La collocazione dell'aeroporto di Firenze sembra esser stata fin dall'inizio fonte di accese polemiche. Ripercorrere la sua storia significa imbattersi sempre nelle medesime problematiche.Il primo sito aeroportuale fiorentino fu a Campo di Marte. Sorto intorno al 1910, per sperimentare velivoli ancora rudimentali, divenne negli anni '20 sede dell'Aeroclub "Luigi Gori", da dove si librava in spericolate esibizioni il pilota Vasco Magrini. Ma nel 1928, a causa del processo di rapida urbanizzazione, l'aviazione fu costretta a trovare un'area decentrata, anche per offrire uno scalo potenziale lungo le appena nascenti direttrici di traffico: la Roma-Venezia-Vienna e la Roma-Milano-Berlino.Erano gli anni in cui Firenze viveva una fase di slancio urbanistico.
Basti pensare allo stadio Comunale, progettato da Pierluigi Nervi, alla Stazione di Santa Maria Novella di Giovanni Michelucci, allo stabilimento FIAT a Novoli, sino all'inizio dei lavori per la Firenze-Mare. Fu proprio all'imbocco dell'autostrada, nella piana di Peretola in cui Boccaccio aveva ambientato la novella di "Chichibbio e la gru", che il 27 maggio 1929 fu proclamata la nascita del nuovo campo aeroportuale. Iniziativa a opera del Sottosegretario all'Aeronautica Italo Balbo, pochi mesi dopo Ministro del governo fascista per cinque anni, e grande appassionato del volo: tra l'altro organizzatore e partecipante della trasvolata atlantica del 1933.