“In Toscana, come spesso accade in Italia, la politica si gioca su più livelli. C’è la sostanza – i programmi, le persone, la storia locale – e c’è la forma, cioè il modo in cui tutto questo viene portato avanti. E in questo caso, proprio la forma rischia di far saltare i nervi a più di un osservatore attento” lo scrive Ivano Zeppi, dirigente politico senese di sinistra di lungo corso. Oggi preferisce commentare che scendere in maniera diretta nella battaglia politica.
Scrive che “il centrodestra molto probabilmente candiderà Alessandro Tomasi; il centrosinistra confermerà Eugenio Giani. Tutto sommato, sono nomi che godono di un radicamento reale, che rispecchiano equilibri e sensibilità territoriali. Il problema, dunque, non è nella sostanza delle scelte, ma nelle modalità con cui vengono formalizzate. Perché i candidati sembrano uscire da un’urna romana, non da un confronto toscano. Sono nomi ‘graditi al territorio’, certo, ma approvati da Roma”. Eppure la Toscana è terra di grande identità e soprattutto da sempre “presta” i suoi uomini migliori alle attività pubbliche quando attraversano momenti di difficoltà. Due nomi? Carlo Azeglio Ciampi e Giovanni Spadolini.