Coldiretti Toscana ritiene essere un segnale di grande coerenza con gli impegni assunti l’adozione della delibera della Giunta Regionale, fortemente voluta dal Presidente Enrico Rossi, dall’Assessore Marco Remaschi e dall’itera Giunta, con cui si vuole rilanciare il settore ovino da latte in Toscana, attraverso il sostegno dell’intera filiera e con la promozione dei formaggi sui mercati internazionali.
Infatti nella giunta di lunedì 28 gennaio, sono stati assunti due importanti provvedimenti: il primo prevede un finanziamento di 2 milioni, provenienti dal bilancio regionale, il secondo un protocollo d'intesa con al quale coinvolgere nel percorso organizzazioni professionali e cooperative agricole e i consorzi di tutela dei formaggi Dop.
Le due delibere rappresentano la fase culminante di un percorso che si è attivato nel novembre scorso, quando la crisi del settore è diventata emergenza a seguito dei provvedimenti assunti da due grandi gruppi industriali che hanno disdetto contratti di fornitura dal gennaio 2019 per cento allevatori, collocati principalmente nella provincia di Grosseto, lasciando nelle stalle circa 3 milioni e 200 litri di latte.
"A fronte di un quadro che si annunciava drammatico per il settore ovino toscano a seguito di questa situazione – spiega Fabrizio Filippi, presidente coldiretti Toscana – è stato forte il pressing di Coldiretti per attivare il tavolo della filiera ovi-caprina da latte, che ha visto la pronta reattività dei caseifici operanti in Toscana e dei Consorzi di tutela delle denominazioni d'origine protetta dei formaggi, Pecorino toscano Dop e il Consorzio delle Balze Volterranee. Una prima risposta ha portato alla ricollocazione dell'intera produzione di latte ovino delle aziende presso alcuni caseifici locali. Emergenza in parte tamponata, ma occorreva una risposta di sistema per un settore in sofferenza per il calo dei consumi, gli alti costi di produzione e i danni crescenti per le ricorrenti predazioni.”
Ecco dunque la genesi dei due interventi approvati cui si aggiunge una terza linea d'azione: la presentazione alla Commissione Ue di una modifica al Psr 2014-2020 al fine di rafforzare economicamente gli interventi mirati al settore ovicaprino che ricordiamo presenta numeri di tutto rispetto. Il comparto ovi-caprino da latte toscano, che si è ridotto in termini di numero di allevamenti del 20% dal 2010 al 2017, conta ad oggi circa 1.000 allevamenti con oltre 324.000 capi ed una produzione stimata di circa 55.000.000 di litri di latte all'anno, corrispondente ad una produzione di formaggio di circa 110.000 quintali.
Con il primo intervento vengono destinati 2 milioni di euro che la Regione investe direttamente sul settore con risorse proprie, suddividendo il proprio intervento in due azioni di fondo: la prima rivolta alla promozione, la seconda al sostegno complessivo di tutta la filiera. Per il primo aspetto, la volontà è quella di riuscire a favorire un aumento della domanda da parte dei mercati, specie di quelli internazionali, ma anche da parte della GDO: a tale scopo è stata varata una misura che utilizza 700.000 euro dei 2 milioni disponili, per la promozione dei formaggi ovini a denominazione di origine protetta.
Con il resto della somma prevista, 1,3 milioni di euro, si cerca invece di dare risposta a tutte le questioni poste dagli allevatori (gli anelli a monte della filiera) attraverso, per esempio, sostegni per la perdita di produzione a seguito di attacchi di predatori, aiuti per l'acquisto di animali riproduttori iscritti nei libri genealogici, quindi di qualità, investimenti nelle aziende zootecniche finalizzati a una corretta gestione del pascolo, all'utilizzo sostenibile delle risorse e alla conservazione del paesaggio.
Altro cardine dell’intervento la stipula di un protocollo d'intesa che ha come obiettivo il rilancio del settore zootecnico regionale, ed in particolare del comparto ovi-caprino da latte, attraverso la realizzazione di azioni comuni finalizzate a migliorare l'efficienza dei rapporti tra tutti i soggetti della filiera ovi-caprina, coinvolgendo sia la produzione primaria (gli allevamenti) che la trasformazione e la commercializzazione, nonché ad aumentare la presenza sui mercati nazionali ed esteri (UE ed extra-UE) attraverso specifici interventi di promozione e informazione.
“Bisogna lavorare affinché questo piano di rilancio del settore – ha detto Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – venga attuato in tempi celeri per dare nuovo impulso alle numerose aziende che rischiano di cessare le attività, soprattutto nelle aree marginali. Abbiamo assolutamente condiviso il recupero di risorse destinate anche alla valorizzazione delle denominazioni di origine che potrà tendere a rafforzare la capacità di penetrazione sui mercati, non solo nazionali ma anche europei ed extra europei, delle produzioni sia di formaggi che di carne provenienti dai nostri allevamenti. Abbiamo il dovere di tracciare traiettorie credibili di futuro per produttori che svolgono una funzione fondamentale sul piano economico e sociale, presidiando altresì territori il cui abbandono e degrado determinerebbe gravi rischi per l’assetto idro-geologico”.