FIRENZE- Dal 1° gennaio la legge di riforma della sanità approvata dal Consiglio regionale nella notte tra il 19 e il 20 dicembre scorso diventa realtà, e prende il via la nuova organizzazione del sistema sanitario toscano. "La riforma che prenderà corpo con il nuovo anno - dice l'assessore al diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi - offrirà un'assistenza migliore ai cittadini toscani, sicura e di alta qualità. Ogni volta che si introducono dei cambiamenti, c'è sempre paura e diffidenza, è naturale.
I cambiamenti che si prospettano con questa riforma sono di portata epocale, ma i toscani non si devono allarmare, possono stare tranquilli: nessuna riduzione dei servizi, i cittadini avranno gli stessi servizi, anzi, migliori. L'obiettivo della riforma è proprio quello di mantenere, anzi, se possibile, migliorare gli ottimi risultati che ci vengono riconosciuti a livello nazionale (Griglia Lea e Programma nazionale esiti), per dare ai cittadini toscani servizi sanitari sempre più di qualità.
E riuscire a farlo con meno risorse a disposizione. Il senso vero di questa riforma sta proprio nel fatto che in una migliore organizzazione del sistema, tieni insieme l'efficientamento dei costi e il miglioramento dei servizi". La riforma prevede un sistema più snello, con meno direttori generali e più servizi nei territori, maggiore integrazione tra sanitario e sociale, maggiore razionalità nelle funzioni dei diversi presidi ospedalieri, perché ovunque si possa garantire qualità e sicurezza. Queste le novità salienti della riforma:
Nuovo assetto delle aziende Usl
Al centro della riforma, l'accorpamento delle aziende sanitarie, che da 12 diventano 3:
- Azienda Usl Toscana Centro, che riunisce le precedenti aziende dell'area vasta centro: Asl 3 di Pistoia, 4 di Prato, 10 di Firenze, 11 di Empoli; direttore generale Paolo Morello Marchese.
- Azienda Usl Toscana Nord Ovest, che riunisce Asl 1 di Massa Carrara, Asl 2 di Lucca, Asl 5 di Pisa, Asl 6 di Livorno, Asl 12 di Viareggio; direttore generale Maria Teresa De Lauretis.
- Azienda Usl Toscana Sud Est, che riunisce le Asl 7 di Siena, 8 di Arezzo, 9 di Grosseto; direttore generale Enrico Desideri.
Anche i siti web delle 12 Asl verranno unificati: ce ne saranno tre, corrispondenti alle nuove grandi Asl, ma in questa fase di passaggio le pagine dei nuovi siti rimanderanno ai vecchi siti delle 12 Asl. Nulla cambia, invece, per le quattro aziende ospedaliero-universitarie: AOU Careggi, AOU Meyer, AOU Pisana e AOU Senese. La riduzione da 12 a 3 Asl è dettata da molteplici necessità: uniformare la sanità toscana nell'organizzazione e nelle risposte ai bisogni della popolazione; evitare duplicazioni e sprechi; realizzare economie di scala. Che si traducono in un recupero di risorse da investire in sanità.
Nuovo modello di programmazione
Si rafforza la programmazione a livello di area vasta, che assume un ruolo fondamentale per garantire le opportune sinergie e l'integrazione delle attività di programmazione della Azienda unità sanitaria locale e dell'Azienda Ospedaliero Universitaria; questo, grazie ai Dipartimenti interaziendali, strumento organizzativo a supporto della programmazione coordinata.
Nel corso del 2016 verranno recapitate ai cittadini toscani le nuove tessere sanitarie, che sostituiscono quelle in scadenza (la durata è di sei anni). Come per le precedenti, inviate nel 2010, l'invio avverrà in ordine alfabetico di codice fiscale, con un anticipo di circa 90 giorni rispetto alla data di scadenza riportata sulla carta già in possesso del cittadino. La Tessera sanitaria - Carta nazionale dei servizi (TS-CNS) è gratuita e viene spedita a cura dell'Agenzia delle Entrate a tutti i cittadini assistiti dal Servizio sanitario nazionale.
E' un documento personale, valido per le seguenti funzioni: tessera sanitara nazionale; tessera europea di assicurazione malattia (Team), che sostituisce il modello E-111 e garantisce l'assistenza sanitaria nell'Unione Europea e in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, secondo le normative dei singoli Paesi; tesserino del codice fiscale. Una volta attivata, la tessera sanitaria consente di accedere in sicurezza al proprio Fascicolo sanitario elettronico e ai servizi online della Regione Toscana e degli altri enti della pubblica amministrazione, tra cui il pagamento del bollo auto, la consultazione e l'autocertificazione della posizione economica per la definizione del ticket sanitario, il ritiro del modello CUD sul sito di Inps. In futuro, con la nuova Tessere sanitaria sarà possibile ritirare, una volta che il sistema sarà attivato, una credenziale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), che consentirà al cittadino di accedere a tutti i servizi in piena sicurezza anche con smartphone e tablet.
Organizzazione del territorio
La grande novità di questa riforma è proprio la rilevanza che viene data al territorio. A fianco della riduzione delle Asl, infatti, è stato deciso il potenziamento delle zone distretto. La programmazione sanitaria sarà di competenza delle zone distretto, che entro 6 mesi saranno riviste per confini e numero (attualmente sono 32, scenderanno probabilmente a 25).
