Un gesto simbolico per ricordare e onorare tutte le vittime innocenti delle mafie: un nodo, stretto, che non dimentica ma rinnova l’impegno di tutti per sconfiggerle. Questo è il senso della celebrazione della “XXVI Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, che ricorre domani, domenica 21 marzo 2021, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Così il Coordinamento regionale della Toscana di Avviso Pubblico, ha invitato i suoi enti soci a farsi fotografare con l’immagine simbolica di un nodo ed il nome di una delle vittime innocenti di mafia che si vuole ricordare.
“A ricordare e riveder le stelle” è lo slogan scelto per questa giornata che sarà seguita anche quest'anno da Rai per il sociale. In tutte le iniziative che si svolgono nel nostro Paese, dove i protagonisti sono specialmente i giovani che prendono coscienza dei valori della legalità, verranno letti e celebrati gli oltre mille nomi delle vittime della criminalità mafiosa.
“Fare l’amministratore locale, rappresentare l’amministrazione di Firenze ed essere qui con voi stamani per la giornata della Memoria e dell’Impegno è per me motivo di grande orgoglio. Scusate la franchezza ma mi è facile, non mi costa nulla! Non sento di essere in pericolo, né di mettere in pericolo la mia famiglia; non devo vincere la paura, per questa mia presenza a fianco di Libera, o per le mie parole di condanna delle mafie e dei mafiosi -è intervenuto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani- Per noi è fin troppo facile prendere queste posizioni. Penso invece che nelle terre di mafia, sia diverso, dove magari sei nato e da sempre, da quando ne hai memoria, si vive come all’interno di una cappa nella quale la mafia ha tolto alle persone la dignità e la libertà. Persone ricattate, impaurite, svuotate, costrette a ringraziare per cose alle quali invece hanno diritto.
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Perché le mafie, la corruzione, l’illegalità, assassinano la speranza e senza la speranza di una vita libera non ci può essere felicità. E questo credo sia il fine ultimo della vita di ciascuno cioè di vivere la vita in pienezza di felicità che vuol dire poi semplicemente vivere in armonia con il creato e con l’umanità. Allora grande onore a tutte le donne e gli uomini che hanno perso la vita per non perdere la propria dignità. Un’altra cosa che stride fortemente, nella dinamica mafiosa, è il loro senso di fede: Per favore, cambiate vita! Convertitevi, fermatevi di fare il male!. Convertitevi, ve lo chiedo in ginocchio, per il vostro bene!” [Avete avuto un papà e una mamma: pensate a loro!]. Ci ricordiamo tutti questo imperativo, con il quale Papa Francesco si è rivolto ai mafiosi nel 2014 insieme a don Ciotti”.
“Nessun territorio, neppure la Toscana così ricca di cultura, può ritenersi immune da fenomeni di infiltrazione mafiosa: istituzioni e società civile lottino insieme partendo dall’educazione dei giovani per sconfiggere queste attività che sanno nascondersi e mimetizzarsi”. Così il sindaco Dario Nardella nel videomessaggio inviato all’associazione Libera in occasione della 26^ Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia in corso a Firenze. Il titolo 2021 “A ricordare e riveder le stelle” è pensato anche prendendo spunto dalle celebrazioni dantesche e con lo sguardo dunque rivolto alla cultura.
“Il messaggio di Dante di ‘riveder le stelle’ – ha proseguito Nardella – è il messaggio di speranza che deve partire dalle istituzioni con l’obiettivo di dare a tutti gli individui gli strumenti per uscire dall’Inferno. Per questo, la nostra collaborazione alla lotta portata avanti da Libera è massima in tutti i settori, e in particolare in quello dell’educazione e della formazione dei nostri giovani, fondamentale per alimentare cultura della legalità e senso civico. Nessuna realtà – ha proseguito il sindaco - può ritenersi esente da attività economiche che lucrano sulle debolezze e povertà dei cittadini, neanche la Toscana: come istituzione è forte l’impegno che abbiamo messo in campo contro i fenomeni di infiltrazione. L’obiettivo è quindi quello di una collaborazione sempre più intensa tra istituzioni, società civile, associazionismo e volontariato, che possono e devono lavorare insieme per i nostri giovani”.
“Oggi è il momento più difficile nella lotta contro la mafia da 30 anni a questa parte -dichiara Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto- Ciò che chi combatte realmente la mafia, noi insieme ad altri, temevamo è puntualmente avvenuto: la fine del cosiddetto doppio binario. Per i non addetti ai lavori il doppio binario e quell'insieme di norme antimafia speciali nate con il sangue delle vittime.
In parole povere la mafia vien trattata peggio dei criminali comuni. L'ergastolo per un mafioso era vero, ossia senza fine pena. Il 41bis era vero, ossia senza alcuna possibilità di mandare ordini all'esterno ed altro ancora. Oggi in nome di una sorta di buonismo pro mafia volontario, indotto oppure involontario, consapevole o incosapevole, il risultato non cambia, abbiamo de facto eliminato il doppio binario. Eppure oggi la mafia è forte.
