"A nome di alcune delle organizzazioni promotrici della conferenza, registriamo con sconcerto e rammarico la scomposta nota diramata ai media da parte di Marco Carrai, Console Onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, in riferimento alla conferenza “Pace e Giustizia in Medio Oriente – focus Palestina” promossa in Palazzo Vecchio per il 24 febbraio alle 15:00, dal Consiglio Comunale di Firenze e dalle oltre ottanta organizzazioni della società civile fiorentina che hanno aderito al documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente”.
Così tutte le associazioni coinvolte in una nota, che prosegue: "La nota, purtroppo, è basata su una sequenza di imprecisioni e infondatezze, che non dovrebbero essere la cifra argomentativa del rappresentante di uno Stato, come nel caso del Console. Nella nota si attaccano tanto gli organizzatori dell’iniziativa quanto, e soprattutto, i relatori invitati, tutte figure di alto spessore, riconosciute a livello internazionale.
Nello specifico, Francesca Albanese è la Special Rapporteur delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, approdata a questa carica dopo anni di studio e di esperienza. Insieme a Unrwa, l’agenzia ONU per i profughi palestinesi, la dott.ssa Albanese viene attaccata nella nota di Carrai, delegittimando, in piena linea con le politiche dello Stato di Israele negli ultimi anni, le istituzioni internazionali, compresa, di recente, la Corte Internazionale di Giustizia: tutte organizzazioni definite avverse allo Stato di Israele, solo per aver posto questioni legittime e basate su dati di fatto e sul diritto internazionale, seppure non gradite allo Stato di Israele.
Mustafa Barghouti è stato anche definito il Gandhi di Palestina, ed è stato candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2010. E’ parlamentare di un partito che rifiuta l’uso della violenza, ed è memorabile la sua presenza, qualche anno fa, a Khan Al Ahmar, tra i pochi parlamentari palestinesi a difendere a mani nude e con il proprio corpo una comunità di beduini che, in territorio palestinese, veniva spazzata via dai bulldozer e dalle armi dell’esercito israeliano.
Ruba Salih, invece, accademica palestinese che ha vissuto molti anni in Italia, esperta di questioni di genere e di diritto, sarebbe pericolosa perché partecipa al dibattito internazionale sulla possibile pulizia etnica in corso a Gaza in questi mesi: peccato che è un tema discusso ad ampio livello internazionale. Del resto, a Carrai non sarà sfuggito che la stessa Corte Internazionale di Giustizia ha istruito un processo contro Israele, invitandolo ad astenersi da ulteriori pratiche militari che possano portare al genocidio del popolo palestinese.
Sarit Michaeli è una rappresentante di B’tselem, organizzazione israeliana riconosciuta a livello internazionale per il proprio impegno a favore del rispetto e della promozione dei diritti umani dei palestinesi, sotto occupazione da parte dello Stato e dei coloni israeliani. Un lavoro meritorio, fatto senza il ricorso ad alcuna pratica violenta; eppure Carrai riduce Michaeli a persona con poco equilibrio mentale, arrivando a negare l’occupazione del territorio palestinese, definita dal diritto internazionale e oramai riconosciuta anche dalle destre più estremiste in Israele. Sarebbe bene che un Console riconoscesse il diritto internazionale, per quanto magari sgradito.
Infine, Ilan Pappè, storico israeliano di altissimo livello internazionale, invece che sbeffeggiato, insieme a Michaeli, andrebbe ringraziato e ascoltato, in quanto strenuo sostenitore di una soluzione assolutamente pacifista ed egualitaria della questione israelo-palestinese. Al contrario, il governo israeliano, e quindi il Console Carrai che lo rappresenta, continuano a sostenere pubblicamente che non esiste alcuna opzione per l'autodeterminazione del popolo palestinese.
Inoltre, è bene ricordare al Console, che il documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente”, che ha favorito l’organizzazione di questa conferenza, condanna chiaramente l’azione terrorista del 7 ottobre scorso, senza alcuna reticenza. Le organizzazioni promotrici del documento sono da anni impegnate per l'applicazione del diritto internazionale, contro ogni discriminazione e per fare della memoria un impegno che accompagni tutti e tutte ogni giorno, e dia un senso alla parola giustizia, ovunque.
Non c’è più tempo per nascondersi dietro considerazioni semplicistiche e accuse confuse: è invece il tempo di favorire la conoscenza di un mondo che parla e pratica la pace, il dialogo e i diritti umani, come coloro che parteciperanno alla conferenza di Palazzo Vecchio. Nei contesti democratici, che vantano istituzioni internazionali, una società civile libera e mondo accademico indipendente, è giusto e legittimo porre questioni che attengono al diritto internazionale, ai diritti umani e alla loro applicazione, soprattutto presentando esperienze, pratiche e testimonianze di pace e di non violenza", concludono le associazioni.
“Ancora una volta dobbiamo prendere atto di un’uscita imbarazzante e fuori luogo del console onorario d’Israele Marco Carrai - afferma il coordinatore fiorentino di Sinistra Italiana Vincenzo Pizzolo - La sua posizione in merito al convegno promosso dal presidente del consiglio comunale Luca Milani in Palazzo Vecchio tradisce un’idea piuttosto singolare di democrazia e pluralismo, al punto di spingersi a distribuire patentini di gradimento a relatori noti e autorevoli. Sinistra Italiana sostiene l’iniziativa del presidente Milani e gli esprime la massima solidarietà: è dal confronto tra più voci, è dall’incontro con l’altro che nasce la pace. La città che si è riunita San Miniato lo scorso ottobre ha lanciato un messaggio di pace fortissimo: dispiace, ma non stupisce, che ancora una volta il console onorario d’Israele a Firenze scelga di porsi al di fuori di esso”.