Gaza: approvate mozioni del Partito democratico

Giani ha annunciato una proposta di legge regionale al Parlamento per il riconoscimento dello stato di Palestina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 Giugno 2025 23:50
Gaza: approvate mozioni del Partito democratico

Firenze – Lunga discussione in Aula mercoledì 11 giugno su tre mozioni in merito a quanto sta accadendo a Gaza. Al termine del dibattito è stata approvata con i 24 voti a favore di Partito democratico, Gruppo Misto-Europa Verde e Movimento 5 stelle, i sette voti contrari di Fratelli d’Italia e Gruppo Misto-Merito e Lealtà e il non voto della Lega la mozione del gruppo Pd(primo firmatario Enrico Sostegni e sottoscritta anche da Silvia Noferi del Gruppo Misto–Europa Verde) che impegna la Giunta ad attivarsi per interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del Governo israeliano e con gli enti e le strutture ad esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso.

Lo stop deve essere rispettato fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato. L’Esecutivo toscano deve anche attivarsi nei confronti del Governo affinché si esprima in tutti i contesti istituzionali condannando inequivocabilmente l'operato del Governo Netanyahu anche adottando iniziative volte a sospendere i rapporti di natura economico-commerciale in essere.

Al termine del dibattito è intervenuto il presidente della Giunta Eugenio Giani che ha annunciato di fare propria l’impegnativa e che “già lunedì prossimo presenterà il testo di una proposta di legge di iniziativa regionale al Parlamento per il riconoscimento dello stato palestinese”.

Approvata con i voti a favore di Fratelli d’Italia, Gruppo Misto-Merito e Lealtà e Gruppo Misto-Europa Verde, l’astensione del Pd e il non voto della Lega anche la mozione che vede come primo firmatario Vittorio Fantozzi (FdI), che impegna la Giunta a esprimere, nelle sedi istituzionali preposte, “l’urgente necessità affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitarie e della legalità internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza”.

Inoltre, a esprimere la necessità di rafforzare l’opera diplomatica anche nell’ottica di rilanciare una pace giusta e duratura basata sulla soluzione dei due Stati, la necessità di perseverare nell’attività diplomatica affinché riprenda l’ingresso dei camion di aiuti nella Striscia e di continuare a sostenere l’allargamento della rete degli Accordi di Abramo e la realizzazione dell’Imec.

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Respinta invece con i voti contrari di Fratelli d’Italia e Gruppo Misto-Merito e Lealtà, i voti a favore di Movimento 5 stelle e Gruppo Misto-Europa Verde, l’astensione del Pd e il non voto della Lega quella, la mozione a firma della capogruppo del M5S Irene Galletti, che chiedeva di reiterare la ferma condanna per la condotta genocida del Governo e dell’esercito israeliani, colpevoli dello sterminio sistematico della popolazione civile palestinese, utilizzando la fame, la carestia, le malattie come strumenti di guerra, impedendo l’ingresso nella Striscia di Gaza di centinaia di camion carichi di alimenti, aiuti e medicinali, e violando sistematicamente i diritti umani e commettendo gravi crimini contro l’umanità.

Galletti chiedeva inoltre di sospendere immediatamente ogni forma di scambio commerciale, collaborazione e cooperazione tra tutte le articolazioni della Regione e lo Stato di Israele, comprese aziende e imprese israeliane; Università, enti di ricerca e istituti accademici; progetti di cooperazione istituzionale e territoriale.

Illustrando i testi in Aula, Enrico Sostegni ha sottolineato come “le notizie che continuano ad arrivare rendono necessario che il Consiglio si esprima e dia un indirizzo. Davanti a questi fatti le istituzioni non possono e non devono stare in silenzio”. Ha sottolineato inoltre che la richiesta di interruzione delle relazioni riguarda l’attuale governo e non concerne assolutamente il popolo israeliano e quindi non si possono tirare in ballo posizioni di antisemitismo.

Galletti ha evidenziato come la condotta del governo israeliano sia genocida, e questa sia una definizione supportata dai giudizi internazionali, e come la mozione da lei presentata chieda “l’immediatezza della sospensione di ogni rapporto con il governo israeliano, gesto significativo e concreto”.

Fantozzi ha ribadito che l’attività internazionale spetta al governo nazionale, e che nell’atto da lui firmato si intende sostenere lo sforzo diplomatico che sta compiendo l’Italia e l’Europa, per arrivare alla fine delle ostilità, al via libera agli aiuti umanitari e al rilascio degli ostaggi, alla costruzione di due stati che convivano.

