Firenze, 16 aprile 2021- Come era immaginabile si scatena la polemica politica sulle procedure degli appalti che hanno riguardato le vicende oggetto dell'inchiesta giudiziaria annunciata ieri dagli inquirenti fiorentini. L'operazione Keu, indagine della Dda di Firenze dedicata all'infiltrazione della 'ndrangheta calabrese nella gestione dei fanghi industriali del distretto conciario di Santa Croce sull'Arno sarebbe la prima operazione giudiziaria relativa a ambienti mafiosi in Toscana con un coinvolgimento diretto di personaggi politici.
"Come Forza Italia, chiediamo formalmente l'istituzione di una Commissione regionale d'inchiesta sulle infiltrazioni della mafia e della criminalità organizzata in Toscana. L'operazione di ieri che ha fatto emergere legami tra imprese, mondo politico e cosche della 'Ndrangheta nella nostra regione, è soltanto la punta dell'iceberg di un fenomeno che va avanti da diversi anni, con numeri sempre più inquietanti, come emerge puntualmente dai rapporti stilati da forze dell'ordine ed Istituzioni pubbliche". È quanto dichiarano Marco Stella, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, e Aldo Milone, responsabile Sicurezza del Coordinamento regionale di Forza Italia Toscana.
"Non dimentichiamoci - avvertono Stella e Milone - che nel secondo Rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione (2018) curato dalla Scuola Normale di Pisa su commissione della Regione Toscana, c'è scritto nero su bianco che, escludendo Sicilia, Campania e Calabria, secondo le statistiche ufficiali negli ultimi tre anni la Toscana è la prima regione in Italia per numero di arresti e denunce con l'aggravante del metodo mafioso e per questo si conferma un contesto economico favorevole, oltre che vantaggioso, per gli investimenti criminali. Secondo i dati della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), infatti, sono 78 i clan che hanno sviluppato attività economiche in regione, di cui il 48% fa riferimento alla 'Ndrangheta calabrese e il 41% alla Camorra campana, mentre a Cosa Nostra e alla Sacra corona unita resterebbe solo l'11%”.
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"Il modus operandi dei clan - sottolineano Stella e Milone citando gli esperti e gli investigatori - si basa da un lato sul fenomeno della corruzione che tende a farsi sistemica, e dall’altro sul metodo mafioso che trova espressione in un repertorio di messaggi, linguaggi, segnali, atteggiamenti, regole, in parte mutuati da quelle delle tradizionali organizzazioni mafiose. Come emerso a gennaio nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario a Firenze, la Toscana rimane centrale nei traffici nazionali e transnazionali di droga, e vanta numeri importanti anche nel gioco d'azzardo, nel riciclaggio, nel traffico di rifiuti, nell'occultamento di capitali criminali in particolare nel settore immobiliare e turistico-ricettivo. La Commissione d'inchiesta deve essere istituita il prima possibile, noi ci siamo già mossi con gli atti formali da presentare".
"Le notizie circa le infiltrazioni della 'ndrangheta in materia di appalti e rifiuti in Toscana ed in gran parte all'interno del territorio della Città Metropolitana fiorentina, sono fonte di forte preoccupazione" dichiarano i consiglieri metropolitani leghisti del gruppo Centrodestra per il Cambiamento Alessandro Scipioni e Cecilia Cappelletti.Che aggiungono: "Auspichiamo che le indagini facciano velocemente il loro corso per accertare eventuali responsabilità ad ogni livello; ma, a prescindere dalla vicenda giudiziaria, che seguirà il suo iter, chiediamo che il Presidente Gemelli della Commissione controllo in città metropolitana, convochi urgentemente una commissione al fine di verificare attentamente la conformità alla legge di tutte le procedure degli appalti che hanno riguardato le vicende in questione al fine di esaminarne ogni aspetto.
Oggi la politica deve essere la prima ad imporre la volontà di fare piena chiarezza, per il bene della collettività e per tenere lontani interessi di simili losche organizzazioni dal nostro territorio"
“I nostri report, negli anni, ci hanno reso antipatici a molti, ma avevamo e abbiamo ragione -dichiara Salvatore Calleri presidente della Fondazione Antonino Caponneto- L’importante operazione antimafia di ieri mi auguro faccia aprire gli occhi alla classe politica e sociale della Toscana. Ieri si è rotto, per molti, un tabù: i rapporti tra mafia e politica in Toscana, a prescindere che questi vengano o no giudicati un reato, non sta a noi dirlo, esistono. Molte le conferme arrivate da questa operazione:
- abbiamo avuto la conferma, lo diciamo da 8 anni, che abbiamo una nostra terra dei fuochi, con lo sversamento di 8000 tonnellate di rifiuti tossici;- abbiamo avuto la conferma che le mafie mirano ad occupare le organizzazioni di categoria;- abbiamo avuto la conferma che le mafie usano il porto di Livorno.
Lo diciamo da anni. La classe politica toscana, buona parte, benché avvertita, se ne è fregata dei nostri allarmi fino al punto che oggi la Toscana è divorata dalla mafia. Le forze dell'ordine e la magistratura possono agire celermente come in questo caso, ma prevenire è compito delle classi dirigenti che in Toscana, purtroppo, hanno fallito”
Il Laboratorio politico perUnaltracittà organizza il sesto incontro di Scoprifuoco sul tema attualissimo delle infiltrazioni mafiose in Toscana. Giovedì 22 aprile, ore 18,30 in diretta Facebook.
A partire dall'ebook Le mafie in Toscana: criminalità organizzata e infiltrazioni di Grazia Corica e Rosa Di Gioia (2021), le due autrici dialogheranno con Vittorio Mete, docente di Sociologia Politica all'Università di Firenze. Coordina Francesca Conti. Graziana Corica e Rosa Di Gioia sono due ricercatrici sociali esperte dei fenomeni mafiosi che si dipanano nella nostra regione, e non solo, e autrici della rubrica “Parliamo di Mafie” sulla rivista La Città invisibile, sempre edita da perUnaltracittà.