Firenze- Sono state presentate in Aula le relazioni di minoranza e di maggioranza Icon cui si sono chiusi i lavori della commissione di inchiesta sui vaccini e sulla verifica del corretto svolgimento delle misure messi in atto dal sistema sanitario regionale per contrastare la pandemia da Covid-19.
Illustrando il lavoro della commissione d’inchiesta, il presidente Vittorio Fantozzi (FdI) ha prima di tutto ringraziato tutti i partecipanti per i sei mesi di lavoro sottolineando come “sia stato rendicontato un lavoro molto significativo svolto dal Consiglio regionale, e portato avanti con le sue risoluzioni”.
“Il lavoro - ha spiegato – è stato fatto operando secondo un profilo istituzionale ed è ora a disposizione di tutti, non solo degli addetti ai lavori. C’è stato un impegno da parte di tutti gli schieramenti politici che ci ha permesso di condividere la maggior parte della relazione finale, anche se si sono registrate alcune valutazioni diverse che non hanno consentito di stilare un documento condiviso. Ma in più di un caso si è trattato di divergenze senza grandissime difformità rispecchiate nelle decisioni degli Stati Generali della Salute”.
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“Era necessario mettere un punto fermo su un fenomeno con mille sfaccettature evitando toni apocalittici nella critica – ha continuato. - Non siamo stati inquisitori, ma abbiamo predisposto un lavoro costruttivo. Le migliori informazioni durante le audizioni ci sono arrivate da chi è stato impegnato in prima linea”. Fantozzi ha poi ringraziato il terzo settore, i medici di medicina generale e le farmacie “per il loro grandissimo contributo nella fase critica della pandemia”.
C’è stata invece qualche critica sul piano pandemico regionale del 2008, sulla gestione della comunicazione verso i cittadini, sulle incertezze della macchina vaccinale nella prima fase. “Ci siamo accorti - ha spiegato – che la Toscana non era abbastanza alfabetizzata per prenotare il vaccino, e da ciò, per il futuro, dovremo tenere di conto che il cittadino va educato e formato al corretto utilizzo degli strumenti informatici”. Sulla carenza di personale sanitario, Vittorio Fantozzi ha auspicato un miglior impiego delle risorse e ha concluso aggiungendo come “il covid sia stata una tempesta perfetta per parlare di cosa non funziona nel sistema sanitario. Ora facciamolo in nome di chi ha perso la vita”.
A nome della maggioranza è intervenuta la vicepresidente della commissione d’inchiesta Federica Fratoni (Pd). Anche lei ha apprezzato il grande lavoro svolto, riconoscendo al presidente di avere condotto i lavori “con equilibrio, correttezza e serietà in un contesto non facile”.
“Si è trattato - ha spiegato - di un approccio costruttivo, per larga parte lavoro sovrapposto a quello fatto in commissione Sanità, negli Stati Generali, e spesso si è assistito alla replica delle audizioni. Ma si è trattato comunque di un lavoro utile. È stata fatta una ricostruzione puntuale e ricca di informazioni, che descrive il quadro sia a livello nazionale che regionale, base per rileggere con lucidità un fenomeno che deve costituire un patrimonio comune per future pandemie”.
“Le relazioni della maggioranza e delle opposizioni - ha proseguito – sono uguali al 90% e ovviamente a essere divergenti sono le conclusioni. Ma devo dire che quelle della minoranza non destano particolari preoccupazioni. Non raccontiamo che tutto è andato bene. Il piano pandemico del 2008 è stato inservibile, perché aveva come oggetto una pandemia completamente diversa, condizionato dall’influenza aviaria. La profilassi si è affinata nel tempo, e contro una pandemia globale un piano regionale poco avrebbe potuto fare”.
Federica Fratoni ha poi ricordato l’importanza dello strumento delle ordinanze durante le fasi più dure e incerte della pandemia con la Toscana che si è presa la responsabilità di far produrre mascherine nella regione in un momento in cui si facevano solamente all’estero. La Fratoni ha elogiato la riforma del sistema sanitario che ha dato la possibilità di dare risposte concrete e rapide, con tanti posti covid utilizzati poi per le cure intermedie e ha sottolineato il ruolo fondamentale del terzo settore.