Ampio il dibattito che ha visto intervenire per la Lega i consiglieri Massimiliano Riccardo Baldini, Giovanni Galli e la capogruppo Elena Meini che ha annunciato il non voto del suo partito perché “sarebbe stato giusto fare ogni sforzo per arrivare a un atto unitario di tutta l’Assemblea legislativa toscana”. Per il Partito democratico oltre al presidente Giani sono intervenuti il capogruppo Vincenzo Ceccarelli e i consiglieri Marco Niccolai, Francesco Gazzetti, Andrea Vannucci e Cristina Giachi. Silvia Noferi ha preso la parola per il Gruppo Misto-Europa Verde e Marco Casucci per il Gruppo Misto-Merito e Lealtà.

In questi giorni si discute anche della presenza di Marco Carrai alla guida della Fondazione Meyer. Oggi è partito il presidio permanente per la Palestina davanti alla sede della Regione Toscana in piazza Duomo. L’iniziativa, organizzata da oltre 20 realtà per la Palestina, si terrà tutti i pomeriggi fino al 18 giugno. All'iniziativa “Fuori il Console di Israele dalla Fondazione Meyer” hanno aderito e interverranno numerosi esponenti istituzionali come alcuni consiglieri comunali di Firenze, i sindaci della piana fiorentina (Falchi, Carovani) consigliere regionali del M5S, rappresentanti della CGIL e dei Giovani Democratici.

Il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi è intervenuto: “La crisi umanitaria a Gaza è la deliberata conseguenza di un piano messo in atto dal governo estremista guidato da Netanyahu che ha come fine l’espulsione dei Palestinesi e il compimento di una vera e propria sostituzione etnica - afferma Falchi - A dirlo è l’Onu, a dirlo è la Corte Penale Internazionale, a dirlo sono le poche organizzazioni non governative ancora presenti nella Striscia, a dirlo sono i fatti che con grande difficoltà e sacrificando la propria vita riescono a farci arrivare le giornaliste e i giornalisti palestinesi”.

“Ho trovato apprezzabili le prese di posizione del presidente della Regione Eugenio Giani che vanno nella stessa direzione di Puglia ed Emilia Romagna - prosegue Falchi - Sono scelte di grande valore politico rispettose della tradizione di pace, accoglienza, fratellanza verso tutti i popoli oppressi che contraddistinguono i nostri territori da sempre. Queste scelte rendono ancora più insostenibile la presenza del console d’Israele alla guida della Fondazione Meyer.

Non è una questione personale e non meritano nessun commento certi appelli circolati in queste ore che in maniera superficiale e spericolata affibbiano la solita etichetta di antisemita a chi solleva perplessità su una nomina divenuta problematica per la Fondazione Meyer e per quello che rappresenta. Rinnovo quindi l’appello al Presidente Giani e all’assessore Bezzini: mettano in atto tutti gli strumenti formali e informali necessari per sostituire Carrai alla guida della Fondazione Meyer, evitando tentativi di scaricabarile che offendono le toscane e i toscani, contraddicono gli impegni assunti in questi giorni e aggiungono altro imbarazzo all’imbarazzo”.

"Rispettiamo chi teme che ci sia un accanimento nei confronti di una persona (Marco Carrai), ma garantiamo che non è così -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Chiediamo alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità. La Fondazione Meyer non merita di essere collegata, nella figura del suo presidente nonché console onorario di Israele, a un governo che si rende responsabile di guerre e massacri. Pensare che ci sia una questione personale, quando si parla di un rappresentante scelto dalla politica Israeliana, anche per i rapporti commerciali, è fuorviante. Davvero si pensa ci sia un complotto nei confronti di chi presiede anche Toscana Aeroporti?

Dialoghiamo, ma riconosciamo che ci sono posizioni politiche di cui ci si deve assumere le responsabilità, soprattutto di fronte a quello che ogni giorno, da anni, avviene in Palestina".

"Esprimo solidarietà a Marco Carrai, persona capace ed esperta, per gli attacchi subiti, pretestuosi. Nel recente passato, non ho fatto a meno di criticarlo per la poca presenza e l'impegno non sempre al massimo con la Fondazione Meyer, come dovrebbe essere, ma in questo caso lo difendo. Le dimissioni, se mai ci dovessero essere, dovrebbero essere motivate da ragioni serie, di lavoro, non dalle legittime posizioni, scelte o ruoli di Carrai. In più, è sbagliato addossare a una persona le colpe di un governo e dico questo criticando le azioni commesse in Palestina dal governo Netanyahu, che non rappresenta né tutta Israele né tanto meno tutti gli ebrei".

