Firenze– Eccellenze che parlano al mondo, racchiuse nel cuore delle Crete Senesi. Nel mese di novembre va in scena la rassegna enograstronomica “Crete d’Autunno”, che dal piccolo borgo medioevale di Montisi s’annuncia con la ventesima edizione di “Il primo olio e altro ancora… ”. L’evento è l’anteprima della Mostra-Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi, che s’inaugura nella vicina San Giovanni d’Asso sabato 9 novembre e che va avanti fino a domenica 17. Un carnet di iniziative – degustazioni, mercatini, mostre di artigianato e antiquariato, spettacoli itineranti e di intrattenimento.
Si inizia già da venerdì 1 novembre con l’anteprima di “Primo olio e altro ancora…” la tradizionale festa del borgo di Montisi, giunta alla ventesima edizione, che prosegue fino a domenica 3, poi nel week end successivo prende il via la kermesse di San Giovanni d’Asso. Dopo l’anteprima, sarà la volta di San Giovanni d’Asso. La Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi inizia sabato 9, con l’apertura degli stand, la ‘cerca’ insieme ai tartufai e i loro cani, l’apertura del grande spazio chiamato Square Food, dove si possono trovare tutti i prodotti tipici del distretto rurale di Montalcino e poi la prima cena di gala con il ristorante stellato “La Parolina” di Acquapendente con un menù tutto a base di tartufo bianco delle Crete Senesi. Domenica 10 novembre parte dalla stazione ferroviaria di Siena il “Treno Natura” che porta i passeggeri direttamente a San Giovanni d’Asso attraverso un viaggio unico con panorami inediti dentro le Crete Senesi, a bordo di un convoglio d’epoca guidato da una locomotiva vapore.
“L’annata per il tartufo bianco delle Crete Senesi si preannuncia buona – spiega il presidente dell’Associazione tartufai Senesi Paolo Valdambrini – Il prezzo oscilla fra i 2.000 e i 2.500 euro, dipende dalla pezzatura. Il valore della nostra Mostra Mercato è un altro però. A San Giovanni d’Asso, diversamente da molte altre manifestazioni simili, i tartufi in vendita e in degustazione sono tutti del nostro territorio, a km 0. Sono quelli e soltanto quelli, trovati dai nostri associati, circa trecento in tutta la provincia. Poi, se volete capire come nasce il tartufo, potete venire con noi nelle varie fasi della ‘cerca’ nel bosco con i nostri cani. Vi aspettiamo numerosi”.
La Mostra mercato di San Giovanni d’Asso offre due week end (9-10 e 16-17 novembre) per degustare, acquistare, conoscere e anche cercare direttamente questo prezioso fungo ipogeo. Insieme al tartufo bianco delle Crete Senesi, i visitatori potranno conoscere e apprezzare le altre grandi eccellenze di questo territorio come l’olio extravergine di oliva, il formaggio pecorino, il vino della Doc Orcia, il Brunello di Montalcino, il miele. Dalla “cerca” del tartufo e le visite al museo a lui dedicato, al giro dei frantoi, al cibo di strada, alle cene di gala (sabato 9 e 16), le degustazioni libere e guidate, tutto è stato pensato per condurre i visitatori all’interno di un territorio unico, ricco di tradizioni, prodotti di qualità e di una ruralità ancora genuina dove l’uomo è protagonista.
Dal presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, il riconoscimento di San Giovanni d’Asso e di Montisi come centri che offrono “una sinergia fra ciò che è ricchezza del territorio, attrazione turistica, potenzialità per il futuro di tanti giovani che possono tornare a lavorare nella nostra agricoltura che poi diventa di qualità”. L’olio di Montisi, “olio della filiera corta e della biodiversità”, in questa rassegna trova “uno degli appuntamenti più importanti della Toscana”; il tartufo bianco, “un’eccellenza nazionale, internazionale”, viene celebrato in una mostra giunta ormai alla 34^ edizione.
Sullo sfondo quella che il consigliere Stefano Scaramelli definisce “la nostra unicità: coniugare prodotti, tradizione e storia”, racchiudendo in un’espressione una cultura antica di coltivazione di una terra “che è così grazie alle braccia che l’hanno lavorata”. “Le istituzioni devono molto a coloro che permettono questa eccellenza che va tutelata e difesa”, afferma il consigliere: “Il vino di Montalcino, coniugato con il tartufo e la qualità del nostro olio e del formaggio è un connubio unico in Italia”.
La ricetta per riuscire è nell’impasto tra associazioni e imprese, “che riescono a sviluppare l’attenzione a un prodotto che sta diventando volano per molte aziende del territorio”. È stata “un’intuizione – continua Scaramelli – anche la fusione di San Giovanni d’Asso con Montalcino, che ci ha trovato tutti concordi perché era condivisa dal basso”. Così come San Giovanni – “borgo e municipio” – ha avuto la capacità di aprirsi a Montisi, Buonconvento, Monteroni d’Arbia, Castelnuvo Berardenga.
In palazzo del Pegaso anche il presidente della municipalità di San Giovanni d’Asso, Giorgio Sanna. A lui il compito di illustrare le occasioni del fine settimana di Ognissanti per degustare a Montisi ‘l’olio evo’ delle Crete senesi, con “visite guidate ai frantoi nel paese e corsi d’assaggio di olio, vino, miele, formaggi, con mercatini e spettacoli itineranti” (l’organizzazione è a cura della Pro loco in collaborazione con il comune di Montalcino).
Quindi l’appuntamento con il “Diamante bianco” di San Giovanni d’Asso, e l’opportunità di raggiungere il municipio su un convoglio d’epoca sospinto da una locomotiva a vapore. Un ‘viaggio nella storia” e nella natura, lungo la linea quasi dimenticata – la ‘Asciano-Monte Antico’ – divenuta simbolo del turismo “slow” (due le corse a disposizione: da Siena, domenica 10 novembre; e da Grosseto domenica 17). La 34^ Mostra “è un evento importantissimo per valorizzare tutto il paniere di ciò che è prodotto nel comune di Montalcino”, spiega Sanna, che anticipa “cene di gala con chef quotati, abbinamenti del tartufo, con possibilità anche di prenotarsi per battute di cerca del tartufo”, e anche il premio al pecorino senese, “che incoronerà il migliore di tutta la provincia di Siena”.
Alla conferenza stampa ha partecipato anche Sergio Pinarello, Tartufaio delle Crete Senesi. A lui il compito di illustrare il patrimonio di circa 200 ettari coltivati da circa 250 produttori, in un luogo dove il tartufo si mangiava già nel 1100.