"Con la battuta "noi facciamo le riforme e non i commenti", uscita sulla stampa, volevo semplicemente dire che è appunto questo il compito della politica. Io sono per fare la riforma della nostra sanità, sono convinto di questo". Il presidente della Regione Enrico Rossi interviene di nuovo sulla questione della riforma della sanità toscana. "In Toscana non siamo perfetti - chiarisce -, abbiano problemi e liste di attesa ancora troppo lunghe, e di questo ci scusiamo con i cittadini. Ma la sanità toscana - così ci dicono dal Ministero e così risulta da vari studi – nel panorama nazionale è la migliore.
L'ultima indagine fatta dall'Università di Tor Vergata per misurare le performance dei servizi offerti, resa nota nei giorni scorsi, colloca la Toscana al primo posto, sopra Emilia e Veneto; sui livelli essenziali di assistenza, le cure offerte in tutti i campi, siamo al primo posto in Italia; sulla qualità delle prestazioni ospedaliere l'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ci dice che siamo i primi in Italia per qualità ed efficienza delle cure; infine i bilanci delle nostre Asl sono tutti in pareggio e, unico caso in Italia, anche certificati".
"Tuttavia – prosegue Rossi -, se vogliamo continuare a tutelare la sanità pubblica in Toscana, a fronte della forte diminuzione delle risorse, bisogna trovare un modo per razionalizzare ancora, combattere i doppioni, gli sprechi, per trovare quel livello di produttività e competitività adeguata che solo una riorganizzazione profonda può darci. Capisco che quando si annuncia di voler fare riforme così importanti scatti un riflesso difensivo ed anche, per certi versi, corporativo, ma è compito della politica far prevalere l'interesse generale, senza tirarsi indietro. La Toscana non può rinunciare a fare, quanto prima, questa riforma".
Il presidente va ancora più a fondo nella ricerca dei motivi della riforma: "A chi ci chiede perché fare una scelta così impegnativa sul finire della legislatura, rispondo in modo autocritico: avremmo dovuto farla ancora prima, ora non c'è più tempo da perdere. Ascolteremo e ci confronteremo con tutti, ma non possiamo rinunciare ad andare avanti". Dopo i dubbi e i timori espressi dai Rettori delle tre Università toscane, Rossi li rassicura: "Ovviamente voglio assicurare le Università del pieno rispetto della Legge 517, che regola i rapporti del servizio sanitario con le istituzioni universitarie.
Anzi, è mia intenzione verificare lo stato di attuazione di questi rapporti all'interno delle aziende integrate ospedaliero-universitarie. Alla luce di quel principio fondamentale della legge, comma uno all'art.1, secondo cui l'attività assistenziale necessaria per lo "svolgimento dei compiti istituzionali delle Università è determinata, nel quadro della programmazione nazionale e regionale, in modo da assicurare la funzionalità e la coerenza con le esigenze della didattica e della ricerca, secondo specifici protocolli stipulati dalle Regioni con le Università".
In Toscana, nell'ultimo protocollo firmato, si fissano standard e soglie per poter attivare strutture assistenziali complesse all'interno dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria. Insomma, parametri di attività. "Posso sbagliarmi – conclude Enrico Rossi - ma ho la sensazione che applicare questi parametri – sottoscritti con i Rettori – sarebbe già un pezzo importante della nostra riforma"