Su lungarno Diaz a seguito di una fuga di gas scoperta ieri sera è stata individuata una cavità di dimensioni non trascurabili al di sotto della pavimentazione stradale del lungarno tra Ponte alle Grazie e piazza Mentana. In questa cavità è stato notato il passaggio di acqua, probabilmente proveniente dal fiume attraverso la sottofondazione dei muri d’argine con asportazione del materiale di riempimento. Il fenomeno ha provocato la rottura del tubo in ghisa della rete di distribuzione del gas, già messo in sicurezza.
Nel tratto non esistono tubazioni di grande diametro dell’acquedotto e comunque in via precauzionale un tubo per la distribuzione di poche utenze presenti è stato messo fuori servizio (sono già in corso le operazioni per realizzare un bypass per garantire l’approvvigionamento idrico).
Non risultano presenti inoltre dorsali importanti di alimentazioni elettrica né della pubblica illuminazione. È necessario comunque approfondire le indagini per comprendere l’entità del fenomeno, le sue cause e le modalità di ripristino e queste analisi sono già in corso e proseguiranno nel pomeriggio. Il lungarno resta quindi chiuso alla circolazione.
Già stamani alle 9.30 è stato convocato un primo tavolo tecnico con i vari enti interessati (oltre all’Amministrazione comunale, Vigili del Fuoco, Publiacqua, Regione Toscana e Genio Civile, Silfi, Toscana Energia, e-distribuzione) e si prevede di poter richiedere anche il coinvolgimento anche di altri soggetti quali Soprintendenza, Università di Firenze, Arpat e altri.
Come spiegato all'Agenzia Dire da Leandro Radicchi, ingegnere responsabile del genio civile toscano al termine del sopralluogo con il sindaco di Firenze, Dario Nardella, "c'era un principio di erosione, ma non si arrivava a pensare che la cavità potesse arrivare fino a questo livello". Un principio "derivante dalla dinamica d'alveo. Probabilmente la velocità della corrente" dell'Arno "che in qualche modo avrebbe scalzato la fondazione del muro di sponda. Però - precisa- sono eventi contenuti, molto limitati, puntuali che tenevamo sotto osservazione".
Come? "Osservando, facendo delle indagini, approfondendo, predisponendo anche interventi lato fiume, progettando". Tuttavia, chiedono i giornalisti a Radicchi, "nessuno se n'era accorto? "La cavità è abbastanza distante rispetto al fiume", mentre "la nostra indagine era concentrata sulla dinamica dell'alveo". L'ingegnere, quindi, "esclude" che ci possano essere sui lungarni altri tratti fragili. "Lo escludo perché è stata fatta una batimetria completa" dell'Arno e "l'attenzione era proprio in questo punto per via dei risultati.
C'erano poi in corrispondenza del Ponte Vespucci, dove il Comune è intervenuto, e qui dove eravamo appunto ad approfondire la situazione: abbiamo fatto dei carotaggi, geognostica e siamo andati avanti con la progettazione". Altra cosa, però è questa frattura che "non so in quanto si sia formata", anche "se può essersi aggravata, anche in modo considerevole, nel corso dell'ultima piena". Sempre un anno fa, conclude Radicchi alla Dire, è stata fatta "una tomografia geoelettrica che, per strati, ha evidenziato un diverso valore della conduttività elettrica, sintomo di un'eventuale minore densità del terreno".
“Una voragine – dichiara il Capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio Federico Bussolin – che grida vergogna. Per il Lungarno Torrigiani si accusavano a vicenda Nardella e Publiacqua, oggi la storia in Lungarno Diaz non ha insegnato niente, e scoprire per caso una voragine è motivo di imbarazzo: o dall'amministrazione sono incapaci o sono geni incompresi. Quel che è sicuro è che non possiamo andare avanti “per caso”. Spero – conclude Bussolin – in una rapida risoluzione”.