In Via Vittorio Emanuele II un muro pericolante transennato da 10 anni

Lista Schmidt, Lega: "Il Comune aspetta che crolli?". AVS: “La richiesta all’istituto ecclesiastico proprietario"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 Giugno 2025 23:55
In Via Vittorio Emanuele II un muro pericolante transennato da 10 anni

Firenze, 11 giu. – Un muro, da oltre dieci anni, transennato perché pericolante. Succede in via Vittorio Emanuele II a Firenze, non in un vicolo di campagna. Il muro pericolante, ricostruito negli anni '70, delimita la scuola San Francesco: i pedoni sono costretti a cambiare marciapiede, mentre le auto devono evitare questo vero e proprio ostacolo.

"Il problema, che si trascina da troppo tempo – spiegano i consiglieri comunali Eike Schmidt, Paolo Bambagioni, Massimo Sabatini, insieme al Capogruppo della Lega in Consiglio Comunale, Guglielmo Mossuto, e ai consiglieri al Q5 Alvaro Ringressi (Misto), Martino Bertocci (IV), Franca Innocenti Barocchi e Gualberto Carrara (Lega), Cristina Menci (FdI) – è stato al centro di una causa che non ha chiarito la proprietà del muro: secondo il Codice della strada, nel dubbio, è il Comune, che deve provvedere.

D'altro canto, è proprio il Comune che lo ha realizzato ben due volte. Una perizia giurata ha chiarito sia il rischio di crollo, che l'essere stato costruito in una modalità che allora era consentita ma oggi è, fuori delle norme di sicurezza. Adesso, anche a fronte di ben 250 firme raccolte tra i cittadini, chiediamo al Comune di Firenze e al Quartiere 5 di intervenire con urgenza e risolvere una volta per tutte il problema, buttando giù il muro e ricostruendolo a norma. Basta anche buttar via denari in spese giudiziarie".

"Via Vittorio Emanuele – sottolineano nella nota congiunta i consiglieri comunali e al Q5 – è un'arteria di primaria importanza per la città e non ci possiamo permettere interruzioni, crolli improvvisi o i transennamenti sine die che si vedono, purtroppo, in altre zone della città: non è normale che un'area sia transennata per un decennio senza che giunta, assessore, quartiere provvedano in alcun modo, ma normale diventa in una città di cantieri infiniti e transenne perenni. Purtroppo, sono tutti segni di disattenzione e di scarsa cura per la città: ma così, se non si agisce, i problemi da piccoli rischiano di diventare grandi. Presenteremo in Comune un atto che impegna la Giunta comunale ad agire", concludono Schmidt, Bambagioni, Sabatini, Mossuto, Ringressi, Bertocci, Innocenti, Carrara, Menci.

“Apprendiamo dalla stampa che il centrodestra fiorentino e quello del Quartiere 5 (quest’ultimo assai eterogeneo) si sono finalmente accorti di un problema che avevamo già sollevato nel 2020, con una nostra mozione presentata quando eravamo all’opposizione. In quell’occasione chiedevamo la rimozione del jersey e il ripristino del marciapiede o comunque l’abbattimento delle barriere architettoniche. La mozione fu approvata – segno che non c’erano pregiudiziali, ma anzi consapevolezza e attenzione sul tema – ma si procedette solo alla messa in sicurezza dell’attraversamento pedonale, dal momento che è tuttora in corso un contenzioso tra il Comune e l’istituto ecclesiastico proprietario dell’area oltre il muro, riguardo a chi debba farsi carico degli interventi.”

“Francamente – prosegue Pizzolo– da parte di un centrodestra che quotidianamente denuncia presunti sprechi di risorse pubbliche, spesso a sproposito, non comprendiamo perché il Comune dovrebbe anticipare spese potenzialmente ingenti che, in attesa di una sentenza definitiva, potrebbero spettare a un soggetto privato. Tanto più se quel soggetto esercita anche una funzione pubblica, come in questo caso, dove insiste una scuola privata.”

“Perché allora – conclude– non si avanza la stessa richiesta, quantomeno in forma concorrente, anche nei confronti della Scuola privata ecclesiastica San Francesco?”

“Ci è sempre stato insegnato che, di fronte a un problema complesso, non possono esserci soluzioni semplici. I consiglieri di destra sembrano dimenticare che in Via Vittorio Emanuele II si sono già verificate situazioni analoghe, in cui la messa in sicurezza è stata interamente a carico dei privati responsabili, lo stesso è avvenuto in Via Trento. Perché dunque chiedere oggi un trattamento diverso, solo per un istituto privato, ma a spese dell’intera collettività?”.

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