Prato, 28/8/2001 - Un’occasione singolare per conoscere meglio gli stretti legami, per molti insospettati, che uniscono la Val di Bisenzo e la Corsica. Stiamo parlando dell’iniziativa promossa dalla Commissione pari opportunità della Provincia e dedicata alle numerose donne che dalla Val di Bisenzio, tra l’Ottocento e il Novecento, vissero l’esperienza dell’emigrazione in Corsica. La Commissione ha organizzato per domenica 2 settembre a Cantagallo un appuntamento, aperto a tutti, che ha l’obiettivo di recuperare una pagina di cultura femminile attraverso memoria e tradizioni.
La manifestazione che vede la regia della Commissione pari opportunità è promossa insieme alla Comunità montana, al Comune di Cantagallo, e con la collaborazione del Centro di documentazione della Val di Bisenzio che si occupa del coordinamento, di Dryphoto e della Filarmonica Verdi di Luicciana. “L’iniziativa rappresenta una tappa del progetto più vasto elaborato dalla commissione con l’obiettivo di promuovere un’azione sinergica con tutti i soggetti presenti sul territorio per valorizzare la conoscenza degli ambienti e della cultura”, sottolinea Luciana Galeotti, presidente della Commissione pari opportunità.
L’iniziativa si svolgerà interamente all’interno della Riserva dell’Acquerino. Per le ore 9 è prevista la partenza da Cantagallo e il trasferimento a piedi fino a Cave. Qui, alle 11, si terrà un confronto su “Cultura femminile nella memoria e nelle tradizioni dall’Appennino alla Corsica” a cui prenderanno parte – con il coordinamento di Rita Biancalani - Corinne Bartolini, dell’Università della Corsica e Adriana Dadà dell’Università di Firenze. Per le 12.30 è previsto un pranzo tipico tradizionale curato dall’Associazione Pro loco di Luicciana.
Nel pomeriggio sotto il Faggione di Luogomano (ore 16.30) ci sarà un concerto della Filarmonica Verdi di Luicciana. Per raggiungere il Faggione è possibile usufruire di un servizio navetta che farà servizio da Cantagallo a partire dalle ore 14.30. La Val di Bisenzio, come tutta la parte occidentale dell¹Appennino Toscano, ha un legame storico con la Corsica, che oggi è soprattutto una meta turistica, ma che, dalla fine dell¹Ottocento fino alla metà del ‘900 è stata oggetto di migrazioni stagionali legate ai mestieri del bosco, ai lavori agricoli, alle opere edili.
Erano quasi esclusivamente gli uomini a partire in ottobre-novembre, dopo la raccolta delle castagne, da Montepiano, Luciana, Cavarzano, Fossato, Cantagallo, Migliana, le zone più alte e più povere, nelle quali era tradizionale emigrare in inverno per sopperire alle necessità del reddito familiare. Le donne rimanevano a casa con i figli e gli anziani, in attesa del ritorno che avveniva in primavera: in alcuni casi (e si trattava delle situazioni di vera e propria povertà) seguivano il marito in Corsica, più frequentemente si trasferivano laggiù con tutta la famiglia, se la migrazione da stagionale diventava definitiva.
Naturalmente questo fenomeno migratorio era l¹occasione per scambi, per matrimoni, intreccio di parentele, legami che ancor oggi restano vivi, a distanza spesso di un secolo. In Corsica toccava agli emigranti una vita dura. Sul tema delle migrazioni dalla Val di Bisenzio alla Corsica è stata avviata una ricerca da parte del Centro di documentazione storica della Val di Bisenzio e dell¹Università di Corte: è già pronto un volume di testimonianze che sarà presentato in ottobre, nella ricorrenza delle migrazioni di un tempo.
Per informazioni ci si può rivolgere al numero 0574-534252.