Emergenza Casa a Firenze, dove i proprietari stanno peggio degli inquilini

Anche lo sfratto non eseguito lascia una famiglia per strada

Antonio
Antonio Lenoci
02 aprile 2014 17:02
Emergenza Casa a Firenze, dove i proprietari stanno peggio degli inquilini

La commissione intercomunale sul disagio abitativo esamina i casi conosciuti, verifica i requisiti di morosità incolpevole e trasmette i pareri al Prefetto che dispone la graduazione motivata dello sfratto, ovvero il rinvio dell'esecutività. In riferimento al periodo 11 febbraio - 15 marzo 2014 erano previste circa 90 esecuzioni, la commissione ha espresso un parere solo su 23 casi, meno del 30%.

"Si tratta di una mera consulenza - spiega Valerio Cantafio Casamaggi che presiede la commissione per delega dell'Assessore alla Casa del Comune di Firenze - a noi spetta il compito di mediare tra le parti in causa. Se da una parte esaminiamo le situazioni delle singole famiglie di inquilini, non dobbiamo dimenticarci dei proprietari". Qual è la situazione? "Esistono dei paradossi - sottolinea Casamaggi - perché tolti i casi in cui si agisce furbescamente da entrambe le parti (c'è chi non paga ma potrebbe farlo e chi affitta senza rispettare le regole) restano famiglie in cui uno dei coniugi o entrambi hanno perso il lavoro, ma ci sono anche proprietari che hanno nell'abitazione la loro fonte di reddito e si trovano a non percepire più un affitto a fronte di spese comunque da sostenere, che siano mutuo, tasse, spese condominiali.

Non esito a dire che esistono casi in cui il proprietario è messo peggio dell'inquilino" in fin dei conti chi contribuisce alla spesa pubblica con il pagamento delle tasse è il proprietario.

Il Prefetto cosa fa? "Agisce in regime dell’articolo 6, comma 5 del Decreto legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito in legge n. 124 del 28 ottobre 2013, - risponde la Prefettura - nei casi di sfratti per morosità incolpevole, vi è il potere di adottare “misure di graduazione programmata dell’intervento della forza pubblica nell’esecuzione del provvedimento di sfratto". Questo al fine della programmazione delle esecuzioni degli sfratti, in modo da renderle compatibili con l’ingresso nelle strutture di edilizia residenziale pubblica o con il reperimento di altra soluzione abitativa, consentendo la possibile sanatoria delle morosità incolpevoli, scongiurando gravi e drammatiche ricadute sulla gestione dell’ordine e sicurezza pubblica". 

"Il Comune di Firenze offre varie soluzioni - spiega Casamaggi - c'è la possibilità di posticipare lo sfratto ed il proprietario riceve un indennizzo, oppure c'è la possibilità di vedersi ripagati gli ultimi 10 mesi di affitto non pagato (fino ad un massimo di 10.000 euro) dietro l'accordo di sospendere lo sfratto e stipulare con l'inquilino moroso un nuovo contratto 4 più 4, infine l'inquilino ha una 'dote' e può spostarsi in altro appartamento dove il nuovo proprietario si vedrà garantiti i primi 10 mesi di affitto da parte del Comune (sempre su un contratto di 4 anni più 4). Tutto questo vale ed è in vigore salvo il particolare che in questo momento il fondo è bloccato".

L'UPPI, Unione piccoli proprietari non ci sta: "Abbiamo fatto ricorso al Tar - ci spiega il presidente, Gilberto Baldazzi - perché riteniamo assurdo che il Prefetto continui a far mancare la forza pubblica durante lo sfratto che in tal modo perde di significato". E le soluzioni proposte dal Comune di Firenze? "Perchè? Non ci sono i soldi, i fondi sono bloccati. Non abbiamo consigliato a nessuno dei nostri iscritti di seguire la procedura: ma secondo voi cosa se ne fa un proprietario di 10 mesi di arretrato davanti all'obbligo di sottoscrivere un nuovo contratto della durata di otto anni. Allo stesso modo trovatelo voi un proprietario che accoglie un inquilino sotto sfratto, che non paga da anni e che il Comune garantirebbe per 10 mesi su otto anni di contratto". Come mai i proprietari non scendono in piazza? "Si tratta di una tipologia caratteriale totalmente diversa - commenta Baldazzi - il proprietario è il piccolo risparmiatore che trattiene in famiglia il proprio disagio. Vogliamo dirla tutta? Il proprietario lo sentiamo nominare quando si toglie la vita perché ha ricevuto il decreto ingiuntivo e vede portarsi via tutti i risparmi". La banca arriva prima dello sfratto? "Ma certo - prosegue Baldazzi - facciamo il caso di una persona che ha deciso di mettere a reddito l'immobile e di vivere in affitto credendo di poterci rientrare con le spese.

Quando non puoi più pagare il mutuo arriva il pignoramento e l'abitazione finisce all'asta. In questo caso l'appartamento è occupato ed il suo valore diminuisce. Non è tutto. Chi compra all'asta paga in contanti e vuol fare l'affare quindi cerca di pagare il meno possibile. Finisce che chi ha risparmiato si ritrova senza casa e con l'obbligo di pagare la differenza tra il ricavato della vendita ed il debito contratto con la banca".

Gli inquilini. A Firenze e nell’area fiorentina le famiglie allontanate da casa nel primo semestre del 2013 sono state 450 ed i movimenti sono molto attivi sul piano delle occupazioni abusive. Vincenzo Simoni, membro per l'Unione Inquilini della provincia di Firenze della commissione spiega: “L'elenco completo delle previsioni di impiego della forza pubblica non è comunicato ai componenti della commissione, ma solo alla sua presidenza, il rappresentante del Comune di Firenze che non invia ai nuclei soggetti ad esecuzione l'informazione sulle nuove possibilità di usufruire di importanti disposizioni legislative" il Comune in merito risponde che chi invia l'elenco è la Corte d'Appello. Cosa è la morosità incolpevole? “Vale solo per riduzioni del reddito totalmente certificate – spiega Simoni - non valgono perdite di reddito per diminuzione derivata da perdita di attività lavorativa precaria.

Chi richiede la cosiddetta graduazione mirata, deve provare di essere incolpevole, cioè di aver subito una drastica e certificata riduzione del reddito. In una situazione come la nostra, con scarse industrie, dove si licenzia senza giusta causa, dove il nero è diffusissimo, la drastica diminuzione del reddito spesso non è certificabile”.

Cosa si può fare? “Nell’ultima riunione - racconta Simoni - con forte imbarazzo da parte dei funzionari del Comune di Firenze è stato proprio il giudice della Corte d'Appello a lamentare la scarsa informazione preventiva, proponendo un info-point emergenza casa, sempre più necessario”. Il delegato comunale propone "Uno sportello che eroghi il contributo di assistenza ad inquilini e proprietari senza dover fare conteggi incredibili e ritrovarsi come adesso con i fondi bloccati".

Secondo Uppi: "Servirebbe un bancomat che non abbiamo. Basterebbe risolvere il problema prendendo il serpente dalla testa e non dalla coda, vi faccio l'esempio degli sfratti a catena perché rende bene l'idea: è inutile che si intervenga sul proprietario sfrattato perché non paga visto che non percepisce l'affitto dalla propria abitazione. Dobbiamo trovare un alloggio popolare per l'inquilino che non paga. Mancano gli alloggi popolari, è questo il problema e se non si risolve questo non si risolverà mai niente". 

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