La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani ed è una conseguenza delle persistenti disuguaglianze di genere. Dal 1981, le attiviste per i diritti delle donne hanno scelto il 25 novembre come giornata contro la violenza in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, attiviste politiche nella Repubblica Dominicana, per ordine del dittatore Rafael Trujillo (1930-1961).
Domani, a Firenze si illumineranno di rosso le sei Porte storiche della città e il Loggiato dell'Istituto degli Innocenti.
"Un segnale di grande importanza che viene lanciato da Firenze, un messaggio per tutte le donne che non devono sentirsi sole, un invito a tutti ad essere parte attiva del cambiamento culturale che può fare la differenza” ha detto l’assessora alle pari opportunità Benedetta Albanese. "Il colore rosso, associato al contrasto e alla denuncia del femminicidio, su porte storiche e loggiato degli Innocenti, per comunicare alla città il nostro impegno nel contrasto alla violenza sulle donne".
La speciale illuminazione sarà a cura di Silfi spa. A colorarsi di rosso per tutta la notte saranno Porta San Gallo in piazza della Libertà, Porta alla Croce in piazza Beccaria, Porta San Niccolò, Porta Romana, Porta San Frediano e Porta al Prato, oltre al Loggiato dell’Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata. Le luci colorate sui monumenti si accenderanno insieme all'illuminazione pubblica delle strade, intorno alle 17.
Anche quest’anno, nonostante il Covid, il Quartiere 5 propone insieme ad alcune realtà, un momento di riflessione sulla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Infatti verranno inaugurate due panchine rosse il 25 Novembre, al giardino di piazza delle Medaglie d’Oro, in collaborazione con Auser, alle ore 13,00 e al giardino di via Maddalena, in collaborazione con CCN di via Carlo del Prete, alle ore 13,30.
“Anche in questo periodo anomalo – spiega il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli – è necessario e importante presidiare il tema”.
I volontari dell’Auser del Quartiere 5 hanno partecipato alla realizzazione della panchina rossa come segno di vicinanza alle donne che subiscono violenza. Il CCN di via Carlo del Prete /Maddalena /Caciolle, accoglie con immenso piacere il posizionamento da parte del quartiere della panchina rossa nel giardino di via Maddalena per testimoniare che l’amore non è violenza. L’inaugurazione, con intitolazione a Michela Noli, verrà fatta nella prossima primavera in occasione della Festa della Donna.
Lo Storico Mercato Centrale conferma anche questo anno il suo impegno a sostegno della lotta contro il femminicidio. Per questo, domani 25 novembre, parteciperà alla Giornata contro la violenza sulle donne con un flash mob in modalità social, per rispetto delle disposizioni a contenimento dell'emergenza. Tutte e cento le botteghe del piano terra condivideranno su tutti i canali social la foto realizzata con le donne del piano terra per dire basta a ogni forma di violenza.
Violenza di genere e discriminazioni durante la pandemia. E’ il focus dell’incontro organizzato dal Seminario permanente “Contrastare la violenza verso le donne. Un impegno per l’università” dell’Ateneo fiorentino, in collaborazione con il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità (CUG) Unifi, domani, mercoledì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. L’incontro si svolgerà online alle ore 15 e sarà aperto dai saluti del rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei.
Seguiranno gli interventi di Teresa Bruno (presidente Associazione Artemisia) che parlerà de “Il lavoro dei Centri anti violenza: rispondere ai nuovi bisogni legati all’emergenza sanitaria” e di Alessandra Minello (ricercatrice del Dipartimento di Statistica, informatica, applicazioni Unifi) sul tema “E io avrò cura di te.
Pandemia, lavoro di cura, lavoro retribuito e squilibrio di genere”. A moderare l’incontro sarà Silvia Rodeschini (Dipartimento di Scienze politiche e sociali), le conclusioni saranno affidate a Brunella Casalini, presidente del CUG Unifi.
Anche il Museo Novecento scende in campo nella lotta attiva contro ogni discriminazione di genere, attraverso un talk con l’artista collettiva Claire Fontaine -coppia artistica italo-britannica formata da Fulvia Carnevale e James Thornhill - che vedrà dialogare Fulvia Carnevale con la curatrice indipendente Paola Ugolini (per ricevere il link di accesso alla piattaforma Zoom, basta consultare i canali social del Museo Novecento o iscriversi alla newsletter).
