Firenze, 29 lug.— Il Gruppo Estra, di cui fa parte anche Estra Energie, nasce dall’aggregazione di tre multiutility toscane a capitale pubblico: Consiag di Prato, oggi confluita in Alia Servizi Ambientali (39,5% del capitale), Coingas di Arezzo (con il 25,14%) e Intesa di Siena (25,14%). In seguito entra a far parte della Società anche Viva Servizi, coinvolgendo poi anche Viva Energia di Ancona. Di fatto i Soci Estra rappresentano gran parte dei Comuni delle province di Ancona, Arezzo, Firenze, Grosseto, Macerata, Pistoia, Prato e Siena.
Nel luglio 2024, Estra Energie srl accusava due suoi ex-dipendenti di aver sottratto segreti commerciali a vantaggio della Enelab srl, start up che opera nel settore dello sviluppo di software, e si rivolgeva all’autorità giudiziaria.
Enelab e gli ex dipendenti contestavano le accuse. Il Tribunale di Firenze dava loro ragione, condannando Estra Energie al pagamento di € 6.637,00 a titolo di spese legale. Che non venivano pagati nonostante la richiesta di pagamento e la concessione di un termine per provvedervi. Estra srl, dunque, preferiva ricevere un atto di precetto e decideva di promuovere ricorso per ribaltare l'esito del precedente giudizio. Tuttavia questo procedimento si concludeva con ulteriore condanna e aggravio di maggiori somme: il tribunale aveva considerato “temerario” il ricorso.
Estra, anche dopo questa ulteriore condanna, non provvedeva a pagare il dovuto se non, con ulteriore aggravio di spese, quando riceveva atto di precetto in merito. E’ corretto e legittimo spendere soldi pubblici così?
“Perché Estra ha atteso la notifica di quattro precetti prima di pagare? Perché ha sprecato € 32 mila per due azioni manifestamente infondate che avrebbero potuto essere utilizzati per migliorare i suoi servizi, a maggior ragione essendo essa una società pubblica? -domanda Sara Astorino, consulente legale dell'Associazione Diritti Utenti e Consumatori- A nostro avviso, questa gestione spensierata di capitali pubblici non può restare impunita. Considerando anche che alle somme riportate vanno aggiunti i compensi professionali al loro studio legale e alla società incaricata di redigere la perizia sulla presunta ed inesistente sottrazione di segreti commerciali, di cui non abbiamo contezza”.
Da qui l'esposto di Aduc alla Corte dei Conti, ché valuti se nella gestione della vicenda giudiziaria, Estra abbia arrecato un danno erariale allo Stato.
"Ci sono ancora tante, troppe spese inutili: in questo caso 32 mila euro, più compensi professionali annessi. Pochi per una società come Estra Energie, tanti per una qualsiasi azienda, tantissimi per il cittadino. Pochi - certo - se presi singolarmente, ma vanno a sommarsi ad altre spese analoghe o, addirittura, inutili, diventando una somma alla lunga considerevole. Quando parlo di riqualificare la spesa mi riferisco proprio alla necessità di: controllare le spese effettuate, evitare spese inutili, ridurle per quanto possibile, destinare le risorse al contenimento delle bollette e agli stipendi prima di tutto dei dipendenti (non dei manager).
Negli ultimi anni, sia nelle pubbliche amministrazioni sia nel vario mondo delle società partecipate ciò non è avvenuto. L'intervento di oggi di ADUC – Associazione difesa utenti e consumatori – sulle spese di Estra Energie mette il dito nella piaga, perché queste spese ricadono sui cittadini e le imprese già fiaccate, in termini di ulteriori costi e di servizi minori o di qualità peggiore. Bisogna comportarsi come il buon padre di famiglia quando si usa denaro pubblico o denaro che viene dalle tasche dei cittadini e dei lavoratori sotto forma di tasse e bollette" afferma Paolo Bambagioni, consigliere comunale della Lista civica Eike Schmidt e Presidente della Commissione Controllo del Comune di Firenze.