Gia nel 1958 l'architetto Giovanni Michelucci scriveva che per Firenze, priva di una struttura urbana moderna e stretta da una cintura di colline, l'unica via di fuga poteva individuarsi a nord-ovest in direzione di Prato e Pistoia. L'idea di Michelucci era di costituire lo snodo commerciale della citta collocandovi anche un centro direzionale e residenziale, per invertire la tendenza alla concentrazione in centro delle funzioni pregiate. E nel Piano regolatore del 1962, l'Assessore all'Urbanistica Edoardo Detti prevedeva una operazione urbanistica volta a decongestionare il centro storico.Il processo di concentrazione si e effettivamente verificato negli ultimi 40 anni, com'e accaduto anche a Venezia.
L'aumento dei valori del mercato immobiliare ha spinto buona parte della popolazione a trasferirsi nei comuni satellite, lasciando campo libero ad attivita commerciali e turistiche. Ne e risultato un impoverimento sociale del territorio oltre al congestionamento del nucleo storico.Nel 1984 alcuni operatori privati, l'Agip, la FIAT e la Fondiaria, proprietari di terreni a Novoli e a Castello, manifestano l'intenzione di avviare operazioni immobiliari in quelle aree. Nel marzo del 1985 la Giunta comunale guidata dal repubblicano Lando Conti, con Gianni Conti (DC) all'Urbanistica, avvia una variante del piano regolatore per il settore nord-ovest.
Si progetta una citta multipolare, collocando tra Novoli e Castello un sistema di aree terziario-direzionali, collegate con una rete complessa di comunicazione. Tre milioni di metri cubi a Castello, un milione a Novoli, 3.000 miliardi di investimenti.