Firenze, 28 agosto 2022 – “Il Movimento 5 Stelle è favorevole all’utilizzo di rigassificatori galleggianti temporanei per sopperire alla crisi del gas. È necessario però avere una strategia energetica di breve, medio e lungo periodo basata su fabbisogni, costi e obiettivi”: si apre così il lungo post con cui Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Movimento5Stelle in corsa alle prossime elezioni politiche in Toscana definisce il rigassificatore di Piombino “una scelta sbagliata”.
”Il problema per il Movimento – spiega - è il criterio e, conseguentemente, la localizzazione dei siti dove posizionare i rigassificatori. Si parla oggi del rigassificatore di Piombino come se fosse già esistente, come se fosse una scelta obbligata. Non è così. Piombino è una città che da decenni attende un piano di bonifica; è una città che vive una crisi profonda del settore industriale. Oggi è uno dei maggiori porti nazionale per traffico di passeggeri ed è il territorio dove si produce il 60 percento dell’itticoltura italiana.
La scelta di Piombino – precisa Ricciardi - è stata totalmente discrezionale e arbitraria. Le compensazioni previste sono misure che il territorio aspetta già da anni. Non c’è nulla di nuovo”.
Il vicepresidente del Movmento5 Stelle pone poi alcuni interrogativi: “Chiediamo il motivo per cui non si parli di Piombino a livello nazionale per un rilancio vero del comparto industriale; perché non si sia fatto uno studio approfondito prima di gettare nel panico un’intera comunità e di deprimere un’economia turistica che si stava riprendendo negli ultimi anni. Solo per questo annuncio – attacca Ricciardi - si assiste a una svalutazione dei prezzi degli immobili e a un naturale congelamento di qualsiasi idea di investimento turistico sul territorio”.
Secondo l’esponente dei 5 stelle, “in un Paese serio, prima si stabilisce un piano energetico, si pongono degli obiettivi, si individuano gli strumenti per arrivare a quegli obiettivi e, infine, si analizzano delle proposte di localizzazione dopo seri e approfonditi studi di carattere economico, sociale e ambientale. Su questo tema, come su mille altri, si è fatto il contrario con il risultato che si sta, dolosamente, mettendo nel mirino un’intera comunità come futura corresponsabile della crisi energetica”.
Ricciardi spiega infatti che il territorio di Piombino “da anni è in forte credito nei confronti dello Stato e oggi paga un ulteriore prezzo a causa delle scelte assurde del governo nazionale e dell’atteggiamento del governo regionale che parlano del rigassificatore come di «un’occasione». Per i territori, qualsiasi essi siano, l’installazione di un impianto del genere è un sacrificio non certo un’occasione. Un sacrificio che lo Stato, dopo attente e scrupolose valutazioni sulla localizzazione (cosa che su Piombino, ribadiamo, non è stata fatta) deve necessariamente chiedere a un territorio.
Ma lo si fa con delle compensazioni reali e con un processo di partecipazione vero e condiviso”. Il vicepresidente dei 5 stelle conclude sintetizzando la linea del Movimento: “I rigassificatori galleggianti temporanei, in questo momento, sono necessari ma la scelta di Piombino è profondamente sbagliata. Il Movimento 5 Stelle è l’unica forza che, da Piombino a Roma, ha una posizione unita e compatta”.
“Il Pd toscano a Piombino chiede che il rigassificatore sia sottoposto a una valutazione di impatto ambientale, valutazione che il Premier Draghi e il Ministro Cingolani avevano esplicitamente escluso: dall’agenda Draghi sono passati all’agenda Fratoianni-Bonelli” Così in una nota Benedetta Frucci, di Italia Viva, candidata per il Terzo Polo nel collegio di Arezzo, Siena, Grosseto, Livorno.
Approfondimenti
“Dall’altro lato, il centrodestra non è meno ipocrita: a parole si dicono per lo sviluppo e la crescita, nei fatti si uniscono a Pd e M5S nel ní al rigassificatore. Esattamente come fecero in Puglia con il Tap.
Sono patrioti solo a parole, preferiscono dipendere evidentemente dal gas russo che dare al Paese sovranità energetica, il tutto mentre tante aziende sono in ginocchio per il costo dell’energia” conclude Frucci.
