Un grande classico dello spettacolo musicale dell’ORT, che arriva per la prima volta al Teatro Romano di Fiesole nel cartellone dell’Estate Fiesolana, già abituata al successo di spettacoli come Ti racconto Don Giovanni e Gli Anni Verdi, che avvicinano da anni la musica classica ad un pubblico sempre più ampio e di tutte le età, con repliche in tutta la Toscana.
I Fiati all’Opera sono l’occasione per scoprire da dove ha avuto inizio questo successo che ha consolidato negli anni la collaborazione tra Alessandro Riccio e l’Orchestra della Toscana dal 2016 ad oggi.
In questo spettacolo troviamo l’attore e performer fiorentino, indossare letteralmente i panni dei compositori Mozart, Rossini, Bizet e Puccini, vittime delle proprie paure e delle idiosincrasie di ogni essere umano. Il tutto in compagnia delle più belle pagine del repertorio operistico da loro firmate: titoli come il Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Il barbiere di Siviglia, Carmen, Gianni Schicchi, Tosca, trascritti per quintetto a fiati ed eseguiti proprio dalle prime parti dell’ORT.
L'umanità di questi personaggi è la cifra stilistica dello spettacolo, con ironia e leggerezza, Riccio li immagina andare dal dottore, ciascuno per un motivo diverso e realmente documentato da una ricerca storica, che l'attore ha condotto per la scrittura dello spettacolo. Mozart è iperattivo, come non pensare alle sue oltre 626 opere composte nella sua breve vita, Rossini è obeso, amava la buona cucina e scriveva ricette, Bizet è timido, la sua ansia lo portò a bruciare parte delle sue composizioni, Puccini ha un problema con il fumo, era molto regolato nel mangiare e nel bere, ma fumava anche ottanta sigarette al giorno.
Rapidi cambi d'abito materializzano i personaggi sul palco, che, con le loro fragilità stupiscono e divertono il pubblico, avvicinandolo, attraverso l'ironia, a questi mostri sacri che fanno parte del nostro DNA culturale, in Italia e in Europa.
“Così accade la magia: ogni spettatore riconosce le arie d'Opera più celebri di tutti i tempi, e in quel momento la musica classica si libera dalla sua parvenza elitaria – dice Alessandro Riccio – per diventare pura emozione”.