Servono 200 agenti in più per garantire maggiore sicurezza a Firenze

Il sindaco scrive al ministro Piantedosi. Bussolin (Capogruppo Lega): “Nardella tiri fuori la Polizia Municipale”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 agosto 2023 10:56
Servono 200 agenti in più per garantire maggiore sicurezza a Firenze

Il sindaco Dario Nardella ha inviato una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per chiedere di “aumentare la dotazione degli organici delle Forze dell’ordine per il nostro territorio” per “garantire maggiore sicurezza alla città di Firenze”.

Nella lettera, il sindaco ricorda che “se da un lato Firenze è una città che conta una popolazione di circa 380.000 abitanti, dall’altro ogni giorno le presenze sul territorio comunale raddoppiano letteralmente per ragioni di lavoro, studio e turismo. Inoltre le forze dell’ordine sono quotidianamente impegnate in attività non ordinarie, come le scorte alle autorità civili e giudiziarie, legate anche all’attività della Scuola superiore della Magistratura di Castelpulci o i presidi ai numerosi eventi e manifestazioni con la presenza di pubblico e spesso di autorità di primo livello nazionali e internazionali. La somma di questi aspetti fanno del capoluogo toscano una città il cui bisogno di sicurezza non può essere parametrato al semplice dato demografico/residenziale”.

“A tutto ciò si sommano - sottolinea il sindaco - le criticità dovute ad un aumento di immigrati non regolari e fenomeni di microcriminalità, quali spaccio, aggressioni e reati predatori, soprattutto nelle aree della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella e del parco delle Cascine, nonché ad una diminuzione dei presidi militari dell'operazione ‘strade sicure’”.

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“Pertanto, pur riconoscendo il grande sforzo che le forze dell'ordine già presenti svolgono con profitto significativo - scrive il sindaco - Le sottopongo la necessità e l’urgenza di adeguare i contingenti presenti alla rilevanza effettiva della nostra città, affinché tutta la popolazione, ivi inclusi gli utenti occasionali, possano vivere lo spazio pubblico in modo libero e sicuro”.

“Per una città di oltre 100 km quadrati e con flussi di persone così cospicui - dichiara - è per noi essenziale avere almeno 200 agenti in più appartenenti ai vari corpi delle forze dell’ordine rispetto agli organici attualmente operativi, per assicurare un minimo standard di sicurezza del territorio”.

“A rendere ancor più necessaria questa misura - aggiunge - vi è il fatto che i sindacati di Polizia abbiano annunciato con preoccupazione che entro fine anno potrebbero venire meno circa 100 agenti, soprattutto in virtù dei pensionamenti. Un tale depauperamento aggraverebbe oltremodo l'attuale situazione di carenza di organico con danno alla comunità e all’immagine della città e delle istituzioni tutte”.

“Già lo vedo Nardella che, imitando Benigni e Troisi in “Non ci resta che piangere, scrive la lettera a Piantedosi pensando a Savonarola (“Santissimo Piantedosi, quanto ci piaci!”), ha poco senso però scrivere lettere e lanciare appelli se non si è in grado di svolgere i compiti per casa, quella del Sindaco così è carta straccia. Se da un lato si chiedono più forze di polizia in città, dall’altro Firenze conta centinaia di agenti della Polizia Municipale con facoltà di fare operazioni anti crimine in raccordo con la Questura, capaci anche di svolgere funzioni di polizia giudiziaria autonoma e di pubblica sicurezza: finiamola con la storia che con 800 agenti si fanno solo multe” dichiara Federico Bussolin, Segretario Provinciale e Capogruppo Lega a Palazzo Vecchio.

“Firenze ha le risorse, perché il Sindaco non le mette in campo? Il Corpo della Municipale può e deve meritare una crescita professionale che vada al di là del ruolo di vigilini cui la sinistra vuole relegarlo. È dal 2019 che assistiamo a promesse di “task force” mai realizzate firmate dal Sindaco, salvo poi denunciare noi le aggressioni ai danni degli agenti in campo alle Cascine o alla Stazione, circostanze dove ribadiamo la necessaria dotazione del Taser per gli stessi”.

