Il comune di Scandicci intende chiudere la scuola dell’infanzia Makarenko, ma lascia di stucco le 80 famiglie che hanno i propri figli iscritti in quella realtà educativa. Nata all'inizio degli anni '70, la Makarenko di Scandicci è stata un prodotto della politica scolastica di quegli anni, ispirata alle più teorie pedagogiche di pedagogisti come Bruno Ciari o Loris Malaguzzi, il Movimento di cooperazione educativa e la struttura politica e amministrativa del Partito Comunista Italiano. Un modello oggi studiato in tutto il mondo, basti pensare alla fortuna avuta dal Reggio Approach. Attualmente la Makarenko possiede 30 posti nido -che rischiano di non trovare alternative- e 45 posti infanzia, che potrebbero venire redistribuiti presso le scuole statali.
"La decisione deve portare ad una riflessione di carattere generale e a dei chiarimenti su tutto il sistema dell'istruzione scandiccese, attraverso un confronto pubblico serio ed approfondito -dichiarano Giampaolo Giannelli, vice-coordinatore provinciale di Forza Italia Firenzee Luca Carti, capogruppo in consiglio comunale a Scandicci per Forza Italia – UdC- Di prim'acchito la chiusura sembra una scelta sbagliata, soprattutto considerato il metodo consueto del Sindaco Fallani, che rifugge il confronto e comunica qualsiasi decisione a cose fatte - attaccano Giannelli e Carti - ma vogliamo tenere una posizione la più possibile "laica", senza dichiararci pro o contro la chiusura.
Quel che davvero conta - sottolinea Carti - è che venga davvero fatta chiarezza su tutto; sulla necessità, indicata da Fallani, di razionalizzare gli oneri per l’istruzione, anche alla luce delle minori nascite che ci sono ogni anno a Scandicci, vogliamo sapere in quali termini; così come sull'alienazione che pare già decisa dell'immobile che ospitava la scuola dell'infanzia. Ecco perchè - precisa il capogruppo scandiccese - ho presentato una interrogazione volta a fare pubblicamente chiarezza su tutta la vicenda".
"Quello che davvero ci preme - concludono Giannelli e Carti - è che sulla vicenda sia fatta chiarezza, con la massima trasparenza, da tutti i punti di vista, e che ci si adoperi al meglio per garantire un adeguato servizio alle famiglie e ai bimbi. La notizia della chiusura della scuola dell’infanzia Makarenko è stata accolta come un fulmine a ciel sereno dalla comunità scandiccese; ecco perchè occorre il massimo della chiarezza e limpidezza, pubblicamente, non solo su tutti gli aspetti annessi e connessi, ma anche su come l'amministrazione comunale di Scandicci si voglia muovere in generale sul sistema delle scuole dell'infanzia. Il caso specifico ci interessa, ovviamente; ma ci interessa ancor di più capire le linee con le quali la giunta guidata da Fallani intenda muoveri in futuro su un tema cosi' delicato come la scuola dell'infanzia".
La mobilitazione di tanti cittadini e cittadine di Scandicci che nelle ultime settimane si sono attivati in difesa della scuola Makarenko "è un fatto importante - rileva il consigliere metropolitano di Territori beni comuni Enrico Carpini - Se la Giunta Fallani lo ignorasse commetterebbe un errore". La gestione diretta da parte delle amministrazioni locali delle scuole "è inequivocabilmente un segno di vicinanza e qualità, un condivisibile ampliamento dei servizi non può essere barattato con una chiusura di una scuola. Anche un sistema scolastico di eccellenza come quello di del territorio metropolitano fiorentino può essere migliorato attraverso il dialogo con chi lo vive come genitore o insegnante".
"Inizialmente Fallani e la sua giunta avevano giustificato la chiusura con il calo demografico, ma i dati dimostrano esattamente il contrario: Scandicci ha una bilancia demografica in positivo, ogni anno ci sono più bambini dell'anno precedente, grazie anche al contributo dei nuovi residenti -intervengono da Potere al Popolo- Successivamente Fallani ha parlato di un nuovo progetto di poli 0-14, di cui però non si sa nulla, che dovrebbero essere quantomeno discussi dal Consiglio comunale e progettati in collaborazione con Regione e Miur.
Resta inoltre oscura la decisione di chiudere una struttura d'eccellenza invece di coinvolgerla all'interno del progetto dei poli. Come sempre più spesso accade, un Partito che si fregia di essere democratico e in queste terre vanta nobili origini, agisce senza informare la cittadinanza, in maniera autoritaria, andando a distruggere l'opera che gli antichi amministratori di queste terre avevano costruito in rapporto con i bisogni della popolazione e l'apporto di educatori ed educatrici.
Un partito che afferma di voler riaprire le scuole, ma nel frattempo si prodiga per chiuderle".