In Toscana sono 10.088 i casi di positività al Coronavirus, 2 in più rispetto a ieri. I nuovi casi sono lo 0,02% in più rispetto al totale del giorno precedente. I guariti crescono del 1,6% e raggiungono quota 7.802 (il 77,3% dei casi totali). I tamponi eseguiti hanno raggiunto quota 246.052, 3.365 in più rispetto a ieri, quelli analizzati oggi sono 3.354. Gli attualmente positivi sono oggi 1.255, -9,1% rispetto a ieri. Si registrano 2 nuovi decessi: 1 uomo e 1 donna, con un’età media di 85 anni.
Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste della Protezione Civile Nazionale - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Di seguito i casi di positività sul territorio con la variazione rispetto a ieri, ricordando che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi. Sono 3.458 i casi complessivi a oggi in provincia di Firenze (1 in più rispetto a ieri, precisamente a Vinci), 564 a Prato, 674 a Pistoia, 1.046 a Massa Carrara, 1.361 a Lucca, 891 a Pisa, 555 a Livorno (1 in più), 676 ad Arezzo, 438 a Siena, 425 a Grosseto. Si riscontra, dunque, un caso in più, oggi, nell’Asl Centro e uno in più nella Nord Ovest.
La Toscana si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 270 casi per 100.000 abitanti (media italiana circa 384 x100.000, dato di ieri). Le province di notifica con il tasso più alto sono Massa Carrara con 537 casi x100.000 abitanti, Lucca con 351, Firenze con 342, la più bassa Siena con 164.
Complessivamente, 1.113 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi (meno 114 rispetto a ieri, meno 9,3%). Sono 6.512 (meno 270 rispetto a ieri, meno 4,0%) le persone, anche loro isolate, in sorveglianza attiva, perché hanno avuto contatti con persone contagiate (Asl Centro 3.221, Nord Ovest 3.065, Sud Est 226).
Si riducono ancora le persone ricoverate nei posti letto dedicati ai pazienti Covid, che oggi sono complessivamente 142, 11 in meno di ieri (meno 7,2%), di cui 31 in terapia intensiva (4 in più rispetto a ieri, più 14,8%). È il punto più basso raggiunto dal 11 marzo 2020 per i ricoveri totali.
Le persone complessivamente guarite salgono a 7.802 (più 125 rispetto a ieri, più 1,6%): 1.200 persone “clinicamente guarite” (meno 185 rispetto a ieri, meno 13,4%), divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 6.602 (più 310 rispetto a ieri, più 4,9%) dichiarate guarite a tutti gli effetti, le cosiddette guarigioni virali, con doppio tampone negativo.
Si registrano 2 nuovi decessi: 1 uomo e 1 donna, con un’età media di 85 anni. Relativamente alla provincia di notifica, le persone decedute sono: 1 a Firenze, 1 a Massa Carrara. Sono 1.031 i deceduti dall’inizio dell’epidemia cosi ripartiti: 380 a Firenze, 46 a Prato, 79 a Pistoia, 144 a Massa Carrara, 135 a Lucca, 85 a Pisa, 58 a Livorno, 45 ad Arezzo, 30 a Siena, 21 a Grosseto, 8 persone sono decedute sul suolo toscano, ma erano residenti fuori regione.
Il tasso grezzo di mortalità toscano (numero di deceduti/popolazione residente) per Covid-19 è di 27,6 x100.000 residenti contro il 54,9 x100.000 della media italiana (11° regione). Per quanto riguarda le province, il tasso di mortalità più alto si riscontra a Massa Carrara (73,9 x100.000), Firenze (37,6 x100.000) e Lucca (34,8 x100.000), il più basso a Grosseto (9,5 x100.000).
"Sulle riaperture dei confini fra le Regioni annunciata per il 3 giugno, tocca al Governo decidere. È il Governo che ha i dati e il potere per farlo. Tuttavia dico che bisogna stare attenti, non possiamo essere frettolosi". Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla vigilia della decisione che in queste ore dovrà essere presa dal Governo in vista della riapertura dei confini fra le regioni.
"In una regione come la Lombardia - afferma Rossi - ancora oggi si concentra la metà dei casi positivi registrati a livello nazionale, un numero nemmeno paragonabile a quello della Toscana, dove i casi si contano ormai sulle dita di una mano. Per questo non capisco l'insistenza del governatore Fontana e nemmeno quella del sindaco di Milano Sala. Occorre più coesione nazionale. E vale per tutti: per le regioni a maggiore prevalenza del virus e per quelle a minore prevalenza. Chiedo pertanto esplicitamente al Governo: o si fa un provvedimento distinguendolo per Regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria che sono ancora più esposte al contagio delle altre, oppure, come sarebbe ragionevole, si aspetta un'altro po’ tutti, in attesa di maggiore uniformit&agra ve; dei dati".
"Sia ben chiaro - conclude il presidente - noi in Toscana, come sempre, faremo la nostra parte, ma non vogliamo guerre regionali. Tocca al governo decidere. Se fu un errore non chiudere in tempo quelle realtà da cui sono partiti i focolai maggiori, ora ci aspettiamo che non se ne commetta un altro riaprendole fuori tempo. Allo stesso tempo evitiamo di lasciar correre l’idea di limitazioni che andrebbero contro la Costituzione ed evitiamo scemenze come il lasciare credere che esistano patenti di immunità. Le uniche armi che abbiamo sono la prevenzione primaria: igiene, distanza, mascherine e il contenimento del contagio attraverso il tracciamento, il trattamento e le terapie".