Dalla vicepresidente della commissione d’Inchiesta è arrivato l’elogio al presidente della Giunta Eugenio Giani e all’assessore alla Sanità Simone Bezzini per come hanno affrontato la campagna vaccinale recuperando un iniziale ritardo e che oggi vede la Toscana ai primi posti in Italia. “La piattaforma vaccinale Toscana su base regionale è stata una grande intuizione e si è dimostrata vincente nella sua flessibilità”.
Il ringraziamento è stato per tutti gli operatori coinvolti, dal sistema para-sanitario ai sindaci di tanti comuni che in alcuni casi hanno anche perso la vita. Federica Fratoni ha anche voluto sottolineare il grande lavoro della Cross, la Centrale operativa remota operazioni soccorso sanitario “che in Toscana ha funzionato nel migliore dei modi nella gestione delle criticità”.
Concludendo il suo intervento, la vicepresidente della commissione d’inchiesta ha per il futuro sottolineato come “il virus ancora esista”. “E’ importate proseguire nella campagna vaccinale, è necessario distinguere i percorsi di cura tra pazienti covid e non covid e non vanno trascurate le patologie legate al long covid, ma soprattutto non è ammissibile ridurre la spesa sanitaria come sta facendo il nuovo Governo Meloni”.
Dibattito fiume, in aula di palazzo del Pegaso sulle relazioni finali, di maggioranza e di minoranza, sulla Commissione d’inchiesta finalizzata alla verifica del corretto svolgimento delle misure messe in atto dal sistema sanitario regionale per contrastare la pandemia da Covid-19 ed in particolare della campagna vaccinale in Toscana. Un filo rosso ha caratterizzato i diversi interventi, ovvero il ringraziamento al lavoro della commissione, insieme al plauso per tutti coloro che si sono spesi nell’affrontare una pandemia che, per la sua straordinarietà, ha colto di sorpresa: dagli operatori della sanità al volontariato, per arrivare a ogni cittadino toscano.
A dare il “la” agli interventi la consigliera Silvia Noferi (Movimento Cinque Stelle) che ha evidenziato come “nonostante il sistema toscano abbia retto, gli errori ci sono stati, come è plausibile vista la straordinarietà della situazione”. “Avrebbe potuto aiutare – ha affermato - avere una cabina di comando efficiente e pre-esistente fin dall’inizio, e individuare modalità di comunicazione migliori verso l’esterno, non sono verso l’interno: la popolazione ha avuto l’impressione di una certa improvvisazione, come dimostra il numero di segnalazioni arrivate al difensore civico”.
“Non è possibile poi dimenticare le settimane perse durante la fase di insediamento della Giunta nell’ottobre 2020 – ha continuato Noferi - : mentre la pandemia stava riprendendo forza, noi aspettavamo la nomina dell’assessore alla sanità”. “La pandemia ha inoltre evidenziato come la medicina territoriale sia fondamentale per alleggerire la pressione sugli ospedali e dobbiamo migliorarne l’organizzazione – ha detto la consigliera - Oggi si legge di numeri molto elevati di pazienti che si rivolgono a un solo medico di medicina generale e questo è un problema.
Siamo amareggiati che il sistema ancora non funzioni e che ci siano problemi strutturali non risolti”.
Diego Petrucci (Fratelli d’Italia) ha premesso che “non si possono andare a cercare responsabilità nella fase iniziale quando ci siamo ritrovati tutti ad affrontare una situazione sconosciuta”. “Nella seconda fase però – ha continuato - ci sono state responsabilità. Nel momento in cui stava scoppiando la seconda ondata, la Giunta Giani ha impiegato un mese e mezzo a nominare l’assessore alla Sanità. Aver lasciato la sanità toscana senza guida è stata una responsabilità gravissima, causa di ritardi, inefficienze, mancate performance. Sappiamo poi non tutti i centri vaccinali erano performanti. Inoltre la pandemia è stata usata come scusa per le criticità delle liste di attesa. Le responsabilità, tolta la prima fase, sono tantissime e la sanità toscana non è immune da colpe”.
Il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni ha sottolineato come sia stato fatto “un lavoro importante di ascolto e analisi che si somma a quello già fatto in commissione per gli Stati Generali della Salute”. “Il giudizio sul sistema vaccinale – ha poi spiegato - si basa su due indici: quante persone sono state vaccinate nei tempi e quanto si è vaccinato le persone fragili. Dopo una fase difficile nell’avvio della vaccinazione, anche per l’individuazione delle categorie, è evidente che il sistema messo in piedi dall’assessorato ha funzionato”.
