Terzo Forum dei beni confiscati: la Toscana invoca maggiori garanzie

I “Suvignano Days” tra evoluzione digitale e nuove frontiere della criminalità organizzata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2024 18:57
Terzo Forum dei beni confiscati: la Toscana invoca maggiori garanzie

La digitalizzazione - nuove tecnologie, intelligenza artificiale, cybersicurezza - e il legame con le nuove e mutevoli forme della criminalità organizzata sono stati al centro della due giorni nazionale “Suvignano Days: una rete per la legalità nella rete”. L’iniziativa, organizzata dallo SPI CGIL nazionale insieme allo SPI Toscana in partenariato con l’Associazione Libera, ARCI Toscana, con la collaborazione del Comune di Monteroni d’Arbia e con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Buonconvento e Comune di Murlo, si è svolta l’11 ottobre presso la Tenuta di Suvignano (Monteroni d’Arbia) e il 12 ottobre al Teatro dei Risorti di Buonconvento (SI) ed ha visto in entrambe le giornate una grande partecipazione.

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“La Toscana ha una storia e un impegno sul fronte della cultura della legalità e della gestione di immobili confiscati di primissimo piano, basta citare il caso della Tenuta di Suvignano: 630 ettari, 17 poderi e, fortunatamente, la società regionale in house ‘Ente Terre’ che gestisce l'attività agricola. Pur non potendo beneficiare di alcun contributo siamo riusciti a mantenere in attività la tenuta, ma si tratta di impegni importanti nei quali le Regioni dovrebbero avere un sostegno dallo Stato, visto che come Regioni del nord non possiamo attingere ai fondi Pnrr”. Eugenio Giani interviene a proposito del meeting nazionale su beni confiscati in corso a Napoli, dove per la Toscana parla l’assessore alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo.

L’assessore, invoca strumenti più efficaci per la complessa gestione dei beni confiscati sui territori, in capo ai Comuni e, quindi, alle Regioni. “Ci sono casi di beni immobili confiscati e assegnati che, dopo anni di investimenti e di costi di gestione, tornano all’originario titolare. Le Regioni non possono essere lasciate sole: chiediamo all’Agenzia dei beni confiscati e quindi allo Stato un’ assunzione di garanzia”. Un sostegno che arrivi agli enti locali e alle Regioni che devono far fronte a quelli che Ciuoffo indica come “paradossi”, riferendosi sia ai beni immobili confiscati - “alle volte non costituiscono un valore per la comunità ma solo un corpo di reato” - sia alle attività economiche.

“Occorrono nuovi strumenti a disposizione dell’Agenzia sia per avere la capacità di non tenere ‘in pancia’ gli immobili confiscati per periodi troppo lunghi sia perché, una volta assegnati ai Comuni, ci sono costi di ristrutturazione ai quali contribuiamo con spese alle volte superiori a quelle che dovremmo sostenere con la demolizione e ricostruzione”. Ciuoffo riferisce anche casi di acquisizione di attività economiche “Spesso del tutto anomale, nate come attività di riciclaggio e quindi senza un rapporto equilibrato tra costi e ricavi: metterle in affidamento significa da un lato dover dimostrare che quando arriva lo Stato non si chiude un’azienda e non si perdono posti di lavoro, ma anche dover gestire in prima persona come enti pubblici, con il rischio di alimentare l'opinione che si tratti di carrozzoni di Stato che stanno in piedi solo perché assistiti e non con il mercato”.

“Secondo l’ultimo rapporto Digital 2024 redatto da We are social – ha ricordato Marco Tognetti coordinatore del Progetto Legalità Digitale SPI CGIL, aprendo a Suvignano i lavori della due giorni - il 73% degli italiani utilizza regolarmente almeno un social media, con un tempo di connessione ad internet in media giunto a ben 5 ore e 49 minuti. Da novembre 2022, cioè dal lancio della prima versione pubblica di Chatgpt, l’Intelligenza Artificiale (IA), o meglio software basati su quest’ultima, è entrata nel linguaggio, nell’immaginario e nella pratica lavorativa, di studio o divertimento di oltre il 50% degli italiani”.

