FIRENZE, 27 OTTOBRE 2020- Ristori del 400% per discoteche, sale da ballo e night club; ristori del 200% per stadi, cinema, piscine, parchi divertimenti, sale giochi, palestre e sale bingo; ristori del 150% per ristoranti, alberghi. Si tratta di una serie di misure che hanno lo scopo di aiutare e sostenere le attività e le persone duramente colpite dalla pandemia.
“Lo stop imposto ad alcune attività commerciali e produttive dall’ultimo Decreto del Presidente del consiglio dei ministri ha di fatto generato un semi lockdown che creerà problemi anche ai consumatori perché mancano gli strumenti adeguati per contenere gli effetti negativi di queste misure”. A sottolinearlo sono Mauro Bartolini, presidente Adoc Alta Toscana, e la referente dell’associazione di consumatori, Valentina Sparavelli. “Da un lato bisogna tenere conto di chi magari aveva pagato abbonamenti a corsi di ballo o palestre, ad attività sportive e piscine.
La loro attività verrà di fatto congelata senza che sia stata data un’indicazione su come gestire i rapporti fra clienti e aziende. Ma ci sono aspetti ancora più critici: coloro che vedranno limitato o addirittura sospeso il proprio lavoro nel mese che ci attende, oltre ad avere il grave danno della perdita del reddito, si troveranno comunque a dover far fronte alle scadenze e a obblighi che il Dpcm non ha sospeso. Mutui, rate di finanziamenti, abbonamenti vari non sono menzionati nel provvedimento.
Il che significa che oggi valgono le stesse norme pensate ed emanate nella fase precedente della pandemia e che nei giorni scorsi erano state allentate in previsione di una ripresa. Ma la situazione in pochi giorni è nuovamente degenerata e siamo dentro una nuova crisi. Basta pensare – proseguono i referenti Adoc - che solo 2 settimane fa, con la conversione del Decreto di agosto, il legislatore ha proceduto a ridurre le categorie legittimate ad ottenere la sospensione dei mutui tramite domanda al Consap.
Come si conciliano queste limitazioni con le nuove criticità del nuovo Dpcm? E il riconoscimento esplicito di una causa di impossibilità sopravvenuta ai sensi del codice civile per il mancato utilizzo di abbonamenti a palestre, piscine, teatri vale anche per questa fase di chiusura di alcune attività?”. Domande che restano aperte perché il governo ancora non ha dato risposte su questo fronte alimentando i timori delle persone che da subito si sono rivolte alle associazioni di consumatori per capire come muoversi.
Non solo. Lo smartworking potenziato ulteriormente per le aziende pubbliche rischia di generare ulteriori disservizi: “Già da marzo i cittadini hanno segnalato ai nostri sportelli enormi difficoltà a interfacciarsi con le pubbliche amministrazioni. Aumentare il lavoro agile, da casa, complicherà ancora di più le cose" concludono Bartolini e Sparavelli.
"Come Forza Italia diciamo NO a questo Dpcm che non risolve nulla, ma peggiora soltanto le condizioni degli Italiani. Le scelte del Governo Conte si rivelano la ennesima mazzata sulla vita di tutte quelle categorie economiche che fra mille sacrifici negli ultimi mesi avevano riaperto sperando di riprendere almeno a sopravvivere. Non c'è niente da fare questo Governo Giallorosso non sa far altro che fermare l'economia di questo Paese e generare malcontento e disoccupazione. La protesta che si sta alzando in tutta Italia, da ristoratori, tassisti, attività del fitness è prevedibile.
Ci tengo però a dire che le contestazioni che comprendiamo sono quelle pacifiche sui contenuti del Dpcm, senza quindi la violenza o altre forme di protesta illegali. La guerriglia urbana non sarà mai giustificata -dichiara l'On. Erica Mazzetti, parlamentare di Forza Italia- La gente chiede soltanto di lavorare, rispettando le regole, anche quelle più dure e restrittive, ma non accetta invece chiusure immotivate e frettolose figlie soltanto dell'incapacità di gestire l'emergenza di questo Governo.
Perchè il Governo si preoccupa del virus solo adesso, cioè solo quando è ormai tardi? Dove è stato l'Esecutivo da Luglio a Ottobre? Ha realmente vigilato su una purtroppo scontata seconda ondata del virus, che tutti i virologi avevano ampiamente previsto? Adesso gli Italiani hanno paura. Temono giustamente che come negli ultimi mesi, gli aiuti economici alle attività in difficoltà arrivino tardi ed in modo non proporzionato alle loro esigenze. Vista la figuraccia indegna del Governo nel pagare la cassa integrazione ai lavoratori come faccio a non comprenderli? Come non condividere queste paure? Ogni lavoratore vuole portare a casa lo stipendio per garantire ai propri figli un futuro certo.