"Mentre la politica nazionale e locale saltella tra una posizione e un'altra, non si capisce cosa si stia aspettando a Firenze per avviare la promozione di percorsi più volte chiesti dall'unanimità del consiglio comunale" intervengono anche Dmitrij Palagi, Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune, insieme a Roberto De Blasi di Movimento 5 Stelle- Assistiamo con un po' di sorpresa al modo in cui parte delle forze politiche si sta ponendo rispetto al tema del rigassificatore di Piombino. Non abbiamo problemi a esprimere la nostra contrarietà, soprattutto perché potremmo tranquillamente evitare di prendere posizione da Palazzo Vecchio.
Invece ci teniamo, soprattutto perché in modo insistente, da mesi e mesi, chiediamo che Firenze sia un centro urbano all'avanguardia per quanto riguarda la promozione e la creazione delle comunità energetiche. Un'occasione per costruire dal basso nuove abitudini, con cui farsi carico collettivamente dell'ambiente.
Lo ribadiamo oggi, nella differenze delle posizioni elettorali che ci sono tra i nostri gruppi, per evidenziare che ci sono questioni fondamentali per il futuro del pianeta e della nostra specie.
Giustamente in questi giorni numerose attività commerciali ed economiche stanno protestando per le conseguenze delle speculazioni finanziarie che alzano i prezzi delle bollette in modo esponenziale.
In modo più silenzioso tanti nuclei familiari si preparano a stare al freddo nei prossimi mesi per risparmiare, soprattutto quelli in cui il tema della scelta tra pace e aria condizionata non si pone, perché al massimo in casa c'è un ventilatore.
Visto che ormai la ripresa delle attività di settembre del Consiglio comunale è imminente, chiediamo che la Giunta ci dia un segnale. Non risolverà tutti i problemi dall'oggi al domani, ma da troppo tempo stiamo aspettando passi concreti in avanti dalle istituzioni, coerentemente con quanto affermato in sede di Regione Toscana in un convegno tenutosi poco prima della pausa estiva".
"I settori che più stanno pagando la crisi energetica, sono la ceramica e la carta, ma non sono indenni il vetro, la chimica la gomma e tutti i settori industriali energivori. Con i maggiori costi energetici, il rischio è che a settembre molte aziende non riapriranno dopo la chiusura estiva -dichiara Luigi Ulgiati, Segretario Nazionale della UGL Chimici- Nel 2016 alla vigilia del referendum sulle trivellazioni la Ugl Chimici si espresse con forza sulle ripercussioni negative sia sull’indipendenza energetica nazionale che sui riflessi occupazionali.
A distanza di 6 anni nei giorni scorsi l’Italia è stata sanzionata con una multa pari a 190 milioni di euro per la mancata realizzazione del progetto Ombrina Mare necessario per l’estrazione del gas nel mare Adriatico di fronte alle coste abruzzesi. Tale evento assume ancor più rilevanza proprio in questo periodo di profonda crisi energetica che vede in affanno aziende e cittadini. Chiediamo che al più presto possano essere sbloccate autorizzazioni atte ad aumentare il volume di gas estratto nel territorio nazionale, vista anche la complessa sostenibilità economico-ambientale dei rigassificatori, che in ogni caso non ci renderebbero indipendenti.
Finora molte imprese sono andate avanti grazie a vecchi contratti che consentivano il pagamento delle bollette energetiche con prezzi bloccati precedenti alla crisi, altre per evitare pesanti perdite sono state costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti finiti, ma rimanere sul mercato è diventato molto complicato. Dal primo ottobre ha inizio l'anno termico, quindi nei prossimi mesi rischiamo di perdere importantissimi settori strategici della nostra manifattura, infatti la crisi energetica e il rialzo dei prezzi sta favorendo i competitor americani e in modo più specifico l’economia asiatica.
I certificati Emission Trading System, sistema di scambio quote di emissione gas serra) devono essere sospesi, per garantire alle imprese minori costi. Il governo deve intervenire subito, senza esitazione, nei mesi scorsi molto è già stato fatto, ma serve una politica di abbassamento dei costi energetici. Occorre una strategia che ci renda indipendenti da un punto di vista energetico, anche attraverso un confronto sul nucleare di nuova generazione. Inoltre a breve si riunirà a Bruxelles il Consiglio UE e l’Italia deve farsi promotrice nei confronti degli altri paesi europei per inserire un tetto sul prezzo del gas. Il rischio è - conclude Ulgiati - che tutta l’economia europea possa andare in crisi soprattutto nei settori manufatturieri, in particolare Germania e Italia, con fortissime ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla parte debole della società con un forte incremento di nuovi poveri".