“Merita ricordare che le assunzioni di forze di polizia sono state annunciate dal Ministro Piantedosi che, nella Legge di bilancio, ha presto un importante stanziamento di risorse per finanziare appunto nuove assunzioni di forze di polizia e vigili del fuoco ed è lo stesso Piantedosi ad aver annunciato la strategia del progressivo spostamento delle forze di polizia nei luoghi di massima frequentazione di persone: che fa Nardella, copia le battute?”“Alla presa di coscienza in merito all’aumento di immigrati non regolari e fenomeni di criminalità – presenti da molti anni a Firenze – avanzo una proposta: rinnoviamo insieme gli intenti per la realizzazione di un CPR a Firenze e, soprattutto, suoniamo la sveglia al Presidente Giani chiedendogli di accettare lo stato di emergenza per l’ondata migratoria attivando così le procedure accelerate e di deroga utili a gestire meglio questa criticità, altrimenti quanto denunciato rappresenta solo mera propaganda elettorale.

Gli strumenti in campo proposti dal Governo ci sono, sta ai Sindaci e governatori del PD utilizzarli”.

“E’ un po’ irrituale rispondere a fonti del Viminale che non mettono il proprio nome e cognome davanti a certe dichiarazioni, ma è doveroso puntualizzare la verità dei fatti”. Il sindaco di Prato Biffoni rimanda al mittente l’accusa di avere posizioni ideologiche e non voler fare accoglienza sul proprio territorio: “Innanzitutto queste fonti dovrebbero parlare con i sindaci, non con i sindaci Pd, ma tutti e in tutta Italia visto che anche dove le Regioni hanno firmato l’accordo con il ministero dell’Interno, come Veneto e Lombardia, i primi cittadini denunciano una situazione fuori controllo, le parole del Governatore Zaia, solo per fare un esempio, sono inequivocabili. Così come il passo indietro del ministero dell’Interno in Emilia Romagna dove, alla fine, non ha potuto che dare ragione ai sindaci”.

Sui minori non accompagnati il Viminale mette sotto accusa la normativa vigente, ma il sindaco ribadisce. “La legge Zampa è legge dello Stato, fin quando è in vigore si rispetta. Così come si è rispettato la Bossi-Fini o il Dl Cutro. Se una legge non va bene, il Parlamento la cambi, ma fin quando c’è si rispetta. E io non mi sono mai fatto problemi a criticare la gestione del fenomeno migratorio con ogni Governo, di sinistra, di destra o tecnico quando le cose non funzionano. Ma qui si va ben oltre: qui il Governo Meloni che aveva promesso stop sbarchi, adesso ha creato il caso, e il ministero dell’interno non risponde, non dà informazioni adeguate né ai sindaci né ai prefetti, nessuno sa i criteri di ripartizione né cosa accadrà nei prossimi mesi”.

Infine Biffoni difende il modello Prato: “Su Prato non intendiamo prendere lezioni da nessuno. La città di Prato sull’accoglienza e la gestione dell’immigrazione dà lezione all’Italia intera, compreso al Viminale. Siamo una città dove i servizi immigrazione da anni gestiscono il fenomeno in ogni suo aspetto, con giunte di sinistra e con quella di destra, perché altrimenti il Viminale non ha idea di cosa sia questa città”. Limitandosi all’accoglienza dei richiedenti asilo Prato è capofila Sai dal 2006 e ancora nel corso del 2022 Prato è tra i pochi Comuni che hanno chiesto e ottenuto l’ampliamento del Sai e lo hanno ottenuto, passando da 80 posti a 100, utili anche per il passaggio delle persone in uscita dai Cas.

I minori stranieri non accompagnati sono passati da 40 a 61 e il territorio pratese, piccolo per estensione e densamente abitato, essendo stato individuato fino a poco tempo fa solo il criterio della popolazione ha accolto più di altri comuni, avendo una popolazione di 200 mila abitanti.

“E’ falso che non abbiamo voluto Cas minori, perché è competenza del ministero e c’è una procedura aperta proprio in questo momento per l’individuazione di un Cas minori gestito dalla prefettura. Il punto è che dopo il decreto Cutro le collaborazioni e i passaggi da Cas a Sai è diventato più complicato, dividendo in due il sistema di accoglienza e perdendo il valore dell’integrazione tra le strutture gestite dallo Stato e quelle gestite dai Comuni – spiega Biffoni -. Ed è vero che ci siamo sempre opposti ai centri di grandi dimensioni e continueremo a farlo, perché riteniamo l’accoglienza diffusa l’unica strada percorribile sia per rispetto per chi arriva sia per il rispetto anche dei territori che accolgono. Solo nelle piccole strutture la collaborazione tra Governo nazionale, enti locali, terzo settore e beneficiari diventa efficace ed efficiente”.

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