Un luogo per ricordare Laura Mazzoni, giovane staffetta partigiana

Oggi la cerimonia con l’assessora Biti. Le iniziative per l'80° Anniversario della Liberazione in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 Aprile 2025 16:05
Resistenze, femminile plurale, la dichiarazione di Vannino Chiti

Firenze– Al via le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dalla Liberazione Nazionale del 1945.

Resistenze, femminile plurale. Storie di donne in Toscana”; non solo un progetto ma anche una pubblicazione, per dare il “la” alle celebrazioni dell’ottantesimo della Liberazione con una speciale pagina di storia, che intende recuperare una memoria importante e rendere merito alle protagoniste.

Nell’Auditorium Spadolini di palazzo del Pegaso i sacrifici e le azioni di tante donne, attraverso documenti e attestazioni, interventi e testimonianze, hanno come riacquistato il loro valore, riprendendo un posto nella storia, attraverso un percorso che continuerà nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

Come sottolineato da Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale:Ci sono pagine della nostra storia che non si possono dimenticare. Pagine che non sono scritte solo con l’inchiostro, ma con il coraggio, le scelte, i sacrifici di donne e uomini che hanno creduto in un futuro migliore, anche quando tutto intorno parlava solo di guerra, sopraffazione e paura. Questo libro è una di quelle pagine. Una raccolta viva e potente di voci femminili che ci raccontano la Resistenza in Toscana, attraverso lo sguardo, le azioni e l’impegno di tante donne che hanno contribuito in modo fondamentale alla lotta di Liberazione”.

“Non ci troviamo – ha continuato il presidente - davanti a una semplice ricostruzione storica. Queste sono storie vere, spesso dimenticate o messe ai margini, che meritano oggi di essere riportate al centro del nostro racconto collettivo. Donne giovani e meno giovani, contadine e studentesse, madri e figlie, che hanno scelto di resistere. Hanno rischiato tutto, in molti casi hanno perso tutto, ma non hanno mai smesso di credere nella libertà”. Come presidente dell’Assemblea legislativa della Toscana, Mazzeo ha detto di “sentire il dovere umano, prima ancora che istituzionale, di rendere omaggio a queste figure straordinarie.

Lo faccio – ha spiegato - con profonda riconoscenza, ma anche con la consapevolezza che la memoria, da sola, non basta. Va coltivata, protetta, trasmessa. E per questo, da anni, il Consiglio regionale ha scelto di investire risorse, energie e progettualità nella difesa dei valori antifascisti, nella promozione della cultura della pace e della democrazia, nella costruzione di una cittadinanza attiva e consapevole”. “Gli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea della Toscana, che sosteniamo con forza (il Consiglio regionale ha recentemente approvato una legge per dare stabilità di finanziamenti agli Istituti storici e a seguire la Giunta ha stanziato 750 mila euro per tenere viva la cultura della Memoria ndr), sono preziosi custodi della memoria.

Questo volume parla al cuore e alla coscienza: ci ricorda che la libertà è una conquista quotidiana, mai scontata” ha ribadito Mazzeo. “Difendere i valori della nostra democrazia significa anche far tesoro della memoria e assumere decisioni conseguenti – ha concluso il presidente – come ha fatto il comune della città laniera: con la revoca dell’onorificenza concessa nel 1924 Mussolini non sarà più cittadino onorario di Prato, una decisione storica, non ideologica”.

“Restituire il rilievo dovuto al contributo dato dalle donne all’antifascismo e alla Resistenza ci aiuta anche a non smarrire il valore del pluralismo politico, culturale e sociale che caratterizzò quel passaggio storico da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione”, ha messo in evidenza Vannino Chiti, presidente dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, sottolineando che “le donne furono una presenza decisiva e agirono in tante e diverse modalità e che al loro ruolo è necessario, finalmente, rendere integralmente giustizia”.