I vertici delle aziende sanitarie toscane hanno formalmente rinunciato a una parte dell'indennità di risultato che spetterebbe loro di diritto, in quanto contrattualmente prevista, per gli anni dal 2011 al 2014, mettendo la cifra a disposizione del sistema sanitario regionale. Entrambe le misure sono state approvate dalla giunta nel corso della seduta di stamani. L'indennità di risultato è una cifra dovuta, prevista dal contratto; nei nuovi contratti, questa voce non sarà più prevista. La rinuncia a una parte dell'indennità di risultato è stata fatta dalla quasi totalità dei direttori generali, sanitari e amministrativi delle aziende sanitarie e degli enti del Servizio sanitario regionale (96 persone; un direttore ha rinunciato al 100% della propria indennità di risultato).
L'importo medio annuo per l'indennità di risultato si è così ridotto, passando da circa 12.000 euro netti a circa 6.000 euro netti per anno. Calcolando anche gli oneri riflessi, per gli anni che vanno dal 2011 al 2014 questa scelta comporta un risparmio di circa 850.000 euro. Se si considera poi il totale degli accantonamenti maturati per premi aziendali contabilizzati nei bilanci delle aziende sanitarie e degli enti del SSR, e che non costituiscono più un'uscita finanziaria a fronte di questa scelta dei direttori, si liberano nel sistema risorse pari a circa 3 milioni di euro. Le risorse liberate grazie a questa rinuncia, appunto 3 milioni di euro, verranno utilizzate dalla Regione per prolungare di altri 6 mesi (fino al 30 giugno 2016) la campagna straordinaria contro il meningococco C, che prevede la vaccinazione gratuita delle persone da 20 a 45 anni che hanno frequentato la stessa comunità, o comunque che risiedono nella stessa Asl in cui si è verificato un caso di meningite da meningococco C.
Dipartimenti delle professioni sanitarie
Verranno istituiti i dipartimenti delle professioni sanitarie (infermieristico-ostetriche, sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, del servizio sociale), per la valorizzazione delle competenze delle relative figure professionali.
Dopo un confronto serrato è stato sottoscritto l'accordo tra CGIL CISL UIL Toscana Funzioni Pubbliche e l'Assessore regionale alla Sanità che tutela il personale del comparto nel passaggio alle nuove ASL: tutela della sede di lavoro e dei livelli retributivi del personale, costruzione di un modello di relazioni sindacali rispettoso del contratto nazionale a tutti i livelli decisionali, garanzia delle risorse della produttività.“L'accordo non solo garantisce il personale nel passaggio alle nuove ASL ma costruisce punte di avanzamento sui diritti dei lavoratori della sanità toscana attraverso la definizione dei fabbisogni di personale per il prossimo triennio ai fini della tenuta dei servizi erogati dal sistema sanitario toscano; parallelamente viene prevista la proroga e la stabilizzazione del lavoro precario in sanità.
Un'intesa che arriva insieme al recepimento in legge delle richieste avanzate dal sindacato, a partire dalla costituzione dei dipartimenti, con funzioni gestionali, infermieristico-ostetrico e delle professioni tecnico sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione”, spiegano Alice D'Ercole (Fp Cgil Toscana), Marco Bucci (Cisl Fp Toscana) e Mario Renzi (Uil Fpl Toscana). Aggiungendo: “Le Segreterie Regionali di CGIL CISL e UIL Funzioni Pubbliche esprimono soddisfazione per i risultati raggiunti con questo accordo e per il recepimento delle richieste del sindacato nell'articolato di legge, apprezzando la disponibilità della giunta regionale e del consiglio regionale.
Questa intesa è frutto di un buon lavoro del sindacato che dimostra che è possibile fare avanzare i diritti dei lavoratori quando il confronto con le controparti è costruttivo”.
“A pochi giorni dall’approvazione della legge regionale 33, con cui la Regione Toscana ha seppellito la raccolta di firme per il referendum contro la riforma sanitaria, le tre sigle sindacali principali dichiarano di aver già trovato un accordo soddisfacente con il governo regionale: ma nell’interesse di chi?”. Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind, sindacato autonomo degli infermieri, attacca duramente Cgil, Cisl e Uil “In Toscana mancano 2.000 infermieri – sottolinea Giannoni – e molti colleghi preferiscono emigrare in altri paesi d’Europa, piuttosto che aspettare lo scorrimento di graduatorie di fatto bloccate o l’adeguamento dei livelli stipendiali”. “Con quale coraggio oggi – domanda il coordinatore regionale Nursind - CGIL, CISL e UIL si ergono a difesa dei lavoratori, quando non si sono mai pronunciate sull’impianto della riforma voluta dalla Regione?”.
Giannoni esprime dubbi anche sul merito dell’accordo “che non dice nulla, non è mai stato condiviso nelle assemblee e ha l’unico scopo di spalleggiare la Regione nella distruzione del Sistema Sanitario Regionale”. “L’impatto della riorganizzazione sarà enorme – aggiunge Giannoni – mentre il demansionamento è ormai la consuetudine per gli infermieri: in molte aziende sanitarie toscane le principali sigle sindacali hanno firmato accordi assurdi per l’istituzione della pronta disponibilità in ambiti in cui non è prevista.
Ma ciononostante, alla luce dell’entrata in vigore della legge 161/2014, che impone il rispetto dei turni di riposo, non riusciamo più a garantire i servizi. Di fronte a questa situazione – conclude Giannoni - l’unica soluzione soddisfacente per lavoratori del settore e cittadini che usufruiscono del servizio sanitario sarebbe l’apertura di nuove graduatorie per l’assunzione”.
Riordino della rete ospedaliera
Non chiuderà nessun ospedale, ma la rete ospedaliera verrà riordinata, valorizzando le specificità di ciascun presidio, con la garanzia di un coordinamento forte tra i vari presidi ospedalieri.