E' stato presentato questa mattina in Palazzo Vecchio il volume "Giardini pubblici a Firenze dall'Ottocento ad oggi" di Mario Bencivenni e Massimo De Vico Fallani. La vicenda del verde pubblico a Firenze ha origine fra il '700 e l'800, cioè in quei decenni in cui anche a Firenze, per iniziativa prima dei Granduchi lorenesi e poi del Governo napoleonico, sono aperte al pubblico passeggio la tenuta granducale delle Cascine e si predisposero nuove alberate lungo lo stradone interno delle mura urbane e in alcune piazze.
Ma il vero decollo di un sistema di verde pubblico urbano si ebbe col piano di ampliamento della città redatto da Giuseppe Poggi in occasione del trasferimento della capitale da Torino a Firenze: grazie ai lavori progettati e realizzati in quell'occasione la città vide moltiplicarsi il numero dei giardini pubblici con episodi di grande respiro quali la stupenda passeggiata del Viale dei Colli. Sempre in quella occasione e per far fronte alla realizzazione e alla manutenzione di un cospicuo patrimonio di verde pubblico, il Comune di Firenze si dotò di un "servizio giardini" moderno ed efficiente che sotto la direzione di due esponenti di una famiglia di giardinieri, Attilio e Angiolo Pucci, divenne nell'ultimo quarto di secolo dell'800 una delle strutture più efficienti e ammirate della nostra Amministrazione Comunale.
Si pensi solo alla sezione sperimentale dei vivai realizzata allora dietro la Palazzina Reale delle Cascine, e divenuta poi Facoltà di Scienze Agrarie e Forestali quando, nel nostro secolo, fu istituita l'Università degli Studi di Firenze.