“Con questo progetto inizia, non si conclude, il nostro impegno di Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea regionale e provinciali per restituire volto e vita delle tante donne che, in modi diversi, si impegnarono contro il fascismo e il nazismo, mettendo a rischio anche la loro esistenza - ha ricordato Chiti sottolineando che è in cantiere anche un sito per continuare il percorso di ricerca e racconto. “Le cinquanta donne a cui abbiamo reso onore oggi sono tante ma non sono tutte: le biografie ricostruite dal volume sono significative ma certo molto lontane nel loro numero dal rappresentare la coralità di una straordinaria presenza femminile.

Per riportare alla luce la memoria di molte di loro occorre scavare nei percorsi non ancora indagati dalla storia, dove il contributo delle donne è stato collocato colpevolmente in secondo piano dal maschilismo dominante nella società dell’epoca e dunque nelle stesse organizzazioni antifasciste e nelle brigate partigiane. È noto che a donne combattenti fu negato di sfilare con le armi che avevano impugnato nei mesi di lotta, nelle manifestazioni celebrative della riconquistata libertà - ha proseguito il presidente dell’ISRT - Eppure, svolsero azioni determinanti: furono staffette, ospitarono nelle loro case renitenti alla leva, ebrei ricercati per la deportazione, partigiani od oppositori bisognosi di asilo e cure, andarono nelle carceri a portare vestiti e cibo ai prigionieri del regime”.

Chiti ha concluso ringraziando Ilaria Cansella e Francesca Cavarocchi “per questo prezioso e necessario progetto”.

Sulla base della documentazione raccolta negli archivi della Rete toscana degli Istituti della Resistenza si è come riempito, casella per casella, un album di famiglia che ritrae e racconta alcune delle donne coinvolte, che hanno avuto vari e distinti ruoli nella lotta di Liberazione dei nostri territori.

Il progetto si articola su più livelli ed è stato ideato e condotto da Ilaria Cansella, direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza di Grosseto, che ha coordinato l’attività della Rete Toscana degli Istituti Storici della Resistenza, e da Francesca Cavarocchi, dell’Università di Firenze, curatrice del volume. Grazie alla collaborazione dell’Unione regionale delle Province toscane, Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età Contemporanea, Rete degli Istituti Storici della Resistenza e dell’Età contemporanea della Toscana, commissione Pari opportunità della Regione Toscana e Università degli studi di Firenze è stata realizzata la pubblicazione del volume, edito dal Consiglio regionale della Toscana.

Il plauso all’Assemblea legislativa è arrivato da Francesca Basanieri, presidente della commissione regionale per le Pari opportunità: “ringrazio il Consiglio regionale tutto per aver promosso una legge, la 3/2024, per valorizzare la memoria della Resistenza e l’antifascismo quale principio costitutivo dell’ordinamento regionale e aver voluto dare risalto all’80° Anniversario della Liberazione attraverso un bando che potesse tenere accesa la fiaccola della memoria, soprattutto per le giovani generazioni.

Come Commissione regionale abbiamo colto questa occasione per celebrare e ricordare le storie di tante donne che hanno contribuito in maniera rilevante alla sconfitta del nazi-fascismo in Toscana e alla costituzione di un’Italia democratica”. “Sappiamo bene – ha affermato Basanieri - che le donne sono state spesso ignorate dalla storia: completamente dimenticate, sottovalutate o relegate al ruolo di subalterne dell’uomo o dell’eroe di turno. Anche nel periodo della Resistenza sono poche le storie di donne che si ricordano, si studiano e si tramandano.

Il territorio della Toscana ha una grande storia di resistenza; molte Province e Comuni sono decorati con medaglie al valor militare e al merito civile a testimoniare la loro importanza nella difesa della patria e nel fermare l’avanzata dei nazi-fascisti. In tutte queste Province e nei Comuni l’apporto delle donne - mamme, figlie, sorelle, mogli e fidanzate - è stato prezioso e fondamentale. “Raccontare - ha proseguito la presidente - esattamente quello che è stato senza dimenticare nessun pezzo del puzzle di quella storia e di quel periodo significa ripristinare una verità storica che spesso abbiamo ricordato solo a metà non riuscendo fino in fondo a ricostruire i tanti momenti salienti che hanno fatto la differenza tra la liberazione e la sconfitta.

