PRATO - Avevano preso l'abitudine a fotografarsi con le proprie "vittime"; le prede proibite come cervi e cinghiali. La polizia provinciale li ha individuati grazie ad alcune segnalazioni. Perquisizioni sono state effettuate a Vernio, Camugnano e Impruneta.
Sono due i bracconieri denunciati ed un arsenale è stato sequestrato. E' il risultato di una maxi operazione condotta dalle Polizie provinciali di Prato, Bologna e Firenze. Tutto il materiale è sottoposto a sequestro penale e le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Bologna per caccia all'interno di zona vietata. L'elenco dei reati è lungo: caccia illegale con mezzi non consentiti (armi munite di silenziatori, balestre, puntatori laser e trappole), caccia su specie e in periodo vietato e detenzione di parti di arma e munizioni non denunciate.
“Una vasta operazione, resa possibile dalla segnalazione di un cittadino, che testimonia l'impegno e l'importanza della collaborazione dei tre corpi per la tutela del patrimonio faunistico dei nostri territori – spiega il comandante della Polizia provinciale di Prato Michele Pellegrini - e che ha messo fine a una consistente attività illegale di bracconaggio e a unipotizzabile commercio abusivo di carne, con eventuali rischi per la salute pubblica”.
Grazie all'impegno sinergico dei tre corpi nei giorni scorsi è scattato il blitz, che ha visto impegnati complessivamente 18 addetti tra ufficiali e agenti nei territori dei Comuni di Vernio, Camugnano e Impruneta. Alle prime ore del mattino la perquisizione delle abitazioni di residenza e in disponibilità delle persone ricercate e degli annessi. Sono stati rinvenuti numerosi mezzi di caccia illegali: due silenziatori da applicare ad armi da fuoco, quattro balestre munite di apposite frecce con punte in acciaio a tre lame utilizzate per abbattimento di ungulati e dotate anche di puntatori laser e fari, otto visori notturni, numerose torce con apposite staffe per posizionamento sulle armi per la caccia notturna, di cui una con impugnatura a mano e attacco per auto, una grossa trappola per la cattura di istrici, dieci crani con palco di corna di ungulati (cervi, daini e caprioli), numerose munizioni a palla non denunciate e la carabina con calcio pieghevole utilizzata per le azioni di bracconaggio.
All'interno di un veicolo di proprietà di uno degli indagati la Polizia scopriva anche un apposito spazio, situato nel vano motore e dotato di tubo in plastica, per l'occultamento del silenziatore. Ai bracconieri è stata trovata anche una macchina fotografica contenente le foto con le prede appena abbattute. Individuato anche il luogo usato per la macellazione degli animali. Posto nelle immediate vicinanze dell'abitazione di uno degli indagati a Camugnano e all'interno del Parco, era appositamente attrezzato con carrucole, ganci, lavatoio ed attrezzature varie come mannaie e coltelli per appendere e sezionare le carcasse degli animali abbattuti. Nei congelatori c'erano 15 kg di carne di cinghiale e cervo, suddivisa in vari sacchetti e pronta per l'utilizzo.
L'indagine, che è durata un anno, ha visto protagonisti i Comandi di Polizia provinciale di Prato, Bologna e Firenze che hanno lavorato in stretta collaborazione. A dare il via all'operazione gli scatti di un fotoamatore, che nel luglio 2013, aveva notato e fotografato una persona con fucile da caccia e silenziatore all'interno del Parco regionale dei Laghi di Suviana, zona da sempre vietata alla caccia, precisamente a Barbamozza nel Comune di Camugnano (in provincia di Bologna).
Venuta in possesso delle foto la Polizia di Bologna iniziava una serie di indagini per identificare la persona che stava cacciando e risalire eventualmente ad altri che potevano avere a che fare con attività di bracconaggio nella zona e anche al luogo dove gli animali, una volta abbattuti, venissero portati per la successiva macellazione.