"Firenze non dimentica quei terribili giorni del novembre 1966. Oggi, però, è anche necessario portare lo sguardo all'attualità. Agli episodi che, nell'area metropolitana, sono accaduti appena pochi giorni fa. E alla tragedia di Valencia. Il cambiamento climatico ed eventi drammatici stanno stravolgendo i nostri Paesi. E assistiamo, con sempre maggiore frequenza, a fenomeni metereologici estremi. Per questo noi tutti, e i sindaci ancora di più, dobbiamo non solo intervenire nei momenti tragici ma prendere sempre più coscienza della necessità di modificare alcune soluzioni urbanistiche delle nostre città". Lo ha sottolineato la sindaca Sara Funaro commemorando il 58° anniversario dell’alluvione di Firenze.
"Dobbiamo ragionare in prospettiva e per questo si deve prestare maggiore attenzione a tutta la fase costruttiva - ha aggiunto la sindaca - la famosa 'città spugna' con gli asfalti drenanti, le isole del verde, lo stombamento dei corsi d'acqua. Proprio a Firenze abbiamo avviato uno studio su tutti i corsi d'acqua presenti con l'obiettivo di andare a 'stombare' dove possibile e dare nuova vita a quei corsi. E portare avanti tutte quelle altre azioni che servono per la mitigazione del rischio idraulico dei fiumi, in particolar modo le casse d'espansione dell'Arno per le quali la Regione sta investendo e andando avanti con progettualità"."Abbiamo oggi un obbligo morale e di solidarietà verso Valencia e le altre terre spagnole devastate - sottolineato - ricordando i morti che ci sono stati, i dispersi, una città messa in ginocchio.
Una città non dobbiamo sentire lontana, ma vicina. Il mio auspicio è che Valencia possa avere la stessa solidarietà, amore e partecipazione che ha avuto la nostra meravigliosa Firenze. Solo così riusciremo a rendere onore alle tante persone che purtroppo oggi non ci sono più". La sindaca ha infine ricordato suo nonno e sindaco dell'alluvione Piero Bargellini: "Ha occupato un posto speciale insieme ai tanti cittadini fiorentini, che sono accorsi da tante parti del mondo. Per i fiorentini lui resterà il sindaco dell'alluvione.
In una città affamata Bargellini coordinò senza sosta lavori e soccorsi, lavorando 24 ore al giorno, richiamando l'attenzione del mondo su questa tragedia".Nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio è stata deposta una corona di allora in ricordo delle vittime dell'alluvione. Alla basilica di Santa Croce c'è stata poi celebrata una messa in ricordo delle vittime, alla presenza del gonfalone di Firenze e della sindaca Sara Funaro, che ha anche lanciato, al ponte alle Grazie, una corona di alloro in Arno.
“Ricorrono oggi i 58 anni dall'alluvione di Firenze. In ogni famiglia fiorentina, o che comunque vivesse a Firenze nei giorni dell’alluvione, risiede una memoria fortissima di quei terribili momenti. Io sono cresciuto con quanto mi hanno raccontato mia madre e mio nonno, per esempio. Il racconto di mio nonno – ricorda il presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione – che per mettere in salvo la macchina appena comprata partì da un garage sotterraneo di via Scipione Ammirato alla volta di Fiesole, da dove poi ebbe difficoltà a comunicare con la famiglia, che rimase in ansia fino al giorno successivo quando riuscì a tornare portando viveri pagati a caro prezzo.Molti, se non ognuno di noi potrebbe oggi raccontare storie personali o familiari simili a questa; tutte insieme potrebbero comporre un diario di memorie collettivo, come si fosse un’unica grande famiglia.Ecco che torna quindi un tema di cui ho già parlato, meno di un mese fa in un mio intervento qui in consiglio,quello della famiglia umana di cui tutti siamo parte.Ancora più in questi giorni in cui abbiamo ricordato anche l’alluvione di Campi del 2 novembre 2023, e contemporaneamente leggiamo attoniti le notizie e vediamo i filmati di quanto avvenuto a Valencia pochi giorni fa.Se possiamo dire che la disperazione di chi aveva perso tutto 58 anni fa è in fondo la stessa di chi ha avuto la stessa sorte a Campi l’anno scorso, non lo è ancora di più quella per le oltre 200 vittime in spagna con ancora 1900 dispersi? Non possiamo quindi non pensare che ciò che coinvolge quelle comunità colpite oggi, non riguardi anche noi.Uno dei più grandi lasciti alla nostra città della tragica alluvione del ’66 – aggiunge il presidente Cosimo Guccione – fu la risposta solidale della comunità internazionale, con gli angeli del fango arrivati da tutto il mondo per aiutare Firenze e “quel popolo meraviglioso” di fiorentini, per citare l’allora sindaco Bargellini, a rialzarsi.A proposito, permettetemi di ringraziare la Sindaca Funaro per aver ricordato oggi il Sindaco dell’alluvione con un bellissimo video pubblicato sui social.Una solidarietà e una forza d’animo straordinarie, testimoniate da allora con le medaglie appuntate sul nostro gonfalone, quella d’oro al valor civile attribuita dal Presidente della Repubblica e quella d del Concilio Vaticano II appuntata da Papa Paolo Sesto la notte di Natale del ’66.
