Giani a Nordio: 'Il governo intervenga sulle carceri'

Penitenziari al collasso: Sollicciano necessita interventi urgentissimi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2024 15:11
Giani a Nordio: 'Il governo intervenga sulle carceri'

Dopo le ultime vicende del penitenziario di Firenze, con il decesso di un giovanissimo detenuto e la rivolta inscenata da decine di reclusi, serve fare chiarezza sulla situazione e pretendere che tutte le istituzioni facciano quanto nelle proprie competenze.

All'indomani della giunta straordinaria sulla situazione delle carceri toscane il presidente della Regione Eugenio Giani, come annunciato nel corso della seduta, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sollecitare un intervento urgente da parte del Governo perchè "le strutture carcerarie toscane, a partire da Firenze e Livorno, siano interessate a tutti gli interventi necessari per ripristinare condizioni di vita accettabili. Tutto questo nella consapevolezza che nessuna pena possa essere scontata in modo che offenda la dignità delle persone e con trattamenti contrari al senso di umanità".

Il presidente ricorda i dati riportati dalla relazione prodotta dal Garante regionale dei detenuti che parla di celle in cui si arriva a disporre di tre metri quadrati a testa, di strutture fatiscenti e carenze di servizi in grado di rispondere in modo adeguato a problemi di tipo pschiatrico o di dipendenza. Giani ha sottolineato ancora una volta che "la competenza sulle carceri è statale e non regionale e che, in ogni caso, la Regione Toscana non si è tirata indietro, investendo cifre consistenti per la salute, l'istruzione, la formazione dei detenuti e l'efficientamento energetico delle carceri". Ora, spiega il presidente nella lettera, il governo deve fare la sua parte, attivando le misure necessarie "con la massima urgenza, considerando che nel corso di questi mesi estivi il sovraffollamento sarà ancora più difficile da sostenere".

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"Credo - conclude Giani nella lettera - che nessuno di noi possa mostrarsi indifferente quando un ventenne si uccide in una cella. E che non abbiano perso di valore, ma semmai lo abbiano guadagnato, le parole di Voltaire sulle carceri che misurano il grado di civiltà di una nazione. Sono sicuro, signor ministro, che anche lei non sia insensibile a questa battaglia di civiltà e fin da subito mi metto a disposizione per un piano straordinario per cui la Regione Toscana proseguirà senz'altro a fare la sua parte". 

"È quantomeno singolare che il governatore della Toscana Eugenio Giani invii una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere al governo, con urgenza, di intervenire sulla situazione delle carceri nella nostra regione. Questo esecutivo, forse il presidente Giani non se ne è accorto, è il primo, dopo decenni di politiche miopi, ad aver stanziato risorse sia sul fronte dell'incremento del numero del personale destinato agli istituti penitenziari, che su quello dell'edilizia carceraria.

Nella nostra regione, sono in arrivo proprio in questi giorni 140 nuovi agenti che entreranno in servizio, a conclusione del 183° Corso Allievi della Polizia Penitenziaria, presso le carceri di varie città e comuni toscani. Per quanto riguarda i finanziamenti per l'edilizia carceraria, nell'aprile scorso il governo Meloni ha approvato, per la costruzione di nuovi spazi presso la Casa Circondariale di Sollicciano, lavori per 1,2 milioni e 800.000 per l’adeguamento sanitario dell'attigua Casa Circondariale a custodia attenuata per tossicodipendenti Gozzini.

Così come per il carcere di Massa Marittima, in particolare per la ristrutturazione dell'edificio ex palestra dei detenuti, il MIG ha previsto un intervento di 1,5 milioni di euro e per quello della Dogaia di Prato sono stati destinati 500.000 euro, per citare solo alcuni istituti penitenziari della nostra regione. Si tratta di concretezza e di attenzione rispetto all'assenza di scelte da parte dei precedenti governi di sinistra, di un disastro che ereditiamo nostro malgrado e che non può certo essere sanato in pochi mesi.

L'impegno del nostro governo continuerà ad essere massimo Siamo pancia a terra su un tema focale, e non possiamo davvero permetterci di dare ascolto alle chiacchiere pretestuose di coloro che non sanno neppure ammettere di chi siano le responsabilità passate dei danni del presente" scrive, in una nota, il deputato e membro della commissione Affari Costituzionali di Fratelli d'Italia Francesco Michelotti.

“Vista la situazione critica di Sollicciano proponiamo di costituire un comitato civico rivolto a tutte le Associazioni che svolgono attività di volontariato nelle carceri ma non solo, anche alle Associazione che si impegnano sul tema dei diritti e a tutti i cittadini di Firenze perché la questione carceraria riguarda tutti noi. Chi vuole aderire può scriverci alla mail: garante.detenuti@comune.fi.it -dichiara Eros Cruccolini, Garante dei diritti delle persone private della libertà per il Comune di Firenze- Facciamo un appello che ci porti tutti insieme ad esercitare una pressione sul Ministero e sul Dipartimento perché intervengano sull’emergenza della Casa Circondariale di Sollicciano inviando il personale necessario: 100 agenti della Polizia penitenziaria, completando dell’organico degli educatori e incrementando le risorse per dare più opportunità di lavoro alle persone detenute.

È indispensabile poi, adottare dei provvedimenti per superare il problema del sovraffollamento in tutte le carceri del territorio italiano.

