"La multiutility non è un affare di partito, di schieramento. La multiutility significa lavorare per garantire servizi pubblici essenziali più efficienti e a costi inferiori per cittadini, tutelare l’occupazione e attrarre nuove risorse: questa è la bussola che deve – o perlomeno dovrebbe – guidare ciascuno di noi in un percorso sicuramente irto e nel corso del quale potranno talvolta palesarsi delle battute d’arresto, ma dalla direzione limpida e cristallina". Lo dichiarano i consiglieri di Fratelli d'Italia Matteo Chelli, Angela Sirello (capogruppo), Alessandro Draghi e Giovanni Gandolfo.
"Per questo - proseguono - le titubanze e le retromarce degli ultimi mesi, giustificate sulla base delle nuove sensibilità emerse all’esito delle consultazioni amministrative non sono funzionali all’operazione complessivamente intesa, ma soprattutto allontanano player, attori istituzionali, investitori ed imprese, quindi risorse, know-how. Oggi ciò di cui abbiamo bisogno è la sostanza, è declinare gli obiettivi strategici in obiettivi operativi di breve, medio e lungo termine, capire dove vogliamo arrivare. E solo dopo discutere di come arrivarci. Una posizione che parrebbe scontata, ma a che quanto sembra scontata non è.
L’ideologismo preconcetto di una certa sinistra, unito a una piuttosto tenace sindrome nimby che da sempre caratterizza la politica toscana e che oggi, come allora, torna a ruggire, complice evidentemente il nuovo corso intrapreso dal PD, sembra aver incentrato il pallino del gioco esclusivamente sulla questione borsa o non borsa, adombrando il nodo focale di tutto. È difficile pensare che una tornata di amministrative – che bene o male in Toscana non ha segnato alcun stravolgimento – abbia improvvisamente trasformato nottetempo uno strumento definito il giorno prima come in grado di migliore la visibilità societaria, l’accountability verso gli stakeholder e l’accesso al capitale di finanziamento, ad uno nefasto e potenzialmente nocivo.
L’evidente approccio dogmatico di pochi non può essere il pretesto aprioristico per bloccare un progetto non più rinviabile se vogliamo abbassare le tariffe, oltre che garantire la transizione ecologica. Un progetto che, quindi, non deve essere messo in discussione ancora prima che arrivi sul piatto per le ripicche intestine agli schieramenti politici e le pregiudiziali ideologiche, ma che ora deve mirare ad aggregare altri soggetti senza esclusioni territoriali e politiche, a costruire quella affidabilità e quella fiducia necessarie perché la governance societaria acquisisca credibilità e autorevolezza nello scenario pubblico.
Questo è ciò che vogliamo e crediamo sia necessario fare. La domanda è quindi tutta per la maggioranza: qual è la posizione del centrosinistra, fiorentino ma anche toscano? Come in tanti altri, anche in questo caso, non ci è chiara fino in fondo. Speriamo, ad ogni modo, che lo possa diventare, in un senso o nell’altro, ma che lo possa diventare. Perché il tempo degli offuscamenti e degli oscuramenti è finito, dato che di ritardi se ne sono accumulati sin troppi, scaricando sui cittadini le relative conseguenze.
Se vogliamo rendere un servizio effettivo ai cittadini e una volta per tutte dimostrare che c’è un interesse superiore rispetto ai campanilismi e alle diatribe di partito allora dobbiamo lavorare per il bene collettivo, che non è né di destra, né di sinistra, ma di tutti!", concludono gli esponenti di Fratelli d’Italia.