Il Teatro della Toscana sarà declassato?

Burgassi e Milani (Pd): "Cosa è avvenuto a Roma durante i lavori della Commissione?". Giani preoccupatissimo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 Giugno 2025 18:00
Il Teatro della Toscana sarà declassato?

“La scelta da parte della maggioranza della Commissione consultiva per il teatro del Mic, di voler declassare la Fondazione teatro Nazionale della Toscana, che vede Stefano Massini alla direzione artistica, sarebbe gravissima. Un vero e proprio danno alla città di Firenze e alla cultura che la città esprime. Cosa è avvenuto durante i lavori della Commissione?” si chiedono Milani (Capogruppo PD) e Burgassi (Presidente Commissione cultura e sport). 

“Tre commissari si sono addirittura dimessi perché, evidentemente, in contrasto con la linea da far passare. Non era mai successo che una fondazione teatrale nazionale venisse declassata per motivi che nulla hanno a che vedere con la qualità artistica o la gestione culturale. La direzione artistica di Stefano Massini assicura qualità, capacità e valorizzazione di tutti teatri con le loro specificità. Auspichiamo che le anticipazioni su questo declassamento siano smentite oppure – proseguono Luca Milani e Marco Burgassi – che il Ministro Giuli si prenda la responsabilità di chiarire quel che è accaduto viste anche le parole spese contro il teatro, al convegno di FdI sulla cultura.

Come Comune di Firenze daremo tutto il supporto possibile alla Fondazione Teatro Nazionale della Toscana a tutela della città di Firenze e delle persone che ci lavorano”, concludono. 

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“Il declassamento della Fondazione Teatro della Toscana – con il Teatro della Pergola, Rifredi e Pontedera – è un atto grave, che colpisce non solo una delle istituzioni culturali più prestigiose del nostro Paese, ma l’intera città di Firenze. Un provvedimento ideologico, incomprensibile e dannoso, che rischia di compromettere anni di lavoro e progettualità di alto livello, a partire dal ruolo di Stefano Massini, figura di spicco della cultura italiana”.

Lo dichiarano i consiglieri comunali di Italia Viva, Francesco Casini e Francesco Grazzini, commentando le dimissioni di tre componenti della Commissione consultiva per il teatro del Ministero della Cultura, in seguito alla decisione della maggioranza della Commissione di voler declassare la Fondazione.

“Declassare la Pergola significa infliggere un colpo diretto all’identità culturale della nostra città. È uno schiaffo alla storia, al presente e al futuro del teatro italiano. Chiediamo spiegazioni immediate al ministro Giuli e ribadiamo con forza che Firenze merita rispetto: la cultura non può essere piegata a logiche di vendetta politica”, concludono Casini e Grazzini. 

Il capogruppo Fdi in Comune di Firenze, Angela Sirello, e il consigliere Matteo Chelli, che da tempo seguono la vicenda, commentano così le agenzie stampa in merito al declassamento del Teatro della Toscana da parte della Commissione ministeriale.

“Siamo sbalorditi dal finto stupore della Sindaca Funaro sul declassamento del Teatro della Toscana. Finge di cadere dalle nuvole, quando è proprio lei la principale responsabile di questo disastro annunciato. Per mesi ha gestito il Teatro Nazionale come fosse un giocattolo personale, ignorando ogni allarme, trattando un patrimonio culturale nazionale con arroganza e pressapochismo.

In tutti i modi e in tutte le sedi istituzionali abbiamo espresso preoccupazioni e perplessità sulla conduzione di questa vicenda, ma la Sindaca e l’assessore erano troppo impegnati a ‘fare le bizze’ per rispondere puntualmente ai nostri dubbi.

La questione non è politica, come adesso vuol far credere il PD fiorentino, ma si tratta di rispetto delle regole, di rigore e di trasparenza nella gestione della spesa pubblica. Nessuno è sopra la legge, nemmeno la Sindaca Funaro.

