Un presidio pubblico indetto dalla Confederazione Cobas alle ore 12 in via Martelli accanto al Duomo di Firenze: "Saremo tutto il giorno davanti all'ingresso dei dipendenti, per volantinare sulla situazione insostenibile di Eataly Firenze" scrivono i lavoratori.Da "realtà entusiasmante" che ha messo in fila alle selezioni migliaia di giovani a "situazione insostenibile" il tempo pare essere volato. Cosa è successo?Un fulmine a cielo sereno il messaggio di aiuto che arriva da parte di alcuni lavoratori della catena che si prepara a nuove aperture a Piacenza, Verona e Trieste.
E poi Londra, Mosca, San Paolo.Oscar Farinetti è il Ministro mancato del Governo Renzi, riconosciuto quale modello imprenditoriale degli ultimi anni. Solo poche ore fa il presidente della Regione Toscana così ha citato il patron di Eataly: "Sostiene Farinetti che occorre fissare un tetto per le pensioni superiori a 3mila euro risparmiando miliardi. E poi, aggiunge l'imprenditore, bisognerebbe aggravare le tasse alle imprese che distribuiscono gli utili ai proprietari e sgravarle agli imprenditori che li investono nell'azienda per creare nuovi posti di lavoro.
Io, questa volta, sono d'accordo con il fondatore di Eataly".
La lettera. "Abbiamo deciso di scrivere queste righe da dipendenti di Eataly, conseguentemente alla notizia del nostro “licenziamento”, o, più formalmente, al non rinnovo del contratto. Sottolineiamo tre punti molto forti tratti dal Manifesto dell’Armonia di Eataly:“Il primo modo per stare in armonia con le persone è saper ascoltare cercando spunti per cambiare o migliorare le proprie idee.Il denaro può allontanare dall'armonia.
Bisogna avere sempre ben presente che il denaro è un mezzo e non un fine. Deve essere meritato. L'armonia con le cose si ottiene ben sapendo che le cose sono di gran lunga meno importanti delle persone. Molto importante è invece la natura. Il primo modo per esserne in armonia è rispettarla”
Insomma, si sarebbe spezzata l'armonia."Ci chiediamo - prosegue la lettera - se le parole, queste parole, abbiano un senso. Eataly Firenze non ha mai conosciuto un’assemblea aziendale, mai e sotto nessuna forma. L’ultima volta che siamo stati tutte e tutti nella stessa stanza è stato il primo giorno di lavoro. Ricordiamo come siamo stati informati, tra una nozione di sicurezza antincendio e una di normative Haccp, del fatto che, appena possibile, avremmo avuto anche la possibilità di darci una rappresentanza sindacale.
Ma se non sono previste assemblee aziendali, figuriamoci assemblee sindacali! Eppure, di motivi per riunirci, l’azienda ne avrebbe in quantità: informarci dei cambiamenti in atto, renderci partecipi delle scelte riguardarti il personale, comunicarci anche sinteticamente il progetto dell’azienda…Non è normale infatti che un’azienda fiorente ed in piena espansione, conti all’inaugurazione oltre 120 dipendenti e che, a meno di un anno dall’apertura, ne conti la metà.
Su questo drastico taglio nessuna spiegazione è stata data a noi lavoratori. Né sui motivi per cui si debba venire a sapere dei turni settimanali con sole 24 ore di preavviso, né su tanti altri cambiamenti che si sono susseguiti da quel 14 Dicembre 2013 ad oggi".E ancora "Si parla di Eataly come di un’azienda modello con una crescita del fatturato di oltre il 33%, un’azienda “che vince tutte le sfide”. Vogliamo proprio prendere le parole rilasciate dal nostro datore di lavoro, Oscar Farinetti: “Eataly fattura in Italia 100 milioni di Euro.
Prevediamo di arrivare a 200 milioni nel 2014.” Ilnegozio di Firenze, aperto meno di un anno fa con più di 120 dipendenti, ora ne conta solo una sessantina. Si sta contraendo sempre più il personale, costringendo talvolta a turni estenuanti i colleghi che si trovano a dover coprire il lavoro dei dipendenti espulsi, mentre in alcuni reparti non si concede un’ora di straordinario neanche a chi la richiede. Solo nell’ultimo mese accanto al nome di oltre 13 dipendenti è stato scritto “OUT”, lasciati a casa senza troppi fronzoli, senza lavoro".Dialogo con l'azienda. "Purtroppo alle continue richieste l’azienda ha sempre risposto freddamente e duramente, rifiutandosi non solo di convocare un’assemblea aperta a tutte e tutti i dipendenti così da avere risposte sul nostro futuro e, magari, potere anche dire la nostra, ma per di più la notizia del mancato rinnovo ci è stata fatta pervenire tramite i responsabili di reparto.
Quale serietà dimostra la dirigenza di Eataly rifiutandosi di incontrare i dipendenti che decide di licenziare?"Conclusioni da via dei Pilastri dove ha sede la Confederazione Cobas provinciale "Abbiamo deciso di convocare uno sciopero per le giornate di Sabato e Domenica 30 e 31 agosto, per richiedere il ripristino delle condizioni di una sana relazione tra azienda e lavoratori, tramite una rappresentanza sindacale che possa evidenziare le numerose problematiche riguardanti le condizioni di lavoro e l’organizzazione dei turni, e soprattutto per difendere il diritto ad un lavoro che sia dignitoso".