Nessuno, tanto meno la maggioranza Giallorossa, può rendere incerto il futuro delle famiglie Italiane. Occorre subito dare fondi alle attività. Basta parlare. Serve agire. Occorre immediatamente modificare Dpcm, come anche evidenziato da alcune forze politiche di maggioranza, per riportare una logica nelle scelte per la lotta contro diffusione Covid-19 ascoltando soprattutto le parole ed i consigli provenienti delle categorie economiche".
“Ci rammarica apprendere che il governatore Giani non ha ancora sbloccato la distribuzione dei voucher per poter usufruire del servizio taxi ai cittadini che, a causa di problemi di salute, non possono utilizzare i mezzi pubblici. Il presidente della Toscana lo aveva promesso in campagna elettorale ma ad un mese e una settimana dalla sua elezione ancora non ha predisposto niente. I tassisti, assieme a tutto il comparto turistico e i settori che vi ruotano attorno, sono stati particolarmente colpiti dalla crisi economica dovuta alla pandemia da Coronavirus.
La loro attività è diminuita attorno al 70% ed oggi è destinata a subire una maggiore contrazione a causa della seconda ondata dell'epidemia. Intanto la Regione Toscana cosa ha pensato di fare per sostenere questi lavoratori? Un assurdo click day per distribuire 5 milioni di euro a guide turistiche, taxi, ncc e agenzie di viaggio. Le persone non possono essere trattate come numeri, non va bene la logica del 'chi prima arriva meglio alloggia': adesso servono azioni concrete”. E' quanto dichiarato da Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, in merito alla situazione dei tassisti toscani.
Il Comune di Borgo San Lorenzo decide di introdurre nuove agevolazioni e sgravi a sostegno di famiglie e imprese, che riguardano TARI, IMU, mensa scolastica e misure di sostegno sociale. Iniziando dalla TARI, l’amministrazione comunale stanzia 125 mila euro per nuove riduzioni. Le misure a favore delle imprese sono due: 100 mila euro andranno ad abbattere la parte variabile della TARI di attività produttive e commerciali relativamente all’intero periodo di lockdown con un intervento che riguarda determinate categorie tariffarie; 5 mila euro per le nuove attività che aprono, e che avranno la TARI scontata del 20%, per i primi due anni. Per le famiglie invece sono previsti 15 mila euro di agevolazioni destinate ai nuclei con indicatore ISEE inferiore ai 15 mila euro.
Un’ulteriore misura, con stanziamento di 5 mila euro, invece è destinata per abbattere la TARI a chi ha perso il posto di lavoro. Per quanto riguarda l’IMU, sono state introdotte nuove aliquote agevolate, per chi abbassa l'affitto: per le locazioni ad uso abitativo a canone concordato l’aliquota passa dal 10 al 6 per mille.
Per le locazioni commerciali e produttive, che vengono rinegoziate secondo i canoni della prefettura, l’aliquota passa dal 10 al 6 per mille per gli immobili di categoria C, dal 10 al 7,6 per mille per gli immobili di categoria D. Per quanto riguarda in particolare bar e ristoranti, è stata prorogata anche l’esenzione Tosap al 31 dicembre per gli ampliamenti di suolo pubblico questa estate sulla base del “decreto rilancio” in chiave emergenza covid. Per sostenere le famiglie sulla mensa scolastica, si è deciso di destinare 5 mila euro per i nuclei monoreddito colpite dalla perdita del posto di lavoro, in modo da abbattere il costo sostenuto per questo importante servizio. Continuano inoltre i due progetti che l’amministrazione comunale porta avanti in sinergia con i servizi sociali: il primo è il Progetto Letizia sull’emergenza abitativa, insieme alla Cooperativa Convoi.
Un appartamento con 6 posti letto per accogliere temporaneamente persone sole e nuclei familiari che si trovano improvvisamente senza alloggio e che vengono poi guidate, attraverso la collaborazione tra servizi sociali e operatori, a costruire un percorso che li riporti ad essere autonomi. Il secondo è la distribuzione dei Buoni Spesa, insieme alle associazioni del Banco Alimentare, su cui sono stati destinati oltre 14 mila euro.
