Spring Summer Collection, a Firenze il figurativo contemporaneo

Dal 22 marzo al 16 aprile, alla galleria Spazio Linea, la mostra curata da Lilia Lamas

29 marzo 2014 12:00
Spring Summer Collection, a Firenze il figurativo contemporaneo

FIRENZE - L’attenzione dei galleristi e del mercato dell’arte contemporanea sta lentamente ritornando verso il figurativo, come è emerso abbastanza chiaramente dalle ultime edizione di Artissima a Torino e della Biennale di Firenze. E proprio a Firenze continua il percorso di esplorazione del figurativo, con Spring Collection Collective, la mostra curata da Lilia Lamas alla galleria Spazio Linea di Via delle Porte Nuove 10, che propone una selezione di diciotto artisti, scelti fra i protagonisti della IX Florence Biennale, e altri loro colleghi di caratura internazionale, che offre al pubblico uno spaccato sugli ultimi quattro decenni d’arte contemporanea.

Dalle Archimemor di Piero Viti del 1975, alle tele degli anni Duemila, una panoramica che riflette sui cambiamenti occorsi all’interno del discorso artistico mondiale, e al contempo guarda e esperienze artistiche del passato, dalla pittura alla poesia alla letteratura.Se Marsha Steinberg recupera la “tradizione” di Rothko e delle sue ampie campiture di colore, Charles Billich, con le sue Ballerine e Ballerine II rimanda alla grazia sensuale di Degas, cui unisce il dinamismo di gusto futurista di Balla e Boccioni, immortalando snelle figure avvolte in delicati tutù rosa, con i muscoli tesi nello sforzo delle plastiche pose acrobatiche, e metafisicamente sospese su un immaginario palcoscenico, stagliato su un elegante sfondo violaceo.

La composta eleganza dell’Art Nouveau degli anni Trenta, esplorata dalla Secessione Romana, trova espressione nella tela Donna con anguria di Vincenzo Calli che pone particolare attenzione alla moda dell’epoca, esemplificata nel costume femminile a righe dorate. Accattivante l’atmosfera della pineta, in un caldo giorno d’estate, che fa pensare alla Versilia, litorale prediletto dall’aristocrazia e l’alta borghesia del Regime. Ma Calli spinge la sua indagine artistica oltre al semplice amarcord, ritraendo una donna che, per dirla con Montale, meriggia pallida e assorta, forse in attesa di qualcuno, in una pineta carica di sensuali echi dannunziani, e che il gioco di luci e ombre disegnato dagli alberi tende a esaltare.A interrogarsi sulla dimensione dell’uomo, Giovanni Iovene, con La barca, una suggestiva metafora del cammino dell’uomo sulla Terra, simboleggiato appunto da una barca che naviga in un mare oscuro, indistinguibile dal cielo minacciosamente nero.

Soltanto in corrispondenza dell’imbarcazione, splende una luce calda e avvolgente. Osservandola, sale alla memoria il poeta Quasimodo, cantore della solitudine squarciata da un raggio di sole, appena prima della tenebra eterna. In analoga direzione si muovo le interessanti tele di Pasquale Celona, L’Annunciazione, Figura metafisica e Donna sognante, i cui colori tenui e smaglianti insieme indagano la dimensione più intima dell’uomo, legata all’arcaicità immutabile del Mito dell’Antica Grecia.

Figure quasi diafane e metafisiche, caratterizzate da un lungo collo modiglianesco, e sospese con levità su sfondi naturali dove il mare è un elemento molto presente, legato al silenzio, alla contemplazione, anche interiore, alla riflessione. Dipinti, questi, che ci parlano di una dimensione che la società contemporanea sembra aver dimenticata. Degno di nota, l’originale Governatore dei suoni e parole, di Andrea Granchi, una tela che coniuga il gusto naturalistico delle incisioni di Jacques Callot con la teatralità drammatica dei bozzetti di William Hogarth, e la disperazione dei murales di Diego Rivera.

Ne risulta una scherzosa, ma non troppo, rilettura dell’Allegoria del Buon Governo del Lorenzetti a tempo di musica, dove Mozart e Beethoven sembrano farla da padroni. Nonostante le derive tecnologiche al limite del feticismo, l’arte contemporanea mantiene isole felici che non distolgono l’attenzione dall’uomo e dal suo pensiero, continuando a proporre riflessione concettualmente ed esteticamente valide, lontane da situazioni legate a un mercato esasperato e sempre più in crisi d’idee, dove il personaggio prevale sull’artista.

La mostra è visitabile a ingresso libero fino al 2 maggio, dal lunedì al venerdì, in orario 10-17,30.

Nella foto: Vincenzo Calli, Donna con anguriaNiccolò Lucarelli

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