Una riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera quantificabile in circa dieci milioni di tonnellate all'anno, tre in piu' di quanto spetterebbe alla Toscana con un impegno limitato all'attuazione degli obiettivi assunti a Kyoto dall'Europa e dall'Italia per la riduzione dei gas responsabili dell'"effetto serra"; un risparmio energetico calcolato in 3.32 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 28 per cento degli interi consumi regionali, e un incremento della produzione elettrica di circa 1600 MW, dei quali oltre mille da fonti rinnovabili; un insieme di indirizzi per il rinnovamento e la razionalizzazione del sistema energetico regionale - ma anche per la riduzione dei consumi - che, qualora attuati, si stima possano muovere nel decennio 2000-2010 investimenti per oltre 4 mila miliardi di lire, inducendo nuova occupazione per oltre 20 mila unità lavorative.
Sono questi i numeri del Piano energetico regionale che, primo in Italia imperniato sul concetto di sostenibilità, la giunta ha approvato in questi giorni, su proposta dell'assessore all'ambiente e all'energia, Claudio Del Lungo. "Un risultato di grandissimo rilievo - spiega l'assessore - Abbiamo portato a compimento un lavoro ambizioso e difficile, che non aveva precedenti in altre regioni italiane.
Per la prima volta la Toscana si e' cimentata nella programmazione dell'efficienza energetica e della riduzione dei gas climalteranti, adeguandosi, e oltrepassando, gli obiettivi del protocollo di Kyoto".
Per la sua attuazione il piano potrà utilizzare le risorse messe a disposizione a livello comunitario (fondi strutturali), nazionale (carbon tax) e regionale (l'uno per cento minimo dell'accisa sulla benzina).
Cosi' pure, potrà servirsi dell'Agenzia regionale per l'energia, società per azioni, a prevalente partecipazione della Regione e degli enti locali, la cui legge istitutiva e' stata approvata dalla giunta contestualmente al piano. "Oltre ad un ruolo di attuazione del piano - spiega Del Lungo - l'agenzia avrà compiti specifici di promozione delle fonti rinnovabili e di supporto nelle attività di programmazione degli enti locali. Sara' aperta agli operatori del settore e alle agenzie provinciali per l'energia, che già esistono a Firenze, Livorno, Lucca, Pisa".
Minori consumi, maggiore efficienza energetica, piu' fonti rinnovabili, in una regione in cui, peraltro, gia' il 23% dell'energia elettrica prodotta proviene da fonti rinnovabili (contro un obiettivo dell'Unione europea del 12%).
Sono queste le principali direttrici di un piano, che si articola in un quadro conoscitivo, negli indirizzi, in un piano finanziario e in un programma temporale.
Nel 1990 le emissioni di CO2 in Toscana ammontavano a circa 27 milioni di tonnellate all'anno, il 6.8 per cento del dato nazionale, cifra rispetto alla quale l'impegno alla riduzione, imperniato sul Protocollo di Kyoto, può essere quantificato in 7 milioni di tonnellate. I dieci milioni di tonnellate sono raggiunti attraverso l'individuazione di precisi obiettivi per ogni settore di produzione e consumo di energia.
Centrali termoelettriche
Non si prevede la costruzione di nuove centrali e la potenza installata resterà invariata.
Il passaggio al metano e al ciclo combinato nelle centrali di Livorno e Santa Barbara e gli interventi migliorativi a Piombino comporteranno una riduzione di due milioni di tonnellate annue di Co2.
Cogenerazione. Il settore, con la produzione combinata di energia e calore, ha ampi margini di crescita. C'è spazio per 3-5 impianti di media dimensione e per 30-40 di piccola dimensione. La realizzazione degli indirizzi, con una potenza installabile di 500 MW, comporterebbe investimenti per 900 miliardi, nuova occupazione per 1530 unita' e una riduzione di CO2 di un milione e 300 mila t./anno.
Idroelettrico
Modeste le potenzialità ancora non sfruttate sul territorio regionale.
I siti favorevoli all'installazione di impianti sono 45, tutte per strutture di taglie ridotte e comunque da valutare sulla base delle vocazioni dei territori interessati. La riduzione di CO2 si stima in 147 mila t./anno, gli investimenti necessari in 385 miliardi, l'occupazione in 5.400 unità (stima ricavata, come le seguenti, dagli atti della conferenza nazionale sull'energia e l'ambiente).
Eolico
Non esistono ancora installazioni operative, ma le potenzialità sono molto ampie.
A parte il complesso del Monte Secchieta e gli impianti progettati a Fiorenzuola (Firenze) e a Zeri (Massa), il piano individua 92 possibili aree eoliche, con una potenza installabile di 300 MW, una riduzione di CO2 di 420 mila t./anno, investimenti necessari per 450 miliardi e un'occupazione di 6.400 unità Solare. Per il fotovoltaico applicazioni significative interesseranno le utenze isolate le piccole isole, ma si punta soprattutto su uno sviluppo del termico, considerato che la Toscana, come l'Italia, ha ancora valori molto lontani dalla media europea (3.2 metri quadrati di pannelli solari ogni mille abitanti, contro i 18.6 mq dell'Unione europea, ma anche contro i 159 mq di un paese come l'Austria).
Si stima una potenza installabile nel decennio pari a 200 mila mq, con una riduzione di CO2 pari a 4 mila t./anno, 140 miliardi di investimenti necessari, un'occupazione di 1800 unità.
Biomasse
Per l'utilizzazione di materia vegetale come fonte di energia si ipotizza una potenza installabile di 92 MW, una riduzione di CO2 di 644 mila t./anno, investimenti necessari per 360 miliardi, un'occupazione di 5.700 unità.
Geotermia
Il settore ha grandi potenzialità con 23 pozzi, tutti con temperature molte elevate, e 23 sorgenti ancora non oggetto di utilizzazione.
Si ipotizza una potenzia installabile di 300 MW per gli usi elettrici, con un milione e 400 milioni t./anno di CO2 in meno, e di 200 MW, con 300 mila t./anno in meno di CO2, per la produzione di calore.
Energia da rifiuti
Il Piano esamina le prospettive che si sono aperte grazie alle importanti novità introdotte in questi anni dalle normative nazionali (Decreto Ronchi) e regionali e ipotizza una potenza installabile di 163 MW con una riduzione di CO2 di 976 mila t./anno.
I consumi
Per raggiungere i suoi obiettivi, il piano punta anche ad una sostanziale riduzione e razionalizzazione dei consumi, cioe' ad un contenimento della domanda di energia e ad un'utilizzazione più efficiente di quest'ultima.
Così, significativi sono le azioni individuate per il settore abitativo e terziario: interventi sul tessuto urbano, sugli edifici classificati secondo le varie tipologie di utilizzo, sugli impianti di riscaldamento e di raffrescamento, sull'illuminazione, sul ciclo dell'acqua.
In questo modo il piano prevede una riduzione di CO2 stimata in 720 mila t./anno.
Altri sostanziali interventi sono previsti per il settore produttivo e per quello dei trasporti, il cui peso energetico potrà essere ridotto con investimenti in infrastrutture leggere, lo sviluppo del trasporto multimodale e collettivo, il miglioramento tecnologico dei mezzi.
L'importanza di questo settore emerge anche dalla quantità di CO2 che il piano stima riducibile nel decennio, pari a ben 2 milioni di t./anno.