Unica città al mondo ad avere l’onore di una medaglia dello Stato Vaticano sul poroprio gonfalone. Testimonianza di unicità che noi stessi spesso dimentichiamo..Quindi: una famiglia umana che riconosce nella solidarietà un valore fondamentale, non può smettere di interrogarsi su quanto accade accanto a noi e su come prevenirlo. Questa assemblea è chiamata a dare un indirizzo politico nelle scelte amministrative e non solo della nostra città. Tutti noi, consiglieri e consigliere, siamo chiamati a un compito difficilissimo in questi tempi difficili.
Dare risposte articolate, complesse a temi estremamente complessi. La furia dei fiumi scatenati da piogge e tempeste impressionanti, ci chiama a una grande responsabilità. Agire, subito, per arginare quanto accade.Appare sempre più urgente introiettare la consapevolezza che la natura, minacciata, si ribella e non chiede spazio, ma se lo riprende impetuosamente.Serve come classe dirigente che si sia sempre più pronti a questa nuova tipologia di sfide.Non possiamo più voltarci dall’altra parte, o pensare che esistano altre priorità, né qui, né a Campi, né a Valencia, né in ogni angolo del mondo.Come risolvere? Forse non è la domanda corretta, perchè questa possibilità non ci è più data.
Sicuramente dovremo impare a convivere con fatti come questi sempre più presenti, sempre più frequenti. Dovremo rivedere il nostro modo di vivere il rapporto con i fiumi, la natura, il territorio in senso lato. Costruire nuovi argini, più alti e resistenti, riaprire corsi d’acqua e torrenti tombati per dare loro sfogo e spazio, sono idee su cui possiamo anche in questa sede iniziare a lavorare. Tutto questo non solo per tutelarci da una minaccia, ma anche per riscoprire la bellezza del rapporto con i fiumi delle nostre città.
Proprio questo credo che sia un utile punto di partenza per tutti noi.I fiumi sono stati per millenni, fin dagli albori della vita organizzata sulla terra, luogo di insediamento e di vita. Nel corso dei secoli questo rapporto si è perso, o meglio, dopo averlo piegato ad esigenze di mero commercio siamo arrivati a costringere la natura in spazi non suoi arrivando a pagarne il conto.Riscoprire questo legame vitale, anche con opere idrauliche come ha fatto Parigi con la Senna in occasione delle Olimpiadi potrebbe essere una via.Sta a noi, a quest’aula provare ad avere uno sforzo creativo imponente, che non sia solo terreno di scontro politico, ma, soprattutto – conclude il presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione – spazio di visione per il futuro.Futuro che, ahimè, le vittime di ogni alluvione non possono più avere.
Vite spezzate e dolore delle famiglie e dei sopravvissuti per cui, per testimoniare la nostra vicinanza, quella di quella parte della famiglia umana che abita Firenze, sono a chiedere d’accordo con i vicepresidenti al Consiglio comunale di Firenze un minuto di silenzio per il ricordo delle vittime dell’alluvione del ‘66, di quelle delle alluvioni dello scorso anno in varie provincie della Toscana e per quelle di Valencia di questi giorni”.