"Il segretario dell'Autorita' di Bacino Raffaello Nardi ha
redatto la proposta di perimetrazione nel Bacino dell'Arno e del Serchio
ignorando gli studi gia' effettuati e le attivita' di pianificazione esistenti e
rischiando cosi' di incidere sulla realizzazione di opere da tempo
programmate e attese come nel caso dell'area di Castello a Firenze".
Si apre cosi' la dichiarazione diffusa oggi dall'assessore all'urbanistica Tito
Barbini a seguito delle notizie apparse sulla stampa. "La proposta, che ha sollevato una generale protesta delle
amministrazioni comunali interessate - scrive l'assessore - sara' esaminata
attentamente nel merito dalla giunta regionale, in primo luogo per verificare i
criteri ed i dati oggettivi che stanno alla base della proposta stessa.
Senza voler anticipare le conclusioni che saranno assunte in quella sede - aggiunge Barbini - e' tuttavia evidente che il professor Nardi ha ignorato il fatto che in Toscana, da anni, la pianificazione del territorio si basa sulla preventiva individuazione dei fattori di rischio idrogeologico e che ogni piano regolatore è corredato da studi di pericolosita' e di fattibilita' che condizionano od escludono gli interventi nelle zone riconosciute a rischio. Un esempio che mette in lampante evidenza il fatto che l'Autorita' di Bacino ha operato ignorando anni di studi e di attenzione allo stato di rischio idraulico del territorio - sono ancora parole dell'assessore - e' quello relativo all'area di Castello destinata anche alla Scuola dei Sottufficiali dei Carabinieri.
In quell'area, la cui urbanizzazione e' prevista nel Prg di Firenze da circa 40 anni, la Regione ha formalmente individuato, fino da metà degli anni '80, una situazione di dissesto idraulico che origina fenomeni locali di ristagno da rimuovere prima della utilizzazione dell'area. In conseguenza di cio', lo schema strutturale della piana fiorentina, approvato dal Consiglio regionale nel 1990, pose precise condizioni per l'attivazione dell'intervento, integrate da quelle discendenti dalla norma approvata dal Consiglio regionale, nel 1993, di prescrizioni e vincoli per la salvaguardia del rischio idraulico.
L'area fa parte del piano di bonifica della
piana di Sesto Fiorentino e territori limitrofi, approvato nel 1992 ed integrato
nel 1998, ed anche questo piano, redatto a seguito di specifici studi,
individua le sistemazioni da compiere per rimuovere il rischio idraulico
presente.
L'accordo di pianificazione, recentemente approvato per avviare la
realizzazione dell'intervento urbanistico, - prosegue Barbini - contiene
precise e stringenti indicazioni sugli interventi necessari per mettere in
sicurezza l'area ed il sistema dei canali interessati.
La norma urbanistica di attuazione prevede che i lavori edilizi non possano iniziare se non dopo la realizzazione di opere di salvaguardia idraulica, definite attraverso uno specifico studio redatto dal Comune di Firenze in osservanza della normativa regionale di salvaguardia. Alla definizione della norma, fra l'altro ha partecipato anche il ministero dei lavori pubblici nell'ambito dell'accordo di programma per la Scuola dei Carabinieri. La convenzione allegata al piano attuativo mette a carico della proprietà l'obbligo di realizzare preventivamente vasche di laminazione ed interventi di risanamento e di adeguamento del sistema idraulico locale, con investimenti di molti miliardi a carico dei privati. Oggi - prosegue la dichiarazione di Barbini - l'Autorita' di Bacino scopre che in quell'area, peraltro mai assoggettata ad esondazioni di corsi d'acqua ma interessata solo da fenomeni locali di ristagno, ci sono dei problemi e la vincola, ignorando anni di esaurienti studi, di impegni assunti, di importanti scelte amministrative. Non c'e' dubbio - conclude l'assessore - che la questione sara' rapidamente chiarita sulla base della situazione oggettiva, cosi' come lo saranno tutti gli altri analoghi casi che hanno sollevato la protesta degli enti locali.
Piu' difficile sara' chiarire come il Segretario dell'Autorita' di Bacino si sia permesso di intervenire cosi' pesantemente sul territorio, ignorando una fondamentale attivita' di studio e pianificazione che in anni di intenso impegno della Regione e delle amministrazioni locali, hanno dotato la collettivita' di precisi ed esaustivi strumenti per il superamento del rischio idrogeologico".