Come garanti, a livello nazionale, sosteniamo la proposta del Papa per l’indulto e l’amnistia. Il Governo non può continuare a fare finta di risolvere i problemi come con l’ultimo decreto emanato. Ci sono notevoli difficoltà non solo per le persone detenute ma anche per chi lavora in carcere e quindi sollecitiamo i parlamentari toscani a promuovere in Parlamento interrogazioni e quant’altro possa fare emergere proposte serie da parte del Governo e del Parlamento per risolvere il problema delle carceri tenendo conto che tutto questo non è più rinviabile”.

La Cisl Firenze-Prato, insieme alla Federazione nazionale sicurezza della Cisl per la Toscana, intende far conoscere la gravità della situazione che si vive in queste realtà, focalizzando l’attenzione in particolare sul penitenziario di Sollicciano.

Per il carcere di Firenze sarebbe prevista una capienza regolamentare di 497 detenuti, ma i posti realmente disponibili sono circa 410 perché oltre 80 sono dichiarati indisponibili dall’amministrazione penitenziaria a causa di alcuni cantieri di ristrutturazione in corso. Sono invece presenti oggi a Sollicciano circa 540 detenuti, ben 130 in più della capienza disponibile.

“Pur essendo stata avviata in queste ore una lenta azione di decremento delle presenze, serve capire come arginare i flussi di nuovi ingressi nel carcere fiorentino, che non sono ormai meno di 25-30 a settimana e che in breve periodo renderebbero inutili anche alcuni trasferimenti di detenuti in altre regioni avviati in questi giorni.La situazione non può trovare soluzione verso realtà penitenziarie della Toscana perché ai 3163 posti previsti (ai quali serve togliere quelli indisponibili per lavori di ristrutturazioni in corso nei penitenziari di Firenze, Arezzo, Livorno, Lucca ed altri, che diminuiscono la capienza di centinaia di posti) dobbiamo contrapporre il dato dei detenuti presenti, che sono 3190 al 30 giugno scorso, come da dati ufficiali diffusi dal Ministero della Giustizia.

Di questi, ben 1522 sono stranieri e 83 sono donne. Una condizione pertanto di sovraffollamento che complica maledettamente tutto, anzi servirebbe comprendere che i 1522 detenuti stranieri provengono da ben 75 nazionalità diverse di ogni continente, aggiungendo anche difficoltà comunicative con gli stessi e impossibilità di certi interventi diversi per eventuali misure deflattive alla detenzione in carcere. 225 sono di origine albanese, 385 del Marocco, 123 della Romania, 229 tunisini, 76 nigeriani, ma non mancano gruppi dalla Cina, dai paesi balcanici, da Pakistan, Sud America e Nord Europa.

Garantire quindi spazi adeguati –dichiarano Fabio Franchi, segretario generale Cisl Firenze-Prato e Paolo Rauccio, segretario Fns-Cisl Toscana– ed ambienti salubri - che nella maggioranza dei casi mancano - è la prima emergenza organizzativa cui far fronte. Proliferano, nella promiscuità delle persone recluse, problemi di salute pubblica che normalmente erano debellati tra la popolazione, come ad esempio TBC, scabbia, epatiti etc.

Dopo che circa 18 anni fa le competenze per l’assistenza sanitaria sono passate dalla medicina penitenziaria al SSN la situazione è peggiorata, perché organizzare in quella condizione strutturale dei presidi sanitari funzionali pare utopia e questo ha fatto aumentare a dismisura l’impegno della polizia penitenziaria nel dover organizzare anche continui servizi esterni nei luoghi di cura. Ma gli ospedali civili non dispongono di reparti dedicati e quindi svolgere servizi di piantonamento detenuti nelle corsie di degenza dei cittadini comuni e/o affollando ambulatori specialistici è oltretutto anche pericoloso.

A questo si aggiunge il problema della gestione dei detenuti con problemi psichiatrici, che dopo la chiusura degli OPG nel 2017 ha riversato il problema nei carceri. Le REMS ( Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza ) non sono sufficienti e quindi la Magistratura è evidentemente costretta, obtorto collo, ad assegnare ai penitenziari questi particolari autori di reato. Proprio a Sollicciano sono previste sezioni ex art.32 che gestiscono tra i 25 e 30 detenuti con gravi problemi psichici.

In tutto questo ci sono le gravissime difficoltà del personale di polizia penitenziaria che opera e convive in questo penitenziario sovraffollato ed insalubre, gravato oltretutto da una pesante carenza di organico del reparto e del Nucleo traduzioni e piantonamenti. Infatti mentre il Ministero ha previsto un organico di 566 unità, ne sono effettivamente presenti circa 420, ben 140 in meno.

Rischi professionali, rischi sanitari, aggressioni ormai quotidiane da parte della popolazione detenuta, espongono queste donne e questi uomini dei baschi azzurri, ad uno stress ed a sacrifici che durano da troppo tempo. Diritti contrattuali che spesso vengono fruiti con gravissime difficoltà, ritardando ferie e regolari riposi tra le diverse turnazioni. Difficoltà a poter svolgere momenti anche di necessaria formazione ed aggiornamento, che in un servizio istituzionale così importante per lo Stato, non può essere relegato ad un mero momento residuale”.

Per questo che la Cisl Firenze-Prato e la Fns-Cisl della Toscana chiedono alle autorità, dal ministro della Giustizia al DAP competente, dalla Regione Toscana al Comune di Firenze, dalla Magistratura al Prefetto e ad ogni ulteriore istituzione, di pretendere interventi urgenti, stanziando fondi economici necessari per sanare il degrado attuale del carcere fiorentino di Sollicciano e per assegnare a Firenze (visto l’imminente nuovo corso per migliaia di nuovi agenti) ulteriori unità di Polizia penitenziaria.

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