“L’altro indice della rispondenza complessiva del sistema sanitario rispetto al Covid – ha aggiunto - è il dato sulla mortalità rispetto a una patologia che poteva avere effetti devastanti: il dato toscano è sotto la media italiana”. Sostegni ha ricordato anche che l’approccio no vax che “ha colpito in tante parti del mondo, ma che in Toscana, grazie alle istituzioni e soprattutto ai cittadini, non ha fatto presa”.
Donatella Spadi (Pd) ha testimoniato come “nella prima fase le ordinanze del presidente della Regione arrivavano a tutti gli operatori sanitari e che la catena di comando funziona”. “Organizzarsi non è stato semplice - ha continuato - ma il nostro sistema ha mostrato indubbie capacità. Una delle fasi più critiche è stato il rilassamento nell’estate 2020, quando si pensava che la pandemia fosse finita. A ottobre abbiamo avuto una nuova ondata e non eravamo pronti, ma sono arrivati gli aiuti, le protezioni individuali e si è cominciato a parlare di vaccini.
Sicuramente ci sono stati problemi, ma credo che alla fine i risultati sono stati raggiunti”. Spadi ha poi ricordato che la Regione Toscana è la prima ad aver dato applicazione al decreto ministeriale sulla riorganizzazione della medicina territoriale, “che è stata una lezione della pandemia”. “Inoltre il sistema delle tre Asl – ha detto - ha permesso una collaborazione tra i vari ospedali e la CROSS ha permesso un coordinamento tra regioni e paesi diversi”.
Andrea Ulmi (Lega) si è concentrato in particolare sulle notti insonni, trascorse da molti, nel tentativo di poter prenotare il vaccino anticovid. “Un sistema che ha finito per rendere ancora più vulnerabile chi lo era già, in special modo i fragili e i più anziani”, ha sottolineato il consigliere. In sintesi, la digitalizzazione in Toscana non solo non è riuscita a far fronte in maniera adeguata alla prenotazione dei vaccini, ma rappresenta ancora un problema, accanto al fenomeno delle liste di attesa o ai sistemi operativi che non interagiscono tra loro.
"Nella gestione della campagna vaccinale io credo che la Regione Toscana abbia sbagliato tantissime cose. Non sono contento di come è stata gestita, non sono entusiasta delle risposte date dalla Regione Toscana rispetto a criticità che altre Regione hanno affrontato meglio. Questa è la Regione che ha speso 7 milioni di euro per acquistare ventilatori polmonari che non sono mai arrivati. Credo che ci sia stato, in generale, un 'prima' che non ha funzionato e che ha coinciso con il governo Conte e con la Presidenza Rossi, e poi un 'dopo', che ha coinciso con il governo Draghi e a livello locale va dato atto al Presidente Giani di aver messo in campo alcune azioni che hanno contribuito ad affrontare l'emergenza".
Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, nel corso del dibattito sulle relazioni (di maggioranza e di minoranza) scaturite a seguito del lavoro della Commissione d'inchiesta sulla campagna vaccinale in Toscana.
"A marzo 2021, basta leggere i report scientifici - ha proseguito Stella - la Toscana era la maglia nera della vaccinazione degli over 80, solo uno su cinque era stato vaccinato. Questa è la Regione che ha vaccinato prima gli avvocati, e non i malati oncologici e i fragili. E come non ricordare che per prenotare i vaccini sul portale della Regione, bisognava mettere la sveglia nel cuore della notte per sperare di riuscire a iscriversi e ottenere un appuntamento per farsi fare il vaccino? Ecco come ha funzionato la campagna vaccinale in Toscana, sono cose che non si possono dimenticare".
"Ricordo anche momenti assurdi e surreali - ha aggiunto Stella - come quando il sindaco di Firenze, a pochi giorni dalla proclamazione del lockdown, lanciò la campagna 'abbraccia un cinese', convinto che la vicenda del Covid fosse uno stratagemma sfruttato dalla Destra per rinfocolare sentimenti di intolleranza e razzismo verso gli orientali, invece di leggere i numeri preoccupanti dei contagi che arrivavano da tutto il mondo. E ricordo che molti sindaci toscani sollecitavano la Regione a fare i test nelle stazioni, nei porti e negli aeroporti e a disporre la quarantena per eventuali contagiati, e invece da sinistra, con il governatore Rossi in testa, si gridava a misure fasciste, coercitive. Sono cose da ricordare, ma di cui nella relazione di maggioranza non c'è traccia".