Per celebrare questa importante ricorrenza, l’artista ha proposto al museo un’immagine che verrà diffusa attraverso i canali digitali e la stampa, un modo nuovo di sperimentare il rapporto tra arte e collettività. L’opera di Claire Fontaine, coppia artistica che ha rinunciato alle proprie singolarità per fare spazio a un’artista donna collettiva, svela come nei codici figurativi del passato, anche di grandi capolavori come Le Dejeneur sur l’herbe di Manet, si possano annidare modelli culturali ‘sbagliati’, codici figurativi che rispondono ai desideri e alle pulsioni di un pubblico dominato dal gusto maschile e dal suo godimento strutturato su pulsioni e modelli virili e autoritari.
E lo fanno “sporcando” quell’immagine ottocentesca, così provocatoria alla sua epoca, con l’hashtag #MeToo che identifica un movimento di liberazione femminile e di condanna delle violenze perpetuate nei confronti delle donne in ogni ambiente e a ogni livello sociale.
“La violenza contro le donne non conosce lockdown, dato che è anche al chiuso delle mura domestiche che avvengono soprusi e vessazioni – dichiara l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi – e oggi più che mai, anche se nelle restrizioni sanitarie, l’arte e la cultura devono continuare a far sentire forte la loro voce per tenere alta l’attenzione su una pandemia di genere che, come un virus malefico, non conosce confini geografici o sociali, colpendo indiscriminatamente vittime incolpevoli. Pur nell’impossibilità di una azione artistica fisica, ringraziamo il museo Novecento che anche quest’anno non ha voluto far mancare la sua voce con un appuntamento online di riflessione e condivisione: la lotta convinta alla violenza sulle donne rimane una nostra priorità”.
“In questi anni - scrive Sergio Risaliti, Direttore Artistico del Museo Novecento - abbiamo deciso di occupare lo spazio simbolico predisposto in occasione di grandi eventi collettivi, restituendo all’arte e agli artisti una centralità di espressione e denuncia in modo da svuotare di troppa inutile retorica celebrazioni come questa del 25 novembre. La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve essere percepita come una rivolta contro il linguaggio, i gesti, i comportamenti e le azioni che umiliano, marginalizzano, sottomettono e violentano le donne e il femminile, ma anche contro ogni azione intesa per offendere l’alterità sulla base di discriminazioni di genere o razziali.
Non possiamo tacere di fronte a quella che è una vera e propria guerra civile. Nel 2020 le donne uccise nel nostro paese sono state ben 59, senza contare tutte quelle donne ferite non solo nel corpo ma nell’anima, poiché esiste una violenza che uccide anche con piccoli gesti e parole. In una società in cui, come ha spiegato Michel Foucault, l’esercizio del ‘controllo e del potere’ è tanto più pervasivo quanto più è invisibile, il potere maschile, quello del patriarcato, continua ad essere agito e perpetuato in maniera spesso silente ma continuativa, salvo esplodere con violenza fino a portare al delitto tutte le volte che l’autorità rinuncia a un confronto paritario con l’altro sesso e non tollera la libertà e la non dipendenza della donna”.
“Operando in parallelo sia sull’immagine che sul linguaggio - spiega Paola Ugolini, curatrice del progetto - l’artista collettiva Claire Fontaine elabora una poetica artistica che si sviluppa sul doppio binario dell’opera e del testo. La loro indagine spietata e, allo stesso tempo, formalmente accattivante di tematiche scomode come il lavoro riproduttivo, il venir meno dei confini fra vita e lavoro, il valore d’uso e la violenza del denaro in parallelo alla sua smaterializzazione ci porta il quel violento e ineffabile campo del potere contemporaneo che è la ‘biopolitica’. Un potere che si esercita direttamente sulla vita controllando i sistemi produttivi e riproduttivi, una questione questa da sempre indagata dal femminismo che ha messo l’accento sull’importanza dell’autodeterminazione del corpo femminile per slegarlo dalla schiavitù di una sessualità esclusivamente volta alla riproduzione.”