"Credo sia doveroso prendere posizione con chiarezza: chi rappresenta un’istituzione che ha come missione la cura e la tutela dell’infanzia deve essere, prima di tutto, credibile nel suo impegno per la pace, per i diritti umani, per la protezione di ogni vita vulnerabile, indipendentemente dal luogo in cui nasce -dichiara Lorenzo Tombelli, Presidente ANED sez. Firenze- Non posso restare indifferente di fronte al fatto che Marco Carrai, in qualità di console onorario di Israele, rappresenti oggi uno Stato che, nella fase più recente del conflitto in corso, è responsabile della morte di migliaia di civili palestinesi, inclusi moltissimi bambini. Non è sufficiente affermare che “non è colpa sua personalmente”: in certi ruoli, la responsabilità simbolica pesa quanto quella diretta.

La carica di console onorario, in questo contesto, assume un significato inquietante e solleva una questione di coerenza e responsabilità morale. Non si mette in discussione la persona di Carrai, né le sue convinzioni religiose o politiche, ma il fatto che egli rappresenti ufficialmente uno Stato coinvolto in operazioni militari di tale gravità appare incompatibile con la guida etica di una Fondazione che si occupa di tutelare l’infanzia.

Chi ha a cuore la storia della deportazione portata avanti dal Terzo Reich sa che, quando a morire sono i più deboli, il silenzio è sempre sinonimo di complicità. In questi casi non si tratta di giudicare le convinzioni religiose o le relazioni personali di nessuno. Si tratta di affermare un principio semplice: la difesa della vita dei bambini non può avere doppi standard. E chi li rappresenta deve essere al di sopra di ogni ambiguità.

Per questo credo che Marco Carrai debba lasciare la presidenza della Fondazione Meyer. Firenze, città della memoria e della Resistenza, non può voltarsi dall’altra parte. E l’ANED, al fianco di chi ha vissuto atroci ingiustizie, non potrà mai fare silenzio di fronte a una situazione che richiama, pur nel presente, l’allarme di ciò che non vorremmo mai più vedere".

Nel frattempo a Firenze i sono un centinaio di personalità che hanno firmato un appello alle istituzioni perché non si facciano coinvolgere in questa mera operazione di antisemitismo e razzismo.

La sezione fiorentina di “Sinistra per Israele – Due popoli due Stati” esprime solidarietà a Marco Carrai per la richiesta di dimissioni da presidente della Fondazione Meyer, motivata dal suo ruolo di console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, facendo proprie le parole del presidente Emanuele Fiano, che oggi ha dichiarato: «L’insensatezza di ciò che sta accadendo in alcune regioni italiane con la decisione di sospendere i rapporti istituzionali con Israele, non ha in alcun modo a che vedere con il dramma del popolo palestinese, ma con una stupefacente avversione nei confronti dello Stato e dei cittadini israeliani. Alla tradizione di pace e dialogo di Regioni come la Toscana, dove Giorgio La Pira fu il più fulgido rappresentante si preferisce oggi attivare richieste di dimissioni, di emarginazione di personalità che hanno incarichi che si riferiscono allo Stato di Israele».

In questo senso, la sezione fiorentina esprime soddisfazione per il “no” del Consiglio regionale della Toscana alla mozione del MoVimento 5 Stelle che chiedeva il boicottaggio di qualsiasi relazione con Israele, includendo aziende, università e centri di ricerca.

In un anno di attività pubbliche in città, Sinistra per Israele – Firenze ha dimostrato concretamente che la tradizione di pace e dialogo rammentata da Fiano è più viva che mai e che le manifestazioni intimidatorie hanno come unico risultato quello di rendere ancora più evidenti le differenze tra chi sfrutta l’indignazione collettiva per le intollerabili sofferenze dei civili palestinesi e chi non si stanca di indicare nella politica, nella cultura e nel dialogo tra costruttori di pace in Israele e Palestina i soli antidoti alla violenza.

"Come se la storia non fosse servita, in particolare per nazismi fascismi del secolo scorso che ancora imperversano pur se si chiamano in modo diverso, queste degenerazioni del comportamento umano e politico trovano ancora spazio. Sembra che sia per ignoranza, ma non possiamo scartare l’ipotesi che ci siano anche i furbi, coloro che fanno finta di non sapere per meglio - credono - raggiungere i loro obiettivi autoritari e violenti" dichiara Vincenzo Donvito Maxia, presidente dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori.

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