E di questi, quasi il 75 per cento ha ritenuto l'esperienza piacevole, oltre il 55 per cento ha espresso il desiderio di ripeterla anche in futuro. Sono dati sul consumo di ecstasy, in qualche modo in linea con le medie degli altri paesi europei, che oscillano tra il 3 e l'5 per cento (con punte minime dell'1 per cento della Svezia e massime dell'8 per l'Inghilterra), ma che questa volta emergono da una ricerca effettuata non in una grande metropoli, ma nella Valdinievole.
Ricerca - la prima in Toscana e una delle primissime, se non la prima,.
in Italia per estensione ed approfondimento - che "fotografa" il rapporto tra i giovani e le nuove droghe sintetiche (di cui l'ecstasy rappresenta il prototipo): un'indagine, della Asl 3, che ha coinvolto tutte le scuole superiori della Valdinievole: ovvero non un campione, ma un'intera popolazione studentesca, per un totale di oltre 3 mila giovani. Si tratta di un progetto che, affidato alla dottoressa Roberta Milanese e durato un anno, e' stato avviato nei primi mesi del 1998, in tempi cioe' ampiamente precedenti l'"allarme" esploso anche a livello di opinione pubblica negli ultimi mesi.
Alla sua base, la consapevolezza che nel corso di tutti gli anni Novanta si e' assistito ad una diffusione sempre maggiore delle droghe sintetiche, tanto che, dopo la cannabis, l'ecstasy e' ormai la droga piu' "popolare".
La ricerca - presentata oggi in una conferenza stampa con l'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani - ha avuto l'obiettivo di fare luce sulle abitudini di consumo dei giovani, con i relativi dati socio-anagrafici e familiari, e, allo stesso tempo, di conoscere i loro atteggiamenti nei confronti dell'ecstasy.
Ne e' emerso un identikit del consumatore di ecstasy, figura con caratteristiche peculiari, non assimilabili ne' ai consumatori tipici di sostanze leggere, ne' agli eroinomani o cocainomani: in prevalenza di sesso maschile, piu' propenso a assumere altri tipi di sostanze e a fumare, convinto di non essere tossicodipendente, anche se consumatore abituale, all'insaputa dei genitori (solo il 10.8 per cento di quest'ultimi lo hanno saputo e, di essi, quasi 3 su 4 l'hanno presa "malissimo") La percentuale di chi ha gia' consumato l'ecstasy e' certamente significativa, anche perche' l'indagine si e' limitata alla sola popolazione scolastica, ma e' possibile che proprio nel mondo del lavoro si concentrino maggiormente i consumatori: proprio per questo nel corso di quest'anno partira' una nuova indagine, che, mirata sul mondo del lavoro, sara' finanziata con le risorse del Fondo nazionale per la lotta alla droga.
In ogni caso anche altri dati dimostrano quanto le "nuove droghe" siano presenti e diffuse tra i giovani: il 44.8 per cento degli intervistati conosce persone che usano l'ecstasy, il 50.2 saprebbe come procurarsela e al 18.9 per cento e' stata offerta.
A questo va aggiunto che i giovani sembrano sottostimare la pericolosita' di questa sostanza. Molti di loro, infatti, sono convinti che essa non dia dipendenza fisica o psichica - e quindi non sia una "droga" nel senso pieno del termine - e comunque il 34 per cento non attribuisce al consumatore di ecstasy le caratteristiche di solito connesse alla figura - o allo stereotipo - del tossicodipendente.
Comunque solo il 13.7 per cento e' favorevole alla legalizzazione dell'ecstasy, contro il 43 per cento di chi lo e' per la cannabis. L'85.2 e' inoltre convinto che ci sia una relazione tra il suo uso e gli incidenti stradali. E' significativo, tra l'altro, che se il 78.2 per cento dei ragazzi si ritiene informato sulla droga e che se il 60.7 per cento sente il bisogno di ulteriori informazioni, siano proprio i ragazzi che hanno una percezione meno negativa delle droghe sintetiche quelli che avvertono un minor bisogno di informazione.
Un dato che invita a riflettere sui possibili risultati dei piu' tradizionali interventi preventivi, presumibilmente di scarso impatto su soggetti poco motivati ad essere informati. Sono insomma necessarie nuove strategie, con interventi in grado di affrontare tipologie di consumo sempre piu' legate a nuovi stili di vita giovanile E' questa la strada imboccata da tempo anche dalla Regione Toscana, per esempio con la recente ripartizione delle risorse assegnate nell'ambito del Fondo nazionale per la lotta alla droga: oltre 31 miliardi per quasi 300 progetti sulle tossicodipendenze, molti dei quali calibrati sui mutati scenari delle tossicodipendenze - come i consumi del "sabato sera"- o su situazioni finora oggetto di minori attenzione, dal carcere, ai campi Rom, ai soggetti con disturbi psichiatrici.