altri comuni la quota sale di molto. Il recupero della redditività delle aziende agricole attraverso l’inserimento di un forte circuito di ricettività agrituristica e una salvaguardia di un marchio di provenienza e delle antiche varietà colturali tipiche rappresenta una importante ricchezza da sviluppare in sinergia col settore turistico.
Anche ipotizzare aziende di artigianato di alta qualità, ad esempio nel settore orafo, che possano approfittare dell’elevata immagine internazionale di Firenze, contribuirebbe a sviluppare l’economia della città in un settore di sviluppo ad alta redditività e professionalità. Molto carente, infine, è l’analisi ambientale di cui è stato affrontato solo l’aspetto societario di alcune municipalizzate. Manca un piano di riduzione dei consumi energetici, della produzione di rifiuti, del rischio idrogeologico e della cementificazione del territorio come invece prospettato in altri documenti regionali.
Non viene messo in evidenza come l’uso del territorio come parco o per l’agricoltura sia essenziale sia per il miglioramento della qualità dell’aria e del rumore che per ridurre l’impronta ecologica su scala globale oltre che per gli evidenti benefici sulla qualità della vita dei cittadini».