Firenze, 18 agosto 2020- Ammonterebbero a circa 800 mila euro i danni provocati dall’incendio che la notte scorsa ha interessato l’azienda agricola Suvignano. Questa una prima stima diffusa stamattina nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la tenuta e alla quale hanno preso parte l’assessore regionale alla presidenza e alla cultura della legalità, ed il direttore di Ente Terre, il soggetto cui la Regione ha assegnato la gestione della fattoria confiscata alla mafia. Secondo l’assessore i primi rilievi fatti potrebbero far pensare ad un’origine dolosa anche se è presto per arrivare a conclusioni.
Come ha dichiarato il presidente della Regione si tratta di un bene confiscato che negli anni è stato convertito in una significativa attività produttiva. In attesa che le indagini appurino cosa è effettivamente successo è possibile affermare che la Regione continuerà ad impegnarsi perché Suvignano continui a essere ciò che è stato deciso che sia, una realtà di lavoro sano e di economia rispettosa dei diritti e del territorio. Nessuna regione, ha detto in conclusione il presidente, è immune delle infiltrazioni della mafia, nemmeno la Toscana, ma qui ci sono gli anticorpi per difendersi e reagire.
Come ha spiegato l’assessore regionale alla presidenza, dai primi accertamenti potrebbero esserci elementi che potrebbero far pensare ad un incendio doloso; aggiungendo anche però che è presto per arrivare a conclusioni in tal senso. L’assessore ha poi aggiunto che Suvignano rappresenta un luogo importante e prezioso e che quando accadono eventi del genere occorre prestare grande attenzione e non trascurare niente. Sarebbe un guaio, ha proseguito, se quanto accaduto fosse riconducibile a qualcosa che la Regione si è impegnata a contrastare proprio con la creazione di questo luogo.
L’assessore ha quindi assicurato che la Regione seguirà passo passo le indagini portate avanti dalle autorità competenti e che l’impegno profuso in questi anni non verrà scalfito da quanto accaduto la notte scorsa, ma che anzi sarà rafforzato. Per ora, ha concluso, sia alla Regione che a Ente Terre non sono giunti per ora segnali che potessero fare pensare a episodi o elementi preoccupanti.
Il direttore di Ente Terre ha spiegato che l’incendio ha interessato un capannone oltre 2000 metri quadrati. Sono bruciate 700 rotoballe, oltre al foraggio e a due silos che contenevano semi di girasole e orzo. Sono inoltre andati distrutti un trattore, il rimorchio del trattore utilizzato per il trasporto del fieno, un pickup e la parte esterna al capannone. Da una prima stima il danno si aggira sui 800 mila euro, senza considerare i costi di bonifica e per lo smaltimento dei mezzi distrutti.
La tenuta, circa 700 ettari nei comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo in provincia di Siena, è stata confiscata alla mafia e dal 2019 è gestita dalla Regione (attraverso Ente Terre) e diventata il simbolo dei beni in Toscana strappati alla criminalità organizzata e tornati a disposizione della collettività. Lo scorso 29 luglio, in occasione dei festeggiamenti dei due anni dal suo ritorno nella disponibilità dei cittadini, ha inaugurato il ‘Percorso della legalità’, un vero e proprio sentiero, all’interno della proprietà, che racconta quello che sul fronte della cultura della legalità e dell’antimafia ha fatto e fa la Regione, le iniziative con i giovani sui campi strappati alla criminalità organizzata (prima in Sicilia e Calabria ed oggi in Toscana), la storia della tenuta e la sua rinascita anche da un punto di vista aziendale, con le sue culture, i suoi allevamenti e gli alloggi affittati ai turisti.
"Esprimiamo grande rincrescimento per il terribile incendio che questa notte ha colpito la tenuta confiscata alla mafia di Suvignano -intervengono Arci e Libera Toscana- fino a prospettare un danno economico dalle dimensioni davvero preoccupanti. In questo momento riteniamo sia fondamentale affidarsi alle indagini – la Procura di Siena ha aperto un’inchiesta in merito – così da poter accertare rapidamente le cause dell’incendio.
