Firenze, 19 marzo 2025 – «L’emergenza legata al fenomeno alluvionale è passata, fortunatamente senza vittime o feriti, lasciandosi dietro tanti danni, ma anche fornendo spunti interessanti su come agire in futuro. In generale però è necessario prevedere la progettazione di un sistema più organico della gestione delle acque superficiali, che agisca a vari livelli, dal completamento delle casse d’espansione sulle aste fluviali principali alla ristrutturazione del reticolo agricolo e forestale, dalla ricognizione sugli argini, alla verifica dell’efficienza dei tratti tombati dei corsi d’acqua in ambito urbano.
Solo così si può pensare di limitare l’impatto di eventi come quelli a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi e nel passato recente». A fare il punto della situazione a seguito dell’evento meteo del 14 e 15 marzo scorsi è Riccardo Martelli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana.
«Le opere idrauliche sull’asta dell’Arno, dell’Ombrone e del Bisenzio hanno funzionato. Lo Scolmatore e la cassa d’espansione di Roffia hanno garantito sicurezza alla città di Pisa, come pure le casse su Ombrone e Bisenzio sono entrate in esercizio, facendo sì che i corsi d’acqua rimanessero negli argini, a fronte di piene che hanno superato anche il secondo livello – afferma Martelli -. Le maggiori criticità si sono concentrate sull’asta della Sieve e sul reticolo minore.
Inoltre, le forti piogge hanno favorito l’innesco di innumerevoli movimenti franosi nella fascia interessata dalla linea di precipitazioni che si è abbattuta dalla costa livornese fino all’Alto Mugello, un evento sovrapponibile a quello del 2023. Allora la perturbazione aveva colpito in pieno il bacino del Bisenzio, mentre nei giorni scorsi ha messo in difficoltà un’areale posto poco più a sud, interessando dapprima l’area di Vaglia, e successivamente le zone di Razzuolo, Casaglia e Marradi, dove ora la rete infrastrutturale presenta interruzioni sulle principali direttrici.
La viabilità provinciale e regionale fra Firenze, Borgo San Lorenzo, Palazzuolo sul Senio e Marradi si trova in una situazione critica a causa di decine di frane di piccole e grandi dimensioni, alcune di portata devastante».
Martelli sottolinea la necessità di un approccio a più livelli. «Non esiste una soluzione unica per difenderci in modo efficace dai fenomeni di alluvionamento: la messa in sicurezza passa attraverso un sistema organico capace di agire a vari livelli per limitare l’impatto di eventi rapidi e localizzati o a scala di bacino– spiega -. Servono più casse di laminazione e bacini artificiali (fondamentale in questo senso completare il sistema di invasi lungo Arno e nel bacino della Sieve) ma anche un potenziamento delle azioni di manutenzione del reticolo agrario e forestale o, se necessario, della sua ristrutturazione con finanziamenti diretti o l’introduzione di forme di premialità per i privati che operano in convenzione con gli enti preposti».
Approfondimenti
«Serve inoltre una ricognizione dei sistemi arginali, già sollecitato dagli eventi del 2023, attraverso azioni d’indagine diretta e indiretta. Sarebbe utile anche iniziare a valutare operazioni di risezionamento dei ponti, dato che le alluvioni passate, in molti casi, ne hanno determinato una riduzione delle luci – conclude -. Infine, è arrivato il momento di avviare uno studio organico sui corsi d’acqua tombati, prevedendone ove possibile lo stombamento, oppure cercando di renderli efficienti anche in caso di eventi importanti: in questo senso accogliamo con favore le iniziative che sta portando avanti dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale e dal Comune di Firenze».
«Tutti gli impianti idrovori temporanei a nostra disposizione sono entrati in funzione rispondendo bene ai quantitativi importanti di acqua arrivati nelle vasche di carico – spiega Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -. Il Consorzio ha attivato stazioni di pompaggio provvisorie nel comune di Vicopisano (Pisa), sul rio Brandano e rio Noce,e nel comune di San Giuliano Terme (Pisa) sul fosso del Mulino.
Effettuati anche alcuni interventi di ripristino per agevolare il rientro nelle abitazioni di alcuni cittadini dei Comuni di Fauglia (Pisa) e Crespina Lorenzana (Pisa). Il monitoraggio e il controllo del territorio proseguono grazie ai tecnici ed operai del Consorzio. Sappiamo che in alcune zone ci sono stati disagi, anche importanti, ma il sistema è stato messo a dura prova da una mole eccezionale di acqua e, nel complesso, è riuscito a reggere l’impatto.
Insieme agli altri enti stiamo lavorando per gestire le criticità, anche in ottica futura».
Si sono verificate alcune rotture arginali sul torrente Isola, tracimato in diversi punti in destra e sinistra idraulica (Fauglia, Pisa e Collesalvetti, Livorno) determinando allagamenti diffusi che hanno interessato anche alcune attività agricole nell’area di Collesalvetti e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, che per alcune ore è stata chiusa nel tratto Lavoria-Interporto Est (criticità risolta lunedì 17). In generale si sono verificati danni importanti alle strutture del torrente, su argini, banchine e alveo.
Due rotture arginali anche sulla destra idraulica del rio Tavola e su entrambi i versanti del rio Tramoscio che ha determinato l’allagamento di alcune attività agricole a Fauglia (Pisa). Criticità anche su rio Tanna, tracimato in destra e sinistra idraulica a Collesalvetti, su Fossa Chiara (Collesalvetti), Rio Ecina (Crespina Lorenzana, Pisa), Fosso Fagiolaia e Valliferone (Casciana Terme Lari, Pisa), Fosso del Mulino (San Giuliano Terme, Pisa) e Fosso Caligi (Pisa).