Pediatria: crescono le emergenze psico-sociali

Per fronteggiare la situazione e aiutare i giovani pazienti e le loro famiglie da aprile ad Arezzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 agosto 2024 07:56
Pediatria: crescono le emergenze psico-sociali

Dieci anni fa l’avvio della collaborazione fra la Neuropsichiatria infantile e reparto di Pediatria del San Donato di Arezzo. Dopo due lustri, il 16 aprile scorso, nel reparto diretto dal dr. Marco Martini arriva una psicologa dedicata, frutto della collaborazione del Dipartimento Materno infantile e del Dipartimento di Salute mentale della Asl Toscana Sud Est, che si occuperà anche delle emergenze psicosociali che sbarcano al pronto soccorso pediatrico.«La collaborazione fra l’Unità Fuzionale salute mentale infanzia adolescenza, diretta dal Dr.

Luciano Luccherino, e Pediatria è ormai una esperienza ben rodata che possiamo considerare un fiore all’occhiello del nostro ospedale – dichiara il dr. Marco Martini Direttore UOC Pediatria ospedale Arezzo- Oggi purtroppo le situazioni di emergenza urgenza psicopatologiche nella fascia preadolescenziale e adolescenziale hanno visto un aumento esponenziale con percentuali di ingressi in pronto soccorso pediatrico molto più elevate rispetto a 10 anni fa. La presenza della dottoressa Alice Rinchi si è rivelata preziosissima nel garantire e ottimizzare la funzione di collegamento fra Pediatria e Ufsmia».

«La presenza di uno psicologo nel reparto di Pediatria – spiega la dr.ssa Susanna Giaccherini direttrice UOC Psicologia Aretina – oltre all’importante funzione di supporto e ascolto per gli utenti ha anche quella di una attivazione dei servizi attorno al minore quali consultorio e servizi sociali. Spesso vediamo che attorno ad un disagio di un giovane che arriva in pronto soccorso c’è un contesto ambientale e familiare che ha bisogno di sostegno e di ascolto, talvolta anche di supporti sociali ascolto e appoggio. Di fronte alle emergenze psicosociali la presa in carico diventa multidisciplinare e multifocale, con un focus proprio sul sistema familiare.».

«Non passa giorno che nel pronto soccorso pediatrico non si registri l’arrivo di emergenze psicosociali – aggiunge il dr. Martini – che richiedono la collaborazione fra medico, Ufsmia e rete territoriale e in questo la dr.ssa Alice rappresenta un tassello importantissimo. Al PS pediatrico arrivano, tra gli altri, ragazzini con attacchi di ansia, disturbi comportamentali, episodi di autolesionismo e una psicologa “residente” in reparto che assicura la sua presenza da lunedì al sabato è un aiuto importantissimo perché rappresenta anche un collegamento con i neuropsichiatri della Ufsmia».

Fra le emergenze anche i disturbi alimentari.«L’anoressia nervosa, insieme ai disturbi del comportamento alimentare, è una vera e propria emergenza che colpisce soprattutto le bambine ma che non risparmia neppure i bambini – prosegue il dr. Martini -. Sono situazioni complesse dove lo psicologo diventa fondamentale insieme al medico pediatra, al nutrizionista e al neuropsichiatra infantile. Sono malattie lunghe con il rischio di ricadute contro le quali è necessario un approccio multidisciplinare».

«La presa in carico multiprofessionale comincia con il ricovero – chiarisce la dr.ssa Alice Rinchi, psicologa –. Una collaborazione che, oltre all’intervento medico, vede l’attivazione attraverso la mia figura professionale di un’insieme di interventi relativi al benessere bio-psico-sociale che sono necessari quando ci troviamo di fronte a un minore con patologie croniche che la famiglia non riesce ad affrontare nel modo corretto. Lo psicologo non deve essere solo un punto di ascolto e supporto psicologico ma deve anche attivare quella Rete utile a garantire il benessere del minore. Purtroppo ci sono strati sociali disagiati che non sanno affrontare le malattie croniche dei propri bambini ed è qui che interviene la rete territoriale».

«Malattie croniche come il diabete infantile e come l’asma che sono difficili da gestire e soprattutto da accettare – aggiunge il dr. Martini –. Il diabete tipo 1 in particolare, quello che colpisce i bambini, comporta la dipendenza da insulina per tutta la vita e farlo accettare ad un bambino e ai suoi familiari non è semplice, soprattutto quando il paziente arriva in età adolescenziale nella quale il rischio di abbandonare le terapie è alto. Il sostegno psicologico in questo caso è fondamentale».

«L’equipe che al pronto soccorso pediatrico del San Donato prende in cura un minore – conclude la dr.ssa Susanna Giaccherini – è in stretto raccordo con quella territoriale e questo è importante perché, con la sua multidisciplinarietà, garantisce tempestività, prossimità e continuità ospedale-territorio, costituendo quella rete senza la quale il rischio è di perdere il giovane paziente».

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