Come abbiamo sempre sostenuto e come ha ricordato nella conferenza stampa l’Assessore Bugli, non possiamo lasciarci prendere dall’irrazionalità, ma neppure abbassare la guardia. Suvignano è un simbolo importantissimo per la lotta alla criminalità organizzata, sia perché è l’immagine tangibile della vulnerabilità del nostro territorio, una vulnerabilità che ci deve spronare a tenere sempre gli occhi ben aperti, sia perché è anche l’emblema concreto di come la collaborazione fra associazioni, società civile e istituzioni possa raggiungere obiettivi cruciali e persistenti attraverso la rigenerazione e il riutilizzo dei beni confiscati. Noi continueremo nel nostro lavoro di lotta alle mafie e di educazione alla legalità indipendentemente dalle cause di questo incendio, auspicandoci però di conoscere il prima possibile ciò che è effettivamente accaduto questa notte a Suvignano" concludono Arci Toscana e Libera Toscana.
"Mai schiavi della mafia. Sempre e comunque dalla parte di chi lotta per una terra libera. Le istituzioni della Toscana non si faranno mai intimidire". A dirlo Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale "Se fosse confermato il sospetto di una matrice mafiosa - conclude Scaramelli - la Toscana non si farà intimidire. Questa tenuta, nei comuni di Monteroni d'Arbia e Murlo in provincia di Siena, è simbolo di riscatto e libertà. È l'emblema dei valori propri della nostra terra che hanno reso possibile la destinazione alla collettività di questo bene".
“Non sappiamo ancora se si tratta di un fatto accidentale o doloso, serviranno le indagini dei Vigili del Fuoco per capirne la natura, ma è certo che occorre che sia fatta piena luce su quello che è accaduto l'altra notte”. Così l'avvocato Roberto D'Ippolito, legale di una famiglia vittima della Strage dei Geogofili e da sempre impegnato come Parte Civile nei processi contro la criminalità organizzata in Toscana “Suvignano è un simbolo di come la mafia e la criminalità organizzata si possa e si debba colpire anche nel portafoglio per togliere l'ossigeno alle attività illegali – spiega l'avvocato e candidato Pd alle regionali nel collegio di Firenze - per questo è necessario sapere cosa sia successo.
Seguirò passo passo tutto l'evolversi della vicenda”. “Di certo questo episodio – aggiunge D'Ippolito – dovrebbe portare la politica a occuparsi con più attenzione alla questione dei beni confiscati alla mafia, perché è anche attraverso il loro fattivo e concreto utilizzo che si combatte la battaglia per la legalità e il diritto. Per cui o si danno agli enti locali e al Terzo Settore per un utilizzo a fini collettivi o vanno re-inseriti nell'economia legale affinché le risorse così ricavate possano essere destinate a fini economico-sociali, ad esempio per aiutare le imprese di giovani e quelle femminili a investire su ricerca, nuove tecnologie e rispetto dell'ambiente”.
"Eravamo presenti con la Fondazione Caponnetto poco tempo fa in occasione dell’inaugurazione del percorso storico di quel bene confiscato dal primo sequestro di Giovanni Falcone fino al ritorno nella gestione pubblica di quella tenuta dopo molto anni di duro lavoro delle istituzioni -afferma Gabriele Bianchi, candidato alle prossime elezioni regionali con una lista a sostegno di Eugenio Giani presidente- Siamo molto preoccupati per cos’è avvenuto e ringraziamo l’assessore Bugli per essere stato celermente presente sul luogo dell’incendio, come lista SVOLTA! ci preme sottolineare che davanti a questi eventi non dobbiamo abbassare la guardia ma rafforzare quelli che sono gli strumenti all’interno dell’osservatorio della legalità toscano per ribadire con maggiore intensità che lo Stato sarà ancora più inflessibile davanti a certi atteggiamenti. Per concludere riteniamo che sia molto singolare che atti di questa portata avvengano ad un mese dalle elezioni regionali e ci poniamo molti interrogativi”.