Non una sola resistenza, ma molteplici e preziose resistenze collettive, portate avanti da donne e uomini che, con le loro azioni, ci hanno donato libertà e democrazia”. “Questo lavoro – ha concluso Basanieri - è stato possibile partendo dal basso, dalle storie e dalle testimonianze che ancora riusciamo ad intercettare nei territori toscani dove la conoscenza diretta o il ricordo vivido di queste donne combattenti è stato utile per ricostruirne le gesta e il contesto. È evidente che questo volume non può essere esaustivo ma deve essere considerato un punto di partenza, anzi, un punto fermo per ribadire l’importanza che anche le donne, al pari degli uomini, hanno avuto in quegli anni difficili per la nostra storia.

Da questo lavoro dobbiamo partire per restituire valore e dignità alle numerose storie di donne che hanno combattuto per i nostri diritti”.

E proprio da questo contributo che dobbiamo partire per capire la Resistenza e le Resistenze.Per dirlo con Gianni Lorenzetti, presidente dell’Unione delle Province della Toscana:“La Resistenza non fu solo un atto di coraggio individuale, ma una mobilitazione collettiva in cui le donne ebbero un ruolo determinante. Partigiane, staffette,infermiere, organizzatrici: furono loro a garantire collegamenti tra le brigate, a curare e nascondere i feriti, a diffondere messaggi e materiali clandestini, a sostenere con forza la lotta per la liberazione dal nazifascismo”.

“In un contesto di enorme pericolo – ha spiegato Lorenzetti -, dimostrarono un coraggio straordinario, spesso pagando con la propria vita o subendo dure repressioni. Raccontare queste storie significa non solo rendere omaggio alle donne che hanno combattuto per la nostra libertà, ma anche offrire un monito alle giovani generazioni sul valore della democrazia e della partecipazione civile”. “L’impegno di queste donne non si è esaurito con la Liberazione: molte di loro hanno continuato ad essere protagoniste nella costruzione della società democratica, contribuendo all’avanzamento dei diritti e della giustizia sociale.

Ecco perché - ha concluso - ricordarle non è solo un dovere storico, ma un atto politico e culturale che rafforza i valori su cui si fonda la nostra Repubblica”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandra Petrucci, rettrice dell’Università di Firenze: con grande piacere ma anche con tanta amarezza considero questo volume una sorta di Spoon River, in quanto raccoglie le biografie delle donne toscane che hanno partecipato attivamente alla Resistenza e di cui conosciamo ancora troppe poche storie” ha detto. “Questo libro è un passo importante per colmare una grande lacuna. I nomi che scorrono tra queste pagine non sono nomi famosi, altisonanti, noti alla grande Storia, ma queste pagine elevano le donne alla dignità di protagoniste in un’opera importante, che rende loro giustizia, trascinandole fuori dall’anonimato.

Questo è il loro monumento, inteso non tanto come simbolo o simulacro, ma come documento, testimonianza, ricordo” ha ribadito aggiungendo: “le donne, uniche ‘volontarie a pieno titolo nella Resistenza’, come sono state definite, volontarie perché non sottoposte ai bandi di reclutamento, non sono state figure di spicco dei libri di storia, ma lo sono state nelle bande armate, nelle manifestazioni, nella clandestinità, come staffette, davanti e dietro le quinte della lotta alle forze nazifasciste, negli anni bui della Seconda guerra mondiale”.

Ed è per rendere onore a quelle donne che, con un gesto dall’alto valore simbolico, sono state consegnate alle loro famiglie pergamene, a testimonianza della volontà di riconoscerne il posto meritato nella storia per chi operò con coraggio e determinazione per la sconfitta del nazifascismo e per l’affermazione dei valori della democrazia. Ed il volume, che raccoglie le schede biografiche di 50 donne (cinque per ogni Provincia toscana) è il frutto di un lavoro corale, come sottolineato negli interventi di Ilaria Cansella, direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza di Grosseto, che ha coordinato il progetto della Rete Toscana degli Istituti Storici della Resistenza, e di Francesca Cavarocchi, dell’Università di Firenze, curatrice del volume, che si avvale della documentazione raccolta negli archivi degli stessi istituti.

