A Firenze, città per antonomasia del Rinascimento, le strade sono strette come i corsetti delle dame del passato, gelose forse di quell’ironia e narcisismo che possiedono solo i fiorentini. Lo racconta in prima visione “Le strade di Firenze” di Luigi Maria Perotti in onda domenica 14 maggio alle 22.00 su Rai 5.
È una città incantata, dove le statue di giorno guardano i turisti annoiate e stanche, mentre di notte prendono vita e ballano sulla riva dell’Arno. I fiorentini sanno ridere di se stessi e delle proprie debolezze, ma allo stesso tempo si sentono superiori al resto del mondo. O quantomeno più ‘italiani’ degli italiani.
E pensano che la fiorentinità non si possa imparare né imitare. Come una sorta di gene ereditario che si trasmette di generazione in generazione. Un po’ hanno ragione: Firenze trasuda storia, arte e architettura.
Approfondimenti
Poche città hanno avuto un impatto così determinante nello sviluppo dell’identità culturale dell’umanità. Sulle sponde di quel tratto dell’Arno si è svolta la vita di alcuni degli uomini a cui dobbiamo i pilastri della società attuale, quanto meno quella occidentale. Chi, oggi, residente o di passaggio, decide di immergersi nella magia senza tempo del suo centro storico, non può fare a mendo di incrociare lo sguardo marmoreo di Giotto, Dante, Leonardo da Vinci, Machiavelli, Leonardo da Vinci (solo per citarne alcuni). È forse un caso che questa città abbia avuto un ruolo determinate nella loro vita?
Ha i suoi contrasti, certo: da un lato la raffinatezza di Palazzo Pitti, dall'altro la vivacità del Mercato Centrale, con bancarelle di ogni genere. Poi il Ponte Vecchio, appoggiato sull'Arno, sul quale sbrilluccicano i vanitosi monili d'oro e d'argento.
Il programma di Rai5 racconta come oggi i suoi abitanti declinino il concetto di fiorentinità. Partendo da quello che è il suo aspetto più brutale: il calcio storico fiorentino, una antica tradizione che incarna l’anima più verace della città.
Una volta all’anno, si svolgono tre partite in cui i quattro quartieri connessi alle principali chiese del centro si incontrano a Piazza Santa Croce per affrontarsi in un gioco molto cruento fatto di poche regole e tanta rudezza.
I suoi partecipanti sono fiorentini doc che, solo per il fatto di poter onorare la storia della città, sono disposti a cimentarsi in una competizione altamente scenografica in cui hanno tutto da perdere e ben poco da guadagnare se non essere ricordati come interpreti dell’emanazione più carnale del luogo simbolo della bellezza senza tempo.
Partendo dalle storie di alcuni dei “calcianti”, ci immergeremo in un dialogo con le strade della città, che oggi parlano a chiunque abbia il tempo per osservare i dettagli lasciati dal passaggio del tempo.
In questa puntata ci sarà anche Nicola Novelli, fondatore e direttore responsabile di Nove da Firenze, tra i protagonisti che riconoscono alla propria città, messa ogni giorno a dura prova dai flussi del turismo globale, una personalità vivente, un’anima che sotto l’ammaliante aspetto estetico, cela una intensità sorprendente.