Le forzature che ha fatto sono troppe, partiamo da quelle più recenti come la nomina di un direttore artistico plenipotenziario non previsto dallo Statuto – e quindi abusivo – dalla convocazione di un CdA scaduto per risolvere il contratto a titolo oneroso del Direttore Generale. Tutti atti non solo inopportuni ma al limite della legittimità.

Nonostante l’invito al dialogo lanciato da più parti, anche dal Senatore Paolo Marcheschi, a non compromettere ulteriormente i rapporti con il Ministero della Cultura, interlocutore fondamentale per il sostegno al Teatro fiorentino, la Sindaca è andata avanti senza se e senza ma. Questa vicenda, dettata solo da personalismi, capricci e forzature, iniziata male finirà anche peggio all’attenzione della Corte dei Conti. Noi andremo avanti.

L’esperienza tragica del Maggio, i cui stessi attori sono oggi i protagonisti della farsa in cui hanno trasformato la vicenda della Pergola, rappresenta infatti un metodo del PD fiorentino da scongiurare”, concludono gli esponenti Fdi.

“Esprimo una fortissima preoccupazione in merito alla nota resa pubblica da autorevoli componenti della Commissione teatro del MIC, i quali, nel rassegnare le proprie dimissioni, hanno denunciato una logica di strumentalizzazione partitica nei confronti di Firenze e della Toscana, che starebbe influenzando la valutazione della qualità artistica del Teatro della Toscana”. Cosi il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a proposito di quanto emerso a proposito di un declassamento del Teatro della Toscana.

“Quanto emerge da questa vicenda – prosegue Giani - appare gravissimo: le dimissioni di tre figure di riconosciuto prestigio sembrano infatti conseguenza di giudizi di parte, ispirati da logiche politiche piuttosto che da una valutazione oggettiva e trasparente dei programmi culturali. Pur essendo un’istituzione a presidenza del sindaco di Firenze, il Teatro della Toscana rappresenta un riferimento culturale diffuso, con una programmazione che si articola non solo nel capoluogo, alla Pergola e a Rifredi, ma anche a Pontedera, con il Teatro Era. La Regione Toscana, socia fondatrice, sostiene con convinzione questa realtà, contribuendo annualmente con due milioni di euro”.

“Non possiamo accettare – conclude il presidente della Toscana - che un’istituzione così importante venga così demonizzata. Riteniamo quindi fondamentale dissipare ogni dubbio circa l’impostazione ideologica, quasi da “MinCulPop”, che sembra emergere dai fatti riportati dalle agenzie stampa in queste ore”, conclude Giani.

"Quanto sta accadendo in queste ore è grave e senza precedenti nella storia recente del teatro italiano. Il possibile declassamento della Fondazione Teatro della Toscana da parte del Ministero della Cultura non appare come una scelta tecnica, né come il frutto di una valutazione imparziale o di merito. Al contrario, si configura come una vera e propria rappresaglia politica, volta a colpire un’istituzione culturale d’eccellenza per le sue scelte autonome e di alto profilo come la direzione artistica affidata a Stefano Massini”. Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, dopo aver appreso le decisioni del ministro della cultura Giuli circa un possibile declassamento della Fondazione Teatro della Toscana.

“Non possiamo accettare che vengano penalizzati la qualità, la libertà e la passione di chi ogni giorno lavora per promuovere cultura con serietà, competenza e visione – aggiunge Mazzeo. - La Regione Toscana sarà sempre al fianco di chi difende l’autonomia della cultura, dell’arte che non si piega, dei luoghi in cui si esercita e si coltiva il pensiero critico, pilastro fondamentale della nostra democrazia”.

“Lo voglio dire con la massima chiarezza: nessuna fedeltà politica potrà mai valere più della libertà culturale. E questa libertà, noi la difenderemo con determinazione, in ogni sede e con ogni strumento a nostra disposizione”, conclude il presidente Mazzeo.

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