"Stanno partendo le lettere di sospensione per gli operatori sanitari no vax, in Toscana sono circa 4.500. Chi non intende vaccinarsi non può prendersi cura degli altri".
L'annuncio, che non mancherà di fare rumore, è del presidente Eugenio Giani.
"In queste ore - si commenta con una nota da FP CGIL Firenze - gli enti preposti stanno inviando le lettere di intimazione al personale sanitario che non ha ancora aderito alla campagna vaccinale. Come previsto dalla legge n. 75 del 28 maggio 2021 coloro che non si vaccineranno dovranno essere ricollocati o sospesi dal servizio.
Ferma restando l’applicazione della legge, siamo molto preoccupati per gli effetti che le sospensioni potranno avere sul sistema sanitario e l’organizzazione dei servizi se, insieme all’applicazione della legge 75, non vengano messe in atto delle azioni per gestire gli effetti. Come organizzazione sindacale riteniamo necessario che, a prescindere dalla strada che le aziende intraprenderanno, ricollocazione o sospensione, riteniamo essenziale che il personale che verrà spostato dai servizi a contatto con l’utenza dovrà essere sostituito immediatamente.
I numeri sul personale interessato che stanno circolando non ci lasciano tranquilli tra USL TC, AOU Careggi e AOU Meyer: si tratta di centinaia di operatori, pare circa 4500 a livello regionale tra pubblico e privato come detto dal Presidente Giani, se non saranno sostituiti si rischia di mettere in crisi i servizi verso i cittadini e scaricare il peso di tali assenze ai lavoratori in servizio.
Come organizzazione sindacale in questi mesi abbiamo invitato tutte le lavoratrici e i lavoratori a vaccinarsi, in quanto ad oggi il vaccino è il principale strumento, insieme alle procedure e ai dpi previsti dai protocolli di sicurezza che abbiamo sottoscritto, che possa permetterci di arginare la pandemia. Invito che rilanciamo per il bene dei singoli lavoratori e della collettività. Riteniamo che ognuno debba viverlo come un dovere sociale, in particolare verso quei lavoratori fragili che non possono vaccinarsi e che hanno l’esenzione del vaccino come previsto dalle norme.
Il tema della sostituzione del personale ci preoccupa ancora di più se lo inseriamo in una fase di blocco delle assunzioni che è in atto nelle nostre aziende e che a nostro avviso è insostenibile. Le assunzioni che sono state fatte lo scorso anno sono servite per aprire nuovi servizi necessari dalla pandemia e rafforzare alcuni servizi esistenti, dopo anni di disinvestimento nazionale e riduzione del personale. Nel primo semestre abbiamo registrato una diminuzione degli infermieri negli ospedali che insistono nell’area vasta centro.
La pandemia non è finita, come registriamo dall’aumento dei ricoveri avvenuti in queste settimane, e non possiamo abbassare la guardia; inoltre dobbiamo rimettere a regime tutta l’offerta sanitaria per rispondere a tutte le esigenze dei cittadini come ad esempio il recupero agli arretrati delle liste di attesa ma anche altro. Per fare questo servono i servizi a pieno regime con il personale necessario.