Nella cerimonia a palazzo del Pegaso è stato presentato il progetto, che continuerà con una campagna social divulgativa curata dalla Rete toscana degli Istituti storici della Resistenza e dell’Età contemporanea: le biografie di queste donne toscane saranno inserite sui social degli Istituti della rete dal 14 aprile all’8 maggio, due al giorno, e confluiranno progressivamente sul portale Toscana 900, per farne la base di un futuro database sul partigianato femminile in Toscana, aggiornabile, e quindi preludio ad ulteriori e più approfonditi studi. Da qui l’inizio di un lavoro, necessario quanto articolato e complesso, che dal primo nucleo a campione richiederà risorse finanziarie e tempi lunghi per la ricerca storica, ma che si è voluto avviare proprio a 80 anni dalla fine della guerra di Liberazione, per restituire a quelle donne il riconoscimento e la gratitudine loro dovuta.

Da oggi a Firenze c’è un luogo in ricordo di Laura Mazzoni, staffetta partigiana uccisa il giorno dopo la Liberazione della città dai nazifascisti. Si tratta del largo tra via Reginaldo Giuliani e viottolone del Vivaio, non distante da dove perse la vita durante una missione.

La cerimonia si è svolta stamani con la partecipazione, tra gli altri, dell’assessora alla Toponomastica Caterina Biti, dell’assessora alla Cultura della Memoria Benedetta Albanese, del presidente del Quartiere 5 Filippo Ferraro, della consigliera comunale Stefania Collesei e di Giovanna Cini, presidente della sezione Enriques Agnoletti dell’ANPI. Presente anche la nipote Laura Gori Mazzoni.“Questa intitolazione accende un riflettore su una figura forse meno nota della Resistenza di Firenze che vanta personaggi come Aligi Barducci ‘Potente’ o Silvano Sarti ‘Pillo’ - ha dichiarato l’assessora Biti –.

Laura Mazzoni era una giovane staffetta partigiana che fu uccisa durante una missione all’indomani della Liberazione della città, una donna che in quei giorni bui e pericolosi scese in campo contro la barbarie del nazifascismo. Per questo come Amministrazione abbiamo accolto la richiesta dell’ANPI e abbiamo voluto organizzare l’intitolazione a pochi giorni dal 25 Aprile, la solenne ricorrenza in cui si celebra la Liberazione del nostro paese dal nazifascismo”.

Laura Mazzoni nacque a Castello nel 1922, seconda di quattro sorelle. Nel 1943 entrò a far parte della Divisione “Giustizia e Libertà” nella Compagnia “Fondi”. Svolse funzioni di staffetta con la sua bicicletta, ancora oggi conservata come un cimelio. Svolgeva anche funzione di informatrice. Il giorno dopo la liberazione di Firenze, il 12 agosto 1944, fu uccisa da una scheggia di granata che la colpì allo sterno in località “il Pozzino”. Aveva 22 anni.

È stata inaugurata giovedì pomeriggio presso la sede della Pubblica Assistenza di Tavarnuzze la mostra "Oltre la Vittoria", un'importante rassegna foto-biografica che rende omaggio agli atleti vittime della Seconda Guerra Mondiale. L'esposizione è stata realizzata con il sostegno del Rotary Club San Casciano Chianti e con il patrocinio del Comune di Impruneta e della Città Metropolitana di Firenze.

All'evento inaugurale hanno partecipato il Sindaco di Impruneta Riccardo Lazzerini, la Vicesindaca Laura Cioni, l'Assessora Irene Marchetti, il Presidente della Pubblica Assistenza Piero Giannelli e il consigliere metropolitano delegato allo Sport Nicola Armentano.