“Anche le mafie hanno compreso le potenzialità del web e dell’inteIligenza artificiale come strumenti ulteriori per agire per i propri fini illegali – ha detto Giorgio Marasco, direttore di Scintille, collana di volumi pubblicata dalla Fondazione Scintille di futuro, che ha moderato il pomeriggio dell’11 ottobre -. Il crimine informatico genera a livello globale tre volte più guadagni rispetto al traffico di droga e soprattutto per le mafie comporta meno rischi”.

L’Italia è in 5^ posizione mondiale per il furto di account e-mail e al 18° posto per la sottrazione dei dati di carta di credito. Gli over 50 sono i più colpiti: è quanto emerge da una ricerca dell’Osservatorio Cyber di CRIF, illustrata a Suvignano da Beatrice Rubini, Executive Director CRIF. Dalla ricerca emerge che spesso le password rubate sono semplici e non sufficientemente sicure, per cui la raccomandazione è quella di utilizzare password complesse, con più fattori di autenticazione e diverse da account ad account.

Sono intervenuti anche Giorgio Pedrazzi, HPC Data scientist Cineca e Caterina Sganga, professoressa ordinaria della Scuola Superiore Sant’Anna, mentre Brando Benifei, europarlamentare, relatore del Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, ha inviato un video-messaggio ai partecipanti.

La mattinata del 12 ottobre al Teatro dei Risorti di Buonconvento, aperta con i saluti della vicesindaca Elisabetta Borgogni, ha visto una tavola rotonda moderata da Renato Saccone, già prefetto di Siena e Milano, che ha approfondito lo sviluppo delle mafie e la capacità di queste organizzazioni di mutare nel tempo e adattarsi, tra tradizione e modernità.

“La criminalità organizzata si è evoluta e quindi ha ora una spiccata vocazione imprenditoriale – afferma Alessandra Dolci, magistrato - si inserisce in modo sempre più significativo e pregnante in sempre più vasti settori della nostra economia, settori che un tempo ne erano immuni ora invece sono ad elevatissimo rischio, penso ad esempio alla logistica, alla grande distribuzione, alle cosiddette cooperative spurie che spesso sono infiltrate dalla criminalità organizzata. C’è un evidente fenomeno di mimetizzazione quantomeno al nord perché gli atti violenti sono in notevole decremento, sono in grandissimo aumento invece i reati economici con l’aggravante, che noi contestiamo, dell’agevolazione mafiosa”.

“La mafia non cambia – sottolinea Nando Dalla Chiesa, professore ordinario di Sociologia della criminalità organizzata all’Università degli studi di Milano - cambia le forme in cui si presenta a seconda delle situazioni, ma l’essenza è quella, è un potere criminale che cerca di imporsi con la forza ai cittadini, non ha abbandonato la sua storia. Una volta pensavamo di trovarli soltanto nel movimento terra e nell’edilizia, adesso stanno anche nello sport dilettantistico, tendono a entrare dappertutto”.

“Sono stati due giorni di approfondimento al tema del contrasto all’illegalità economica e mafiosa in un’ottica nuova per offrire strumenti per comprendere come le mafie si muovono nell’era moderna utilizzando le nuove dotazioni tecnologiche e intelligenza artificiale – commenta la segretaria generale dello Spi Cgil nazionale Tania Scacchetti -. Il più forte contrasto ai sistemi di illegalità è la costruzione di una rete per la legalità. Si è parlato anche di quali possono essere gli strumenti per proteggere la parte più fragile della popolazione, in primis gli anziani, che spesso si vede coinvolta nelle truffe e nell’utilizzo improprio dei propri dati”. 

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