Stasera mercoledì 5 novembre, alle ore 21, al Teatro Verdi di Firenze la direttrice venezuelana Glass Marcano debutta con l’ORT Orchestra della Toscana insieme alla pianista Michelle Candotti in un programma tra lirismo, danza e teatro: Chopin, Fauré e Stravinskij.
È il debutto toscano per Glass Marcano, giovane direttrice che si è formata nel celebre Sistema Abreu, fucina di talenti che ha rivoluzionato l’educazione musicale in America Latina. Dopo gli studi con Teresa Hernandez e Alfredo Rugeles, si è affermata nel 2020 al concorso “La Maestra” di Parigi, dove ha ricevuto l’Orchestra Award, primo riconoscimento europeo dedicato a direttrici d’orchestra. Da allora ha diretto la Gulbenkian di Lisbona, la Filarmónica de Bogotá, l’Orchestra Toscanini e il Wiener Concert-Verein al Musikverein di Vienna; è stata assistente di Daniel Harding in Cina e collabora regolarmente con la Chineke! Junior Orchestra.
Il suo gesto, nitido e trascinante, coniuga precisione e vitalità, e restituisce alla musica la sua dimensione più diretta e comunicativa. Accanto a lei, la pianista livornese Michelle Candotti, classe 1996, figura di spicco della nuova generazione italiana. Diplomata a soli 14 anni con il massimo dei voti, ha studiato con Enrico Pace a Imola e Dmitri Alexeev a Londra, ottenendo l’Artist Diploma del Royal College of Music. Finalista al “Busoni” a 17 anni e semifinalista al “Chopin” di Varsavia, ha suonato in sale come la Royal Albert Hall, la Salle Cortot e la Elbphilharmonie di Amburgo.
Apprezzata per la chiarezza del suono e la naturalezza del fraseggio, affronta il Concerto n. 1 in mi minore op. 11 di Fryderyk Chopin, composto da un autore ventenne che trasforma la virtuosità in canto interiore. È una pagina sospesa tra slancio e malinconia, dove la voce del pianoforte diventa confessione, e Candotti ne coglie l’intensità lirica con equilibrio e libertà. Ad aprire la serata, la Pavane op. 50 di Gabriel Fauré, breve danza nata per il salotto parigino e divenuta poi una delle sue pagine più note: una melodia semplice e sfuggente, come un ritratto in musica, in cui la nostalgia si veste di eleganza francese.
A chiudere, la suite da Pulcinella di Igor Stravinskij, che nel 1920 inaugurò il neoclassicismo musicale. Stravinskij rilegge Pergolesi con ironia e fantasia, fondendo il gesto barocco con l’invenzione moderna: un teatro senza parole, dove la maschera napoletana diventa simbolo di metamorfosi e leggerezza. Tre epoche, tre modi di pensare l’orchestra – il lirismo romantico di Chopin, la grazia sospesa di Fauré, la lucidità ironica di Stravinskij – uniti dallo sguardo di due interpreti che portano nella musica la stessa energia del loro tempo.
Per maggiori informazioni: www.orchestradellatoscana.it - www.teatroverdifirenze.it