Curata da Paolo Allegretti (Unvs) e Tiziano Lanzini (Aned), la mostra nasce da un vasto archivio internazionale che raccoglie oltre 5.000 nomi di atleti appartenenti a 40 nazionalità e 57 discipline sportive. "Oltre la Vittoria" racconta le storie di sportivi che, nel tempo più buio del Novecento, scelsero di abbandonare la carriera agonistica per lottare per la libertà e la democrazia. Alcuni di loro furono deportati, altri entrarono nella Resistenza, altri ancora - come Gino Bartali - divennero eroi silenziosi.

Il titolo della mostra sottolinea che la vera vittoria di questi atleti non fu quella ottenuta sui campi di gara, ma quella morale e umana, conquistata con il coraggio delle scelte e dei gesti compiuti.

"Con la Pubblica Assistenza si è creato un legame profondo e autentico: qui mi sento davvero a casa. In questi mesi si è distinta per la sua presenza concreta sul territorio, intervenendo con prontezza anche durante i recenti allagamenti - un impegno che merita tutto il nostro riconoscimento.

Dopo questa bellissima mostra, il percorso di sensibilizzazione ai valori della democrazia prosegue. Il programma di eventi per l'80° anniversario della Liberazione, che abbiamo curato con grande passione, prenderà il via il 24 aprile e si concluderà il 3 giugno. Il nostro obiettivo è chiaro: mantenere viva, nelle nostre comunità, la memoria della Resistenza e della Liberazione", ha dichiarato il sindaco Lazzerini.

"Lo Sport è un grande strumento di crescita umana, di resistenza e di lealtà - ha commentato Nicola Armentano - Bene lo capirono, non di rado fino a morirne, gli atleti le cui storie sono raccontate in questa mostra, che ci restituisce un pezzo di storia preziosa, fatto di volti, di testimonianze, di esempi che fanno bene a tutti noi".

"Ogni partigiano era uno, insieme divennero Resistenza" È con questo spirito che l'Amministrazione Comunale di Borgo San Lorenzo, insieme alla Sezione ANPI locale, celebra l'80° anniversario della Liberazione, promuovendo un ricco programma di iniziative rivolto a tutta la comunità, con un'attenzione particolare alle giovani generazioni.

L'impegno congiunto di istituzioni, scuole, associazioni e cittadini ha dato vita a un percorso di memoria, partecipazione e formazione, volto a trasmettere i valori fondanti della democrazia e della libertà.

"Le iniziative del 25 aprile si inseriscono in un percorso costruito sin dall'inizio dell'anno scolastico - spiega Paola Poggini, Presidente dell'ANPI di Borgo San Lorenzo - che ha visto coinvolte le scuole del territorio per sensibilizzare i più giovani al valore della memoria. Un progetto iniziato a dicembre, in occasione dell'anniversario del bombardamento di Borgo, e che ha proseguito il suo cammino anche attraverso la celebrazione della Giornata contro il razzismo e l'omotransfobia, fino a includere i viaggi nei luoghi della memoria e le tante iniziative in questi giorni in programma".

"Il nostro è un impegno costante nel mantenere viva la memoria storica - sottolinea il Sindaco di Borgo San Lorenzo - soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, perché la libertà e la democrazia non siano mai date per scontate. Insieme all'ANPI e alle diverse realtà del territorio, abbiamo voluto costruire un programma corale, che coinvolga la cittadinanza e valorizzi il senso profondo di comunità e partecipazione."

Il Salone d’Onore della Prefettura di Arezzo ha ospitato una cerimonia che, promossa dall’Istituto del Nastro Azzurro insieme alla Provincia di Arezzo e alla stessa Prefettura, ha trovato il proprio cuore nella consegna ai sindaci e all’Ufficio Scolastico Territoriale delle bandiere d’Italia che verranno simbolicamente innalzate all’unisono nella mattinata del 25 aprile. Tra i momenti maggiormente significativi è rientrato il conferimento dell’Emblema Araldico nelle mani del dirigente dello stesso Ufficio Scolastico Territoriale di Arezzo in memoria degli studenti caduti per l’unità e la libertà della Patria.

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