Vannucci ha quindi chiuso il proprio intervento invitando a riflettere sui lasciti di questa dolorosa esperienza, quindi a non mettere in discussione le innovazioni sui modelli organizzativi in corso.
Per il portavoce delle opposizioni Marco Landi, “il Consiglio regionale ha perso l’occasione di costruire una relazione finale unitaria che noi avevamo auspicato, e che avrebbe dato senso e valore ad una importante esperienza”. Non solo: “la Regione ha mancato di coraggio, non ha avuto il coraggio di fare qualcosa di più per rispondere ai più deboli”, ha affermato, ricordando il contributo instancabile di tutti gli addetti ai lavori del mondo della sanità. Secondo Landi “se la pandemia fosse scoppiata in Toscana avrebbe avuto un impatto ben più grave che nelle Regioni governate da Zaia o Fontana”.
“Se fossi l’assessore Bezzini sarei abbastanza soddisfatto della relazione di minoranza e soddisfatto di quella di maggioranza”. Così ha esordito Vincenzo Ceccarelli (Partito democratico), per affermare che “le due relazioni sono una sorta di certificazione che la Toscana si è comportata sufficientemente bene”, al di là delle “malizie” che si vogliono ricercare tra prima e seconda fase, tra quel presidente o l’altro. “Ora sta a noi lavorare perché la sanità del futuro sia in grado di rispondere alle sfide che verranno”, ha concluso, ricordando che la salute è il bene più importante in assoluto che ogni cittadino ha. E se la pandemia è stato l’acceleratore di tutte le criticità, gli sforzi della Toscana sono comunque certificati dai dati Agenas, a partire dalla copertura vaccinale della popolazione.
Il clima di condivisione non convince Francesco Torselli (Fratelli d’Italia): “se in piena pandemia dovevamo stare zitti, perché non era il momento di parlare, ora rivendico il diritto di dire che non è andato tutto bene”. Se tante persone si meriterebbero un monumento ce ne sono anche altre che hanno lucrato sulle mascherine o sui respiratori, che hanno vaccinato moglie e figli negli hub. E finendo il proprio intervento con una riflessione sul Pil, il consigliere ha sottolineato che mentre col Governo Conte 2, nel 2019, l’investimento sanitario procapite era pari a 1940 euro, nel 2023, col Governo Meloni siamo saliti a 2135 euro per ciascun cittadino italiano, quindi – nonostante l’inflazione – a 195 euro in più per ognuno.
Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), iniziando con un pensiero alle vittime e alle loro famiglie, ha ricordato il grande contegno degli italiani e anche dei toscani, di fronte ad un Governo che dava vita a decreti di dubbia costituzionalità, finendo per bloccare tutti; e ancora: l’impegno del mondo del volontariato e della sanità in generale, pensando a tutto ciò che ha ruotato attorno alle Rsa; alla vaccinazione degli avvocati prima dei fragili; al dispendio delle risorse e alla organizzazione dei servizi, guardando in particolare gli hub. Ancora uno spunto: Fratelli d’Italia chiesero per primi il coinvolgimento degli operatori per il trasporto pubblico.
“Le relazioni sono l’espressione definitiva del modo in cui la Toscana ha gestito la pandemia”, parola del presidente della Giunta regionale Eugenio Giani. Con 9 milioni di vaccinazioni, con la Toscana tra le tre migliori regioni italiane – secondo la Fondazione Gimbe – nella gestione di una emergenza mai vista prima, si può parlare di “sistema efficiente, di momento qualificante e alto nella storia della Toscana, riconosciutoci anche dal generale Figliuolo”, ha concluso il presidente.