Con delibera di Giunta n.159, l’Amministrazione Comunale di Signa ha approvato ieri l’eliminazione della terza e quarta rata della Tosap per l’anno 2020. Il Comune non richiederà il pagamento per le concessioni di occupazioni di suolo pubblico dal 1 maggio al 31 dicembre 2020 alle attività di somministrazione di alimenti e bevande in dehors annessi a imprese di pubblico esercizio (articolo 5 legge 287/1991). Già a fine marzo l’Amministrazione aveva provveduto all’approvazione di una delibera con la quale venivano sospese o prorogate le scadenze della II, III e IV rata ICP (Imposta Comunale sulla Pubblicità) e TOSAP.
Alla luce dei nuovi dati e del protrarsi dello stato di emergenza sanitaria da Covid-19, il Comune ha ritenuto opportuno procedere all’abolizione per l’anno 2020 della terza e quarta rata Tosap e di riconoscere l’esonero dal 01 marzo al 15 ottobre 2020 dal pagamento della stessa ai titolari di concessioni e autorizzazioni per posteggi sui mercati o aree destinate al commercio ambulante.
“Ieri, la Giunta Comunale ha approvato l’eliminazione della terza e quarta rata della TOSAP, la tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche”, afferma l’assessore al Bilancio e ai Tributi Gabriele Scalini. “Questo atto è un recepimento di una legge approvata dal Parlamento il 17 luglio. In un momento così difficile, una piccola misura che ci auguriamo essere aiuto concreto”, conclude.
Quasi 11 milioni di euro deliberati dalla Finanziaria Senese di Sviluppo e distribuiti al territorio nel corso del 2020, fino a fine ottobre, con 200 pratiche deliberate. Ben un milione di euro l’investimento su nuove attività con 18 pratiche deliberate. Sono 94 le pratiche già deliberati per un valore di 3 milioni e 408 mila euro sul plafond Coronavirus stanziato a marzo scorso. Questa in sintesi è la fotografia dell’attività della Finanziaria Senese di Sviluppo fino al 21 ottobre 2020.
“Sono dati davvero importanti – commenta il presidente della Finanziaria Senese di Sviluppo, Massimo Terrosi – numeri che testimoniano un impegno completo per le imprese. Non ci siamo mai fermati. Abbiamo e stiamo facendo tutto quello che è nella nostra mission per stare vicini alle imprese, rispondere alle loro esigenze, anche guardando lontano, pensando al ruolo che Fises gioca oggi e può giocare domani”.
Entrando nel dettaglio, le pratiche per l’attività ordinaria sono state 48 per un totale di 4.784.000 euro. Di queste, 1 è stata dedicata alle nuove attività per un valore di 90 mila euro. Continua l’impegno per l’imprenditoria giovanile e femminile di Fises. Sono infatti 21 le pratiche in questo campo per un valore di 1.455.000 euro, di queste 12 sono dedicate a nuove attività per un investimento di 72 2mila euro. Le pratiche deliberate sul plafond liquidità sono 37 per un importo totale di 1.332.000 euro, di queste due sono dedicate a nuove attività per un valore di 70 mila euro. Come già detto sono già state deliberate pratiche nell’ambito del plafond Coronavirus per un valore di 3.408.000 euro, 94 le pratiche in totale, di cui 3 per nuove attività per un importo di 120 mila euro.
“Significa che anche nell’ambito di un dramma come lo è la pandemia – sottolinea il presidente – anche in questo campo riusciamo a sostenere imprese che vogliono nascere e persone che vogliono investire”.
Il 53,21% degli investimenti sono stati investiti nell’area urbana senese per un valore di 5.842.000 euro e 100 operazioni. Seconda zona è la Valdelsa, con il 17,48% degli importi deliberati, un totale di 1.920.000 e 34 operazioni. Segue l’Amiata, 8,29%, 910.000 mila euro. Staccate di poco seguono Val d’Arbia e Val di Merse con importi similari: 7,26% e 7,29%, 797 mila euro e 800 mila euro. Ed ancora, Valdichiana e Chianti (4,42% e 2,05%, rispettivamente 485.000 e 225.000). I settori di attività prevalenti si confermano commercio, turismo e artigianato.
In particolare da turismo e commercio, i settori tra i più colpiti dal Covid, sono arrivate richieste importanti. Quindi solo commercio e turismo insieme coprono la percentuale del 68,50% degli importi deliberati per un valore di 7.433.000 euro, segue l’artigianato con il 17,16% degli importi per un valore di 1.884.000. La metà delle delibere presentate sono arrivate dalle associazioni di categoria e l’altra metà da studi professionali e direttamente dalle aziende. Tempi rapidi per le risposte.
Sette sono i giorni per le operazioni deliberate dal direttore e quattordici per il cda.