Tremendamente forte. L'allarme lanciato più volte dall'Europol , dalla Dna, dalla Dia e da tutte le forze dell'ordine sull'attenzione da porre prima dello stanziamento dei recovery fund potrebbe essere un fulgido esempio di antimafia del giorno prima, ma temo rimarrà un grido nel vuoto. La sensazione è che in modo silente si sia scelto di riconvivere con la mafia. Oggi in Italia si stanno perdendo pezzi per strada della normativa che a livello internazionale ci invidiano. Le norme sulle interdittive e white list, vengono messe in discussione.
Le norme sullo scioglimento dei comuni anche. Siamo arrivati al punto che non è sufficiente che il Consiglio di Stato dica che determinati comuni vadano sciolti, si prende tempo e si mira ad abolire la normativa. Per chi combatte la mafia è l'ora più buia. Le poche note positive sono i numerosi procedimenti contro la mafia in corso ed il primo ergastolo al boss Nino Madonia per il duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie incinta, Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto 1989.
Un primo segnale di giustizia che il padre di Nino, Vincenzo non ha mai smesso di chiedere e che è arrivato dopo 32 anni. Se i cittadini per bene non batteranno un colpo lo Stato perderà, la lotta alla mafia deve ritornare tema fondante nella vita democratica del Paese”.
Anche Empoli c’è con Valentina Torrini, assessore alle politiche sociali con delega ad Avviso Pubblico, con il suo nodo per ricordare Barbara Rizzo Asta e i suoi figli Giuseppe e Salvatore. «Era nel pieno della sua vita Barbara, quando – spiega l’assessore - una mattina come tante stava accompagnando i suoi figli a scuola. Un gesto come tanti, un gesto quotidiano. Un attentato spezzò di colpo la sua vita e quella dei suoi due bambini. Uccisi dalla mafia che aveva come obiettivo il giudice Carlo Palermo. È importante oggi ricordare le vittime innocenti delle mafie e rinnovare il nostro impegno per sconfiggere le mafie e la corruzione».
L'amministrazione comunale di Certaldo ha risposto presente con il sindaco Giacomo Cucini che ha scelto di dedicare il 'suo' nodo, segno di solidarietà e unione, a Peppino Impastato. All'anagrafe Giuseppe Impastato, è stato un giornalista in prima linea, a suon di denunce, contro le attività di Cosa Nostra. Una voglia di verità e legalità che Impastato ha pagato con la vita: è stato assassinato il 9 maggio 1978.
"Il dovere di ricordare e di ribadire l'importanza di dire no alle mafie e a ogni forma di illegalità deve appartenere a ognuno di noi - sottolinea il sindaco Cucini - Come amministrazione, siamo fieri di essere da anni a fianco di Avviso Pubblico, una realtà in prima linea per la difesa della legalità e il contrasto alla criminalità organizzata. Con orgoglio e determinazione, abbiamo scelto di partecipare a questa iniziativa di ricordo e denuncia, al tempo stesso".
In occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, anche la biblioteca comunale 'Ciari' ha dato vita a una iniziativa: ha predisposto una vetrina con volumi dedicati alle mafie e alle loro vittime, con molte interessanti proposte di lettura.
La Giornata nel 2017 è entrata a far parte delle ricorrenze riconosciute dallo Stato grazie alla volontà di due madri, due donne eccezionali, che hanno dato vita al progetto, in collaborazione con “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Le due donne sono Saveria, la mamma di Roberto Antiochia, un agente morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e Carmela la mamma di Antonio Montinaro, assistente della Polizia di Stato, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nel 1991.
E poi la moglie di Antonio, Tina Montinaro, da sempre impegnata nel mantenere vivo il ricordo del marito e della strage di Capaci, con la sua associazione Quarto Savona 15, trasformando il dolore in azioni concrete, è più volte è intervenuta pubblicamente "Ancora oggi io dico sono la moglie di Antonio Montinaro, non la vedova, perché è riuscito a riempirmi la vita anche in questi 26 anni, anche se lui come presenza fisica non c'è".
È dal 1996 che le celebrazioni si susseguono e neanche la pandemia ne ferma la portata, perché la volontà, l’impegno e la forza di tante associazioni, di tanti giovani, continuano a portare avanti gli ideali di uomini e donne che non hanno esitato a dare la loro vita per una società migliore, per il bene comune.
Le tante iniziative seguiranno protocolli attuati per contenere il contagio da Covid-19; non mancheranno i momenti di riflessione, approfondimento e le testimonianze per fare in modo di tenere viva la memoria comune a partire dalle storie di quegli uomini, donne e bambini che non ci sono più.