L’assessore alla Sanità Simone Bezzini, parlando di tema complesso e delicato, non avulso da propaganda politica, ha evidenziato alcuni dati: la Toscana non ha vaccinato meno di altre regioni e, pur nei momenti di difficoltà, il modello organizzativo multicanale ha avuto la meglio; in nessun target risulta al di sotto a livello nazionale, a partire dalle risposte sulle altre patologie. L’assessore ha inoltre ricordato i 6 milioni di risorse stanziate per il trasporto sanitario e il nuovo assetto territoriale del sistema toscano, per invitare, infine, ad una riflessione sulle prospettive. Infine: “la legge di stabilità consolida stanziamenti e previsioni già sanciti dai governi precedenti e, tutte le Regioni hanno chiesto di aggiornare le risorse, tenendo conto della dinamica inflattiva, e ricercando un confronto con i Ministri della sanità e dell’economia, ma ad oggi niente è successo”.
Alla fine della discussione è stato respinto l’Odg presentato da Fratelli d’Italia, che accoglieva gli emendamenti proposti da Italia Viva, che invitava il Presidente della Giunta Regionale a manifestare il proprio supporto alla volontà del governo Nazionale a voler fare chiarezza sulla gestione pandemica degli ultimi due anni e mezzo e di trasmettere, alla costituenda Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla gestione della stagione pandemica da Covid-19 in Italia, le relazioni di maggioranza e minoranza prodotte dalla Commissione d’inchiesta regionale per verificare le misure messe in atto dal SSR per contrastare la pandemia e in particolare della campagna vaccinale in Toscana.
Nell’illustrare l’Odg il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Torselli ha ricordato che la Pandemia si è lasciato dietro degli strascichi importanti per numero di vittime e nel periodo del Lockdown con la chiusura totale di alcune attività, da bar a ristoranti, e la chiusura di attività commerciali e produttive. Da qui, di fronte alla volontà del Governo Meloni, di “cercare di fare chiarezza su quanto è stato fatto, per creare un’operazione di trasparenza nel rispetto delle vittime e di chi ha perso tutto in questo periodo”, gli impegni richiesti al presidente Giani.
“Italia Viva dal Consiglio regionale della Toscana chiede al Governo di istituire la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'emergenza Covid-19 e nel contempo chiede di trasmettere al Governo le relazioni emerse dai lavori della Commissione regionale che già in Toscana ha prodotto risultati d’indagine”.
A dirlo Stefano Scaramelli, capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, che insieme al consigliere Maurizio Sguanci aggiunge: “come Italia Viva siamo stati il primo partito, era la primavera del 2021, a chiedere di fare luce sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. Lo abbiamo fatto in Toscana così come a livello nazionale con il nostro leader Matteo Renzi”.
Durante la seduta odierna i consiglieri di Italia Viva hanno sottolineato che “La Toscana è stata la prima Regione a istituire una Commissione che ha ricostruito ed esaminato quanto è successo a livello regionale”. E alla luce di quanto accaduto in tutto il territorio, a livello nazionale infatti i dati dimostrano che l’Italia è stata il Paese in testa alle classifiche della mortalità, per rapporto tra cittadini e decessi, “Serve fare chiarezza su quanto avvenuto in Italia durante la prima fase della pandemia. È un atto dovuto - dicono Scaramelli e Sguanci - nei confronti di coloro che hanno perso la vita e di quanti non si sono risparmiati nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di dispositivi, mascherine e respiratori”.
Italia Viva ha emendato un ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia, che non è stato approvato dall’Aula, per sottolineare che “In Toscana abbiamo accertato l'effettiva congruità del comportamento tenuto dalla Regione per raggiungere l’obiettivo di contenere e, soprattutto, gestire la diffusione del contagio. Adesso è indispensabile che - concludono Scaramelli e Sguanci - anche il Parlamento, come chiesto più volte dall’ex premier e senatore Matteo Renzi, faccia chiarezza sulla gestione della pandemia e sulle troppe zone d’ombra nelle attività messe in atto dal Governo Conte II”.
Fratoni Federica (PD) è intervenuta sottolineando che “non c’è nessuna contrarietà ad istituire una commissione parlamentare, ma non è compito del Consiglio regionale indicare questa strada al Parlamento”. Il suggerimento, ha sottolineato, “è quello di invitare il presidente del Consiglio regionale a trasmettere le due relazioni prodotte alla costituenda commissione d’inchiesta, ma non possiamo andare oltre questo. Noi pertanto voteremo contro l’ordine del giorno, nel rispetto dell’autonomia dei lavori del Parlamento a cui spetta di prendere la decisione in merito alla costituzione della Commissione Parlamentare”.
L’Ordine del Giorno è stato respinto dall’aula a maggioranza.