Ulteriore capitolo sul rigassificatore a Piombino. In occasione della visita a Piombino, annunciata dall'On. Carlo Calenda, segretario del partito Azione, in programma il 7 settembre, una delegazione di cittadini, in rappresentanza dei Comitati contro il Rigassificatore, ha inviato una formale richiesta di incontro.
"La notizia annunciata dalla stampa della visita di Carlo Calenda a Piombino il 7 settembre finirà per essere una provocazione a tutta la città di Piombino. Mentre il leader di Azione vorrebbe limitare l'oggetto della visita alla mera questione del rigassificatore, non si possono tacere e dimenticare le responsabilità dell'attuale stallo della vicenda acciaieria di cui politicamente, con il PD, Carlo Calenda è uno degli autori. Era infatti il 17 maggio 2018 quando l'allora ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ed il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi esprimevano 'soddisfazione per la positiva conclusione di una vicenda che metteva a rischio uno dei più importanti poli siderurgici italiani ed il posto di lavoro di 2.000 persone'.
Avveniva infatti al MISE il formale passaggio delle acciaierie Aferpi di Piombino dal gruppo Cevital al gruppo indiano Jindal. Sappiamo come è andata. Per colpa della faciloneria mossa da evidenti esigenze politiche, si vollero trascurare aspetti contrattuali e condizioni che avrebbero potuto vincolare gli investimenti a tempistiche precise, limitando il protrarsi degli inadempimenti della attuale proprietà. Ecco che oggi, questa visita ha il sapore amaro di una provocazione che la città non merita" afferma in una nota il deputato della Lega Manfredi Potenti, candidato al Senato al collegio uninominale Livorno-Pisa per la coalizione di centro destra.
E’ dal 30 agosto intanto che l'Associazione di volontariato Idra presidia a Firenze il numero 10 di Piazza Duomo, Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Giunta regionale, in attesa che il presidente-commissario Eugenio Giani risponda ai quesiti sul rigassificatore di Piombino posti a partire da giugno in cinque Pec rimaste in massima parte inevase (17 giugno, 12 luglio, 29 luglio, 16 agosto e 24 agosto).
“Il re è nudo, Giorgia Meloni smentisce il sindaco di Piombino Francesco Ferrari: il rigassificatore si farà nel porto della città, come ha deciso il Governo Draghi con il sostegno del Governatore Giani. È un capitolo ulteriore di un teatrino della politica dal finale scontato. A Roma la decisione è stata presa sulla testa della città. Una scelta sciagurata - spiegano Yana Ehm, candidata di Unione Popolare in Toscana (plurinominale Toscana 3 della Camera) e del Consigliere comunale di Piombino Fabrizio Callaioli - perché sui rigassificatori nessuno può garantire il rischio zero per incendi e scoppi, sia per le dimensioni sia per gli impianti di accompagnamento.
Anche per questa ragione sono collocati per regola a 12 miglia dalla costa, ma a Piombino no, nonostante sia il secondo porto italiano per traffico passeggeri e uno snodo imprescindibile per l’Arcipelago Toscano e per l’Isola d’Elba. Non solo: dagli studi più moderni e accreditati - aggiungono - risulta che un impianto simile implichi forti inquinamenti ambientali per le immissioni di composti di cloro nelle acque marine, ciò determinando la presenza di sostanze incompatibili con l’allevamento del pesce e dei mitili.
Un disastro anche ambientale”.
“Ma questa vicenda - conclude Ehm - è anche esemplificativa della mala politica italiana, dietro al rigassificatore di Piombino abbiamo visto in azione la maggioranza trasversale destra e ‘falsa sinistra’ che va da Draghi e Meloni, fino al Governatore Giani e alla deputata del Pd Simona Bonafè, passando per Forza Italia, la Lega, Calenda e Renzi. Con buona pace dei proclami del sindaco di Piombino che accetterà questo diktat, nonostante nel nostro ultimo incontro mi avesse garantito che la volontà della cittadinanza sarebbe stata rispettata da Fratelli di Italia.
Questo è partito unico del saccheggio dell’ambiente, allergico alle regole democratiche e contrario alla transizione ecologica, alle energie rinnovabili e all’indipendenza energetica. Uno schieramento che punta sempre su soluzioni emergenziali, insicure e contestate dalla maggioranza sociale degli italiani. A dar voce a chi non ha voce rimane, con coerenza, a livello locale e nazionale solo Unione Popolare”.
“Come Terzo Polo sosteniamo la necessità di mettere in campo una strategia ad ampio spettro, che preveda un price cap europeo, l’abbattimento del costo del gas per le aziende energivore a 100 euro per Mwh e che il GSE acquisti tutte le fonti di energia elettrica, a prezzo di mercato il gas e a prezzo fisso le rinnovabili. In tale contesto sarà essenziale inoltre l’operatività del rigassificafore di Piombino” sostengono senatore Francesco Bonifazi e Benedetta Frucci, candidati per il Terzo Polo in quota Italia Viva nel listino proporzionale del collegio di Arezzo